Col cuore in gola

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"Ok non lo faccio più, ma tu non urlarmi più così" mi accoccolo al suo petto ascoltando il suo cuore battere fortissimo.
"Scusa"
"È ok, non fa niente, hai ragione, sono una stupida"
"No, diciamo che vuoi autodistruggerti"
"Se non ci fossi tu forse lo avrei già fatto"
"Senti che dici se ci facciamo un giro" mi chiede.
"Ok, mi faccio una doccia"
Mi lascia andare mentre in cucina prepara qualcosa da mangiare per cena.
Quando finisco lo aspetto in veranda, scende dal piano di sopra bello come il sole, coi capelli mossi ancora un po' bagnati e una maglietta che gli sta da Dio.
"Quanto sei bello" gli dico baciandolo, mi posa le mani nelle tasche posteriori degli shorts e mi avvicina a lui.
"Andiamo? Sei pronta?" Mi chiede sorridendo prima di darmi un ultimo bacio e avviarsi verso la macchina.
"Dove mi porti?" Gli dico posando lo zaino sul sedile posteriore.
Non mi risponde e si mette alla guida tenendomi una mano sulla coscia, andiamo verso Los Angeles passando per Hollywood finché non ci perdiamo per le stradine per arrivare sulle colline con la famosa scritta.
Arriviamo il più vicino possibile su una strada strettissima e senza uscita che è già sera.
"Non so come torneremo a casa, ma almeno ci siamo arrivati" sorride scendendo dalla macchina per prendere la macchina fotografica e scattare qualche foto.
Me ne scatta qualcuna anche a me, mi metto in posa e gli faccio da modella.
"Hai fame?" Mi chiede porgendomi le cose che ha recuperato nel frigo.
Mangiamo in macchina mentre fissiamo lo spettacolo sotto di noi.
"Toglie il fiato" gli dico senza distogliere lo sguardo dalle mille luci all'orizzonte.
"Già... ma mai quanto te"
"Scemo" gli sorrido.
"Ciò che stai provando è esattamente ciò che penso io dalla prima volta che ti ho vista"
"Che cazzata, ora che sono incinta non direi proprio"
"Può sembrarti strano ma ehi, quella lì dentro è mia figlia, adesso ti amo il doppio di prima, non è mai cambiato nulla, se non che ora oltre a pensare che tu sia dannatamente sexy, penso anche di essere fortunato a stare per avere una famiglia con te"
Mi fa sorridere.
"Ti amo" mi sporgo verso di lui e lo bacio.
"Vieni qui" mi attira per un braccio e mi fa mettere a cavalcioni su di lui.
"No Mario che fai, è pieno di telecamere qui" rido mentre mi sbottona i pantaloncini.
"Oh wow come se non girassero già video nostri"
"Sei matto, ma mi fai impazzire" gli sorrido iniziando a baciarlo mentre mi sistemo su di lui.
Poso la fronte contro la sua mentre mi muovo su di lui reggendomi alle sue spalle, guidata dalle sue mani sui miei fianchi.
Mi bacia per non farci sentire e mi stringe a sé quando che siamo venuti entrambi.
Mi appoggio al suo petto continuando ad osservare davanti a noi, il silenzio intorno a noi, il suo battito e le sue braccia che mi stringono forte mentre mi coccola, mi sento in pace, non vorrei più andarmene.
Inizia a piovere e decidiamo di tornare a casa dato che è davvero tardi e ci aspetta un'ora di viaggio.
Cerco di rimanere sveglia ma mi addormento sul sedile affianco al guidatore mentre Mario mi riporta a casa.
Mi sveglio tra le braccia di Mario che mi porta in braccio in camera da letto.
"Potevi svegliarmi" gli dico quando mi posa sul letto, attirandolo a me e baciandolo, sembra quasi un sogno, non riesco ad aprire gli occhi e ho la vista offuscata.
"Non fa niente" mi sorride.
"Scarico la macchina e vengo ok? Tu dormi" mi dice dopo avermi aiutata a spogliarmi.
Annuisco assonnata e gli accarezzo il viso prima che mi lasci per scendere al piano di sotto.
Mi addormento subito, sono stremata, ma qualche ora dopo mi sveglio in preda agli incubi, Mario in fin di vita, forse dopo un incidente o dopo una rissa.
Lo cerco con la mano per accertarmi che sia accanto a me ma il letto è enorme e vuoto, mi giro verso di lui col cuore in gola per cercarlo, ma lui non c'è.

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