MARIO'S POV
Con la poca lucidità che mi rimane imprimo nella memoria questi ultimi momenti.
Il suo profumo, il suo sguardo mentre geme e cerca le mie labbra implorandomi di continuare, il modo in cui i suoi capelli si spargono sul cuscino incorniciandole il viso, la tenerezza con cui si appoggia al mio petto in cerca di protezione, la sua fragilità, che cerca di nascondere facendo la donna forte.
So che mi mancherà da impazzire, ma non posso starle intorno in questo periodo no, non posso farla vivere nella paura di trovarmi fatto come non mi facevo da tantissimo, per non pensare, o di farle una scenata di gelosia, di farle del male, è l'ultima cosa che voglio.
Aspetto che si addormenti e le dò un ultimo bacio sulla fronte prima di scivolare fuori dal letto e silenziosamente prendere le mie cose e chiudere la porta di casa sua dietro di me dopo averle lasciato un bigliettino in cucina.
Cerco un hotel qui, voglio starle lontano, ma voglio comunque poter intervenire se avesse bisogno di qualcosa, se Nicolò la trattasse di nuovo come lei non merita, se le capitasse qualcosa, non potrei mai perdonarmi di averla lasciata sola.
Mi rattristo al solo pensiero di perdermi alcuni momenti della sua gravidanza, che non ce la godremo insieme, ma la mia presenza arrecherebbe solo danno a lei e a nostro figlio.
Mi riprometto di farmi passare il prima possibile questo periodo, so che ha bisogno di me e so che per me è lo stesso, non me la immagino una vita senza di lei.
Capisco che si è svegliata quando mi arriva una serie di chiamate da parte sua, vedo il telefono accendersi sul comodino mentre guardo il soffitto da cui pende un calzino per coprire l'antincendio mentre consumo la canna che tengo tra le mani un tiro alla volta.
Fingo di essere indifferente, lo lascio vibrare senza fermarsi, perdo il conto, finché quando finalmente smette, le leggo tutte, dodici chiamate, tutte da parte sua.
Un messaggio in segreteria, che cancello, prima che mi venga la tentazione di ascoltarlo, ma purtroppo non è l'unico, continua a chiamarmi e lasciarmi messaggi, che fingo di ignorare finché quasi mi autoconvinco che non mi importi e piano piano quando ormai sono troppo fatto per pensare mi addormento.