Parlo tutta la notte con l'anonimo che ancora non vuole rivelarmi chi sia, nè di dove sia, ci capiamo in inglese e va bene così, è davvero carino e quasi mi affeziono a lui già per messaggio.
Gli dico che un giorno dovremo vederci, ma rimanda.
Sembra una persona sensibile, mi chiede da quanto io sia a New York e come mai mi sia trasferita qui e gli racconto tutta la storia con Mario, mi chiede di lui, glielo descrivo, mi dice che secondo lui sono ancora innamorata e io gli rispondo che ha ragione.
"Perché non torni da lui?"
"A lui non importa più, mi hanno detto che è tornato con la ex, che vuole il divorzio, che a me non pensa più"
Mi lascia in visualizzato per qualche secondo, scrivendo a lungo, prima di liquidarmi con un "mi dispiace".
"Spero di riuscire ad andare avanti il più presto possibile" gli scrivo e lui mi risponde che ho ragione, che non ci dovrei pensare e dovrei distrarmi un po'.
È davvero tardi e gli do la buonanotte prima di addormentarmi.
"Vorrei essere lì con te"
Visualizzo.
Ho paura, ma nonostante ciò penso che le attenzioni che mi da questa persona non le ricevo da un po', da quando me ne sono andata.Quando mi sveglio in super ritardo, mi vesto di fretta ed esco, prendendo un cappuccino per strada e bevendolo di corsa mentre vado al lavoro.
Arrivo al mio ufficio e sulla mia scrivania mi aspetta un biglietto per il Museo d'Arte Moderna.
"Così ti distrai e mi pensi" con una faccina felice.
"Grazie, non devi farmi tutti questi regali però!!" gli mando un messaggio.
"Te li meriti tutti"
"Devo andare, sono a lavoro, ti scrivo in pausa pranzo" lo liquido prima di mettermi al lavoro."Rieccomi" gli scrivo più tardi.
"Ehi! Sei in pausa? Che mangi?"
"Non mangio, non mi va"
"Perché?"
"Sono tutte più belle e più magre di me qui, non so come io faccia a piacerti"
"Non è vero, smettila di farti questi complessi, sei bellissima, non devi paragonarti alle altre, davvero"
"Grazie..."
"So che tanto non mi ascolterai"
"Hai ragione"
"Se fai così mi viene voglia di svelarti chi io sia solo per starti davvero vicino"
"Perché non vuoi dirmi chi sei?"
"Non lo so"
"Un motivo ci deve essere"
"Forse sarebbe troppo facile, ti meriti qualcuno che ti dimostri con i piccoli gesti quanto ci tenga a te"
Inizio a piangere e lo lascio in visualizzato.
Esco da lavoro dopo qualche ora e vado diretta al museo, gli mando una foto per dirgli che sono qui, che visualizza subito, senza rispondermi.
Qualche minuto dopo ricevo una chiamata da quel numero.
Sono in ansia, ho paura di sentire la sua voce è ho paura che dal vivo non mi trasmetta le stesse energie positive che sento tramite messaggi.
Rispondo tremante e subito una voce familiare mi parla dall'altro capo del telefono.