Mi preparo per uscire, non me la sento, ma con gli antidolorifici sto meglio e se dicessi di no a Mario ci rimarrebbe male.
Metto un vestito semplice, non mi va di aggiustarmi troppo, anche se il ristorante è terribilmente elegante e penso di non essere all'altezza.
Ci fanno sedere al nostro tavolo con vista e mentre attendiamo mi perdo a guardare fuori.
"È bellissimo" sussurro godendomi il panorama.
"Ma mai quanto te" aggiunge prendendomi la mano.
"Non uscivamo insieme da troppo" dico cambiando discorso.
"Già, dobbiamo recuperare" sorride.
"Come stai?" Mi chiede vedendomi soprappensiero.
"Bene" cerco di non farlo preoccupare.
"Mmm non mi pare" risponde.
Cerca in tutti i modi di farmi ridere e alla fine ci riesce.
Siamo quasi fuori luogo, siamo i più giovani tra tutte le persone super eleganti e di classe agli altri tavoli e iniziamo a commentare tra di noi cercando di immaginarci chi siano.
Ci divertiamo come matti e sembriamo ubriachi anche se non abbiamo toccato alcol per via delle medicine che devo prendere.
Sono sempre stata abituata da Nicolò a locali super lussuosi e formali, ma con Mario ha tutto un altro effetto, non gliene frega niente, so che lo fa perché pensa di potermi far felice così, invece con lui sto bene proprio perché posso essere me stessa, con Nicolò era una noia mortale, mentre insieme siamo riusciti a far diventare una serata pesante la cosa più divertente che ci sia, facendomi dimenticare anche il dolore.
"Mi mancava uscire con te" sorrido prendendogli le mani appena siamo fuori.
"Anche a me, tantissimo" mi bacia.
Facciamo una camminata e mi diverto a fargli da guida mostrandogli cose che ho imparato negli anni qui.
Si guarda intorno come un bambino mentre lo porto in posti più sconosciuti e meno turistici della città.
"Lo so che di solito ti faceva Nicolò da guida turistica, come torniamo a Milano ti porto in giro un po' io, ti porto a Genova"
"Puoi portarmi ovunque tu, basta che siamo noi due" sorrido abbracciandolo.
Mi bacia come se fossimo soli, mentre intorno a noi continua a passare gente che ci guarda male.
"Sei bellissima"
"Anche tu" gli sfioro il viso.
"Torniamo a casa? I tacchi iniziando a farmi male" gli dico ridendo tra un bacio e l'altro.
"Certo, cerchiamo un taxi" mi prende in braccio facendomi cacciare un urlo.
"Sei scemo" rido reggendomi abbracciata a lui, mentre cammina con me in braccio stile sposa verso la fermata dei taxi.
Una volta dentro appena mi riprendo dalle risate inzio a baciarlo.
"Mario ancora non ci credo che è tutto finito"
Mi sorride e cerca di contenersi ma appena entriamo a casa mi stringe a sé stando attento a non farmi male e mi bacia di nuovo, con più passione, ma non si spinge oltre per non tentarmi.
"In questo momento vorrei non avere una costola incrinata" rido allontanandomi da lui prima di riprendere a baciarlo.
"Non fa niente" mi accarezza, guidandomi in camera.
Mi spoglio e lo aspetto sotto le coperte mentre lo osservo sbottonarsi i jeans e togliere la maglietta mentre guarda la tv, scoprendo la schiena perfetta e muscolosa.
Come mi raggiunge mi appoggio al suo petto e lui mi abbraccia coccolandomi finché non mi addormento, è la sensazione più bella del mondo, affianco a lui mi sento bene, non riesco a pensare che sia tutto finito e che finalmente addormentarmi e risvegliarmi con lui ogni mattina tornerà a far parte della mia quotidianità.Quando mi sveglio lui dorme ancora, cerco di liberarmi dalla sua stretta senza svegliarlo e piano piano riesco nell'intento.
Vado a preparare il caffè e cercando di non far cadere nulla gli porto la colazione a letto.
"Buongiorno amore" gli dico appena apre gli occhi, svegliandolo con dolcezza e dandogli bacini sul viso.
"Ciao piccola" mi stringe a se facendomi cadere.
"Ahi" dico sbattendo al suo corpo con il costato.
"Scusami cazzo, non volevo"
"Ma va tranquillo" sorrido "ti ho portato la colazione"
"Sei tu l'ammalata e mi porti la colazione?" Ride.
"Perché? Io non posso viziarti un po'?" Rido.
"No, quello è compito mio"