Senza una meta

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"Nicolò che cazzo dici è impossibile, non lo farebbe mai!"
Prendo il telefono per chiamare Mario ma ha la segreteria telefonica, continuo a chiamarlo ma non mi risponde.
Nel frattempo Nicolò caccia degli screen e mi fa vedere le prove per dimostrarmi che ciò che sta dicendo è vero.
Ci rimango malissimo, non può essere, da lui non me lo sarei mai aspettata.
Scoppio a piangere e Nicolò subito cerca di consolarmi.
"Te l'avevo detto io di stare attenta e di seguire il tuo istinto, nemmeno io me lo aspettavo da lui, non so perché lo abbia fatto, se vuoi ci parlo io ok? Ora stai tranquilla che si sistema tutto"
"Nicolò l'unica cosa che credevo certa della mia vecchia vita era che lui mi amasse, l'unica, ora non ho niente, mi fidavo di lui ed eccomi qui a scoprire che è la causa per cui sono in questa condizione ora"
"Ci sono io, sai anche che io ti amo, non è vero che non hai niente, hai me"
"Nico io..."
Mi bacia, un bacio passionale da cui io non mi tiro indietro, continuiamo a baciarci e penso che infondo sia giusto così.
Qualche minuto dopo ci stiamo spogliando e lo facciamo, sento che mi desidera e che stava aspettando questo momento da tempo.
Mi blocca le mani sopra la testa e accelera finché non mi fa venire tra i gemiti, un po' mi manca la dolcezza di Mario, niente baci, niente carezze, ma ora che ho scoperto che anche lui mi ha mentito e mi ha fatta star male non me ne importa più.
Dopo essere venuto anche lui si stende affianco a me e si accende una canna.
Me la passa e io penso che qualche tiro non mi faccia nulla, anzi mi possa aiutare in questo momento.
La prendo e fumo con lui mentre rimaniamo nel silenzio più totale senza nemmeno sfiorarci.

MARIO'S POV
Trovo quattro chiamate di Lol e inizio a preoccuparmi, sono in studio e non ho sentito il telefono per cui provo a richiamarla diverse volte ma non risponde.
Corro subito a casa con la paura che le sia successo qualcosa, faccio il prima possibile, non potrei sopportare di vederla di nuovo stare male.
Penso a tutto ciò che le può esserle successo e il tragitto in macchina verso casa mi sembra interminabile, ma tra tutte le opzioni possibili non mi sarei mai aspettato di tornare a casa e trovare lei e Nicolò a scopare nel nostro letto.
Non ci vedo più dalla rabbia, ma tra le lacrime di frustrazione decido di non fare nulla, o la cosa sarebbe finita male, chiudo la porta senza farmi sentire ed esco di nuovo, guido senza una meta perché ho bisogno di pensare.

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