Averti nella mia vita

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"Baby mi dispiace per tutte le cazzate con cui ti ha riempito la testa Nicolò, non è vero niente, sono pazzo di te, non riesco a non pensarti, non potrei mai immaginare di andare avanti senza di te, non volevo rivelarmi così presto, ma sapere che stai soffrendo così tanto mi spezza il cuore"
"Mario?"
"Girati"
Mi volto e lo trovo a pochi passi da me.
Scoppio a piangere e vado ad abbracciarlo.
"Ti amo, ti amo, ti amo tantissimo" gli dico stringendolo forte mentre continuo a piangere a dirotto.
"Anche io piccola, ti amo da impazzire, non farmi più questi scherzi, la prossima volta parlamene prima di scappare"
Mi bacia, senza volermi lasciar andare.
"Non dovresti essere qui"
"Invece si"
"Come l'hai scoperto dov'ero?"
"Nicolò mi ha chiamato per sbaglio mentre era con te... ho localizzato la chiamata"
"Nicolò non ti ha manco detto che sarebbe venuto qui?"
"Certo che no, sarei venuto con lui, mi ha sempre detto di non sapere niente"
"Aspetta, l'hai preso tu a botte?"
"Potrebbe essere"
Rido.
"Piccola sei dimagrita tantissimo"
Faccio spallucce.
"No, non va bene"
"Sto bene"
"Non mangi, non stai bene" mi bacia la fronte e mi guarda negli occhi.
"Finiamo il giro?" Mi stacco da lui trascinandolo per un braccio.
"Non cambiare argomento signorina"
"Sto bene"
"Ne riparliamo dopo" mi abbraccia da dietro baciandomi una guancia davanti alle Ninfee di Monet.
Finiamo di vagare per il museo e poi mi porta a cena in un ristorante lì vicino.
"Mi sei mancata" mi dice prendendomi la mano mentre aspettiamo che ci portino da mangiare.
"Anche tu Mario, davvero tanto"
Mangio pochissimo e lui lo nota, iniziando ad imboccarmi contro la mia volontà.
"Non mi va"
"Non è vero che non ti va"
"Sono seria"
"Ok, dillo che ti mancano le cose che ti cucinavo io"
"Lo ammetto" sorrido.
"Lo sapevo" scherza.
"Quando devi ripartire?"
"Quando vuoi tu, se è un mese, un anno, dieci anni, rimango qui con te"
"Perché sei così speciale?"
"Non faccio niente di speciale"
"Si invece, per te ripartirei anche domani e sei qui a dirmi che per me rimarresti anche dieci anni, Nicolò mi ha detto che non mi sarebbe servita casa nemmeno per un mese perché intanto avrebbe fatto il possibile per convincermi a tornare"
"Anche se ti fa male hai il lavoro che volevi da sempre, non posso non essere felice per te, sul fatto che ti metta in testa idee strane come il fatto di dimagrire, ci dobbiamo lavorare"
"Va bene così, devo dimagrire..."
"No, piccola sei davvero troppo magra, sappiamo entrambi i tuoi problemi in passato, non voglio che tu ci ricada"
"Stai tranquillo..."
"Non sto tranquillo, non voglio rischiare di perderti un'altra volta"
"Torniamo a casa?" Dico alzandomi e andando a pagare per entrambi.
"Ehi!"
"Te lo devo" sorrido prendendolo per mano.
"Il mio hotel è qui vicino, rimani da me"
"Mario domani devo andare a lavoro, non posso andare vestita come oggi" rido.
"Non mi piace che casa tua te l'abbia regalata Nicolò"
"É un motivo in più per segnare il territorio noi due no?" Scherzo, chiamando un taxi e tirandolo dentro.
Appena arriviamo a casa si guarda intorno esterrefatto.
"L'avrà pagata tantissimo, sei sicura che vuoi stare con me quando hai lui che può darti tutto ciò?"
"Sei scemo?"
"No... sono serio, è assurdo"
"Ssssh" lo bacio dolcemente.
Le sue mani si spostano sui miei fianchi trattenendomi mentre faccio scivolare via la sua felpa, lasciandolo a torso nudo.
Mi volta e lentamente fa scendere la zip del mio vestito mentre mi lascia bacetti leggeri sulla schiena.
Lascio che il vestito cada per terra, rimanendo a guardarlo in intimo, mi copro non sentendomi a mio agio col mio corpo ma lui mi prende le mani e mi stringe a sè riempiendomi di baci.
"Sei bellissima"
Sorrido senza crederci più di tanto.
Si sbottona i jeans rimanendo in boxer e si siede sul letto facendomi cadere su di lui.
"È strano" gli dico guardandolo negli occhi.
"Cosa?"
"Riaverti di nuovo qui, avere qualcuno di cui mi importa"
"Siamo sempre io e te, non è cambiato nulla, riprendiamo da dove abbiamo lasciato prima che tu te ne andassi ok?"
Annuisco e riprendo a baciarlo.
Ci metto un po' a lasciarmi andare, mi ero dimenticata quanto fosse bello stare con lui.
Mi fa stendere e scende a baciarmi tutto il corpo prima di far scivolare via i miei slip e continuare a riempirmi di baci l'interno coscia facendomi sciogliere.
"Così mi fai impazzire" gli sussurro.
"Così invece?" Muove la lingua contro di me trattenendomi per le gambe, vengo dopo pochissimo e riprendo fiato abbracciata a lui.
Mi sposto per salire sopra di lui facendolo entrare dentro e mi chino a baciarlo.
Mi muovo lentamente mentre accompagna i miei movimenti tenendomi per i fianchi.
Veniamo insieme e quando tento di spostarmi per stendermi affianco a lui mi trattiene a sè.
"Non andartene" sorride abbracciandomi.
"Non vado da nessuna parte"
"No, sono serio, ho paura che tu sparisca di nuovo"
Mi accoccolo a lui baciandogli il petto e mi addormento così.

Mi sveglio ritrovandomi di spalle, con Mario che mi abbraccia da dietro e mi impedisce di muovermi.
Cerco di svegliarlo con i bacini per correre a prepararmi per il lavoro.
"Non puoi prenderti un giorno di ferie, dici che stai male?"
"Non posso, devo andare, già mi odiano al lavoro" scherzo.
"Perché?"
"Lascia stare"
"No ora mi interessa"
"Niente di che... non sono il massimo della gentilezza"
"Tutto ok?"
"Si, tranquillo, devo andare, non ti muovere da qui, appena finisco torno"
"Ok ti aspetto qui" sorride.
"Nel frattempo puoi portare la tua roba dall'hotel qui, tanto ti terrò in sequestro a casa mia" lo stringo forte prima di uscire di casa.
"Va bene... ai suoi ordini" scherza.
"Ehi amore?"
"Mmmh?" Mi giro sull'uscio di casa.
"Sei strafiga così"
"Non vedo l'ora che tu mi tolga anche questo vestito" lo prendo in giro.
Vado a lavoro contenta per la prima volta che sono qui, mi sembra di volare mentre cammino per strada nel traffico di New York.
Arrivata in ufficio vedo che stanno tutti festeggiando e stranamente la mia collega mi invita.
"Grazie per la mano che mi hai dato per l'articolo" ride.
Non capisco, gin quando non mi rendo conto che ha presentato l'articolo che ho scritto io, che avrei dovuto presentare domani, spacciandolo per opera sua e se non ne preparo un altro da consegnare io rischio il posto.
"Cosa scusa? L'articolo è mio"
"Davvero? Mi pare ci sia scritto il mio nome sotto, impara a non prenderti i meriti altrui"
Rimango impietrita da questa risposta e scappo al mio ufficio prima di scoppiare a piangere davanti a tutti.
Cerco di farmi venire un'altra idea ma sono troppo nervosa per lavorare, fin quando la mia giornata non viene migliorata dal mio uomo.
Mi arriva un mazzo enorme di rose rosse, con un biglietto.
"Ciao amore, ti penso" questa volta scritto a mano, con la sua firma.
Penso di essere la persona più fortunata del mondo ad averlo nella mia vita, non importa ciò che succede se ho lui.
Esco dall'ufficio senza salutare nessuno e torno a casa.
"Che succede?"
"Devo muovermi a scrivere una cosa per domani e preferisco farlo a casa piuttosto che in ufficio, ma prima voglio farti sapere quanto io mi senta fortunata ad averti nella mia vita" sorrido trascinandolo in camera.

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