MARIO'S POV
"Avevi ragione" le dico distruggendo la videocamera e andando ad abbracciarla.
Trema dalla paura, la vedo rivestirmi in fretta mentre mi prega di andarcene.
"Andiamo in studio, baby stai tranquilla" le rubo un bacio prima rivestirmi anche io e uscire tenendola stretta per mano.
"Cazzo Mario non ti facevo così, fai tanto il bravo e sotto sotto te la sbatti per bene🥵" leggo sul mio telefono.
Gionata.
Ovviamente.
"Non avete nulla"
"Ah no? Te ne sei accorto troppo tardi, le riprese le abbiamo"
Butto il telefono in tasca e guido veloce fino allo studio.
Appena siamo al sicuro riprendo il telefono e ritrovo una decina di messaggi.
Foto.
Non si vedono le facce, ma sono abbastanza dettagliate da non lasciare nulla all'immaginazione.
La sua bocca su di me, il suo seno, la mia mano al suo collo, i nostri corpi intrecciati, i suoi tatuaggi ben visibili.
"Mi spieghi che cazzo vuoi da noi?"
"Devi lasciarla, oppure il video diventa pubblico, queste sono solo un assaggio"
Visualizzo senza rispondere.
La vedo terrorizzata, mi guarda con gli occhi spalancati aspettando qualche notizia.
"È... Chris, gli ho detto che siamo qui" le mento per non farla preoccupare.
"Dormi baby qui puoi stare tranquilla"
"E tu?" Mi chiede, constatando che sul divanetto ci stiamo davvero stretti.
"Non preoccuparti, sto bene così" le rispondo.
In realtà passo tutta la notte senza chiudere occhio, cercando qualcosa che ci salvi, una soluzione, ma non mi viene in mente nulla.
"Hai dormito almeno un po'?" Mi chiede lei quando si sveglia preoccupata, accarezzandomi un ginocchio.
Annuisco.
"Che hai? Non era Chris ieri, vero?"
Fisso il pavimento sussurrando un "no" a denti stretti.
"Forse è meglio che ci lasciamo, vieni qui quando vuoi, ma stare insieme sta mettendo a rischio tutto" le dico dopo averci pensato tutta la notte.
"Che cosa stai dicendo?" Mi risponde disperata.
"Dico davvero"
"Non puoi star parlando sul serio Mario, no"
"Si invece, sono serissimo"
"Te lo hanno chiesto loro?"
"No, non lo avrei mai fatto fidati, ma inizio ad avere paura anche io e finché ci vado di mezzo solo io non è un problema, ma tu... non si devono azzardare a farti qualcosa"
"Devi stare tranquillo, e rimanere con me baby"
Si stringe a me, improvvisamente mi sento in colpa, so che ha bisogno di me, ha bisogno di attenzioni, di coccole, di sicurezze, ma ho paura che possano fare del male a lei e al bambino, non lo potrei mai sopportare, se loro vogliono prendersela con me che lo facessero pure, ma loro due sono la mia vita, farei di tutto affinché stiano bene.
Non le rispondo.
Rimango in silenzio, non so cosa dirle, vorrei dirle che andrà tutto bene, vorrei poterla consolare, ma non ci riesco.
"Tra poco arriva Chris" le dico cercando di essere il più distaccato possibile
"Vuoi che vada via?"
"Si, dobbiamo lavorare" decido di fare lo stronzo, so che soffrirà, ma è l'unico modo per farla stancare di me.
"Ok... vado... a casa? Cazzo no mario, se ci sono altre telecamere?"
"Vai in hotel, non lo so, fai come vuoi"
"Scusami?" Mi guarda in lacrime.
"Io ho da fare"
"Bene, ok" dice raccogliendo le sue cose, al limite di una crisi di pianto, so che si sta trattenendo solo per non scoppiare a piangere davanti a me.
"Piccola..." ci ripenso, so che non dovrei trattarla così.
"Che c'è?" Mi chiede scocciata.
"Niente, fammi sapere, a dopo"
Annuisce prima di andarsene.
Mi si spezza il cuore a comportarmi così, ma so che per proteggerla devo lasciarla andare.
Rimango tutto il giorno in studio, ignorando le sue chiamate e i suoi messaggi, Chris va via e io sto fino a tardi, arrivo in hotel seguendo le sue indicazioni quando lei già dorme, abbracciata al telefono, forse in attesa di una mia chiamata.
"Dove sei stato?" Mi chiede con la voce impastata dal sonno.
"Scusa, c'era una festa, mi hanno invitato" mento, so che le avrebbe dato fastidio se lo avessi fatto davvero.
"Potevi dirmelo"
"Ho lasciato il telefono in studio"
Non mi risponde, mi guarda per un attimo e capisco che è distrutta, avrà passato tutta la giornata a piangere e la responsabilità è solo mia.
Si gira dall'altro lato, vorrei toccarla, abbracciarla e consolarla ma non posso, le farei solo del male, passo la notte a fissare il soffitto, tra i suoi singhiozzi sommessi che non posso calmare.