"Ok arrivo" mi risponde secco.
Cerco di preparare le mie cose ignorando il dolore ma è praticamente impossibile, ci mette un po' ad arrivare e mi faccio trovare sotto casa per velocizzare i tempi.
"Allora? Sali?" Mi chiede quando mi vede.
"Potresti aiutarmi?" gli dico sforzandomi di camminare.
"Dammi qua" scende sbattendo la portiera sbuffando per mettere le mie borse nel bagagliaio.
"Ti scoccia? Oddio grazie, gentilissimo" sbuffo una risata incredula per il suo comportamento.
Esito a dargliele e penso di andare da sola in macchina ma poi realizzo che non ce la farei ad arrivare.
"Allora? Andiamo? O non è così urgente?"
"Sei serio? Tua figlia sta per nascere e tu pensi che io stia fingendo?" Sono quasi sull'orlo di una crisi isterica.
"Ne saresti capace"
"Mario ma tutto bene?" Sbotto.
"Allora vogliamo andare oppure vogliamo stare ancora qui a litigare?"
Scuoto la testa salendo in macchina e rimango in silenzio per tutto il tragitto tenendomi la pancia.
Ogni tanto si gira a guardarmi e io faccio finta di non vederlo, fin quando non posa la sua mano sulla mia per accarezzarmi il pancione delicatamente.
"Scusa" mi dice calmo.
Annuisco e ritratto la mano iniziando a pensare che sia tutto sbagliato.
Tante volte avevo desiderato questo momento e ora che sta per succedere e che la mia vita sta per cambiare per sempre vorrei tornare indietro, non è così che me lo immaginavo, ci facciamo guerra a vicenda e non è giusto.
Ho paura.
Guardo fisso la strada finché non arriviamo.
Accosta davanti all'ingresso per farmi scendere e mi dice di aspettarlo.
Appena arriviamo mi danno una stanza dove sistemarmi prima dei controlli e Mario si siede su una sediolina ai piedi del letto guardandomi senza dire niente.
"Come stai?" Finalmente interrompe il silenzio imbarazzante.
Annuisco.
"Hai paura?" Continua, guardandomi con uno sguardo da cucciolo sperduto che mi fa sciogliere.
Inizio a capire i suoi atteggiamenti, è spaventato quanto me e fa il duro cercando di non farmelo capire.
"Tantissimo, vieni qui" gli dico spalancando le braccia per accoglierlo in un abbraccio.
"E tu?" Gli chiedo.
"Anche... scusa per prima io..."
"Non fa niente"
Mi schiocca qualche bacio sulla guancia mentre mi rifugio nell'abbraccio e quando si allontana da me mettendomisi a sedere affianco mi appoggio alla sua spalla.
Prende il telefono e avverte sua madre e i miei genitori prima tornare ad abbracciarmi.
"Andrà tutto bene" mi sussurra posandomi qualche bacio sul collo.
"Vuoi che venga con te?" Mi chiede timidamente.
Annuisco guardandolo negli occhi e lo bacio.
Quando mi chiamano iniziano a tremarmi le gambe per l'ansia mista ad emozione.
Spero vada tutto bene.
Mi stringe forte a sé rassicurandomi.
"Ti amo"
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