"Ehi stai bene?" mi dice Mario sbucando dalla mia cucina.
"Oddio sei tu, pensavo ci fossero ladri"
"No, vieni qui" mi stringe forte a sé.
"Scusami" lo riempio di baci senza riuscire ad allontanarmi da lui.
Scoppio a piangere affondando il viso nell'incavo del suo collo.
"Avevi ragione, non sarei dovuta venire qui"
"Lo so, ma proprio perchè so com'è Nicolò sarei dovuto venire con te"
"No, si è proprio comportato da stronzo questa volta"
"Lo so, mi hai chiamato senza accorgertene mentre eri lì"
"Cosa?"
"Si" mi da un bacio sulla fronte.
"Scusa, io non..."
"Come stai?"
"Ora bene" mi stringo tra le sue braccia cercando di dimenticare tutto "almeno mi sento meno in colpa stando con l'amore della mia vita"
"Cioè?"
"Tu, cazzo ti amo da impazzire, non ci ho dormito tutta stanotte a pensare di averti perso"
"Non mi hai perso piccola, sono qui e ci sarei dovuto essere da ieri"
"Non ne hai colpa"
"Mi dispiace che ti tratti così"
"È tutto ok..." fisso le sue labbra immaginandomele su tutto il mio corpo.
Ci scambiamo un lungo bacio mentre ci spostiamo verso la mia camera e mi spoglia velocemente.
Il mio telefono squilla interrompendoci ma lo lascio perdere continuando a baciarlo, ma non accenna a smettere.
Alzo gli occhi al cielo e mi stendo per prenderlo mentre Mario continua a darmi piccoli baci ovunque.
"Nicolò" leggo sullo schermo.
Sono tentata di non rispondere ma il mio telefono continua a suonare.
"Mario devo rispondere"
"Ok, vai" mi dice stendendosi affianco a me, un po' contrariato.
"Pronto?" Dico svogliatamente, per sentire dall'altro lato un Nicolò in lacrime.
"Senti scusami, hai ragione, sono un coglione e non mi merito nemmeno di averti nella mia vita, non le penso davvero le cose che ti ho detto prima, sai come sono fatto, preferisco allontanarti piuttosto che essere fragile con te, davvero, mi dispiace, ho bisogno di te qui, ho bisogno di averti nella mia vita"
"Nicolò lo sai che non ti amo più"
"Lo so, non mi interessa, se non posso averti almeno vorrei che mi stessi vicino, ti prego" continua a piangere al telefono e io lancio uno sguardo di sfuggita a Mario che mi sta guardando malissimo e rispondo.
"Ok sto arrivando" chiudo prima che Mario possa dirmi qualcosa.
"Scusami Mario io..."
"Cazzo ancora? Dopo tutto quello che ti ha detto?" Inizia a camminare furiosamente nella stanza.
"Mi dispiace davvero tanto Mario, non l'ho mai visto piangere, mi preoccupa"
"E basta che finga di piangere per riaverti? Cazzo guardati sei come sempre ai suoi piedi, ma ti rendi conto? Prima ammette che non se ne è mai fregato, che ti ha usata, sai che é così! Lo sai! Lo hai sempre pensato, ti tratta come una puttana eppure ci sei sempre per lui! Che cazzo sono io per te? Me lo spieghi? Giusto una sicurezza perché sai che io ti starò sempre accanto? Beh mi sono stancato di vederti correre da lui mentre io sono qui a consolarti e ricevere zero in cambio!"
Mi fa paura, non l'ho mai visto così arrabbiato, inizio a piangere e cerco di calmarlo andando ad abbracciarlo, ma lui mi respinge.
"Mario calmati ti prego" gli dico in lacrime.
"Cazzo io ti amo ma non posso andare avanti così!" Tira un pugno al muro facendo tremare la parete e facendo cadere un quadro.
La cornice si spacca in mille pezzi e mi chino a raccoglierli, ferendomi una mano con un vetro.
"Oddio scusami, stai bene? Non volevo io...." si precipita a controllare che il vetro non si sia conficcato, aiutandomi.
"Va tutto bene, stai tranquillo, ma ti prego calmati, così mi fai paura" lo abbraccio stretto.
"Mi dispiace, davvero, scusami"
Continua a coccolarmi teneramente per farmi calmare mentre il suo cuore è a mille.
"Devo andare, torno il prima possibile, te lo giuro, voglio solo accertarmi che stia bene"
"Ok..."
"Ehi?"
"Mmm?"
"Calmati, promettimi che non succederà più"
"Te lo prometto"
"Ti amo Marietto, ti amo tanto"
Rimane in silenzio senza rispondermi.
Gli poso un bacio leggero sulle labbra prima di vestirmi e uscire.
Passo un po' di tempo da Nicolò, cerchiamo di chiarire, ma sono distratta pensando a ciò che è successo con Mario e me ne vado dopo poco perché sento che qualcosa non va.
Non dico nulla a Nicolò e lo liquido dicendogli che ho da fare e torno a casa, ma quando rientro Mario mi fa ancora più paura di prima.
"Hai ragione, è meglio che stiamo lontani per un po', ti sto solo facendo del male" mi dice con lo sguardo perso.
