Mi sveglio col mio telefono che squilla.
Guardo l'ora e mi rendo conto che è mezzogiorno.
Apro la chiamata: Mario.
"Ciao amore tutto bene? Mi stavo preoccupando... scusa se ti ho svegliata"
"No, tranquillo, non mi è suonata la sveglia"
"Come state?"
"Bene! Tu?"
"Sto tornando a casa ora, abbiamo fatto nottata in studio, ci siamo quasi"
"Non vedo l'ora! Ora dormi però"
"Stai tranquilla, tu devi riposarti"
"Spero di risolvere oggi"
"Fammi sapere, nel caso stasera parto e ti raggiungo"
"No, stai tranquillo, inutile che vieni qui se domani riparto"
"Ok, quando vuoi chiamami piccola, non stressarti troppo"
"Tu però ora riposati! Appena torno devo stancarti io"
"Scema ti aspetto carichissimo"
Chiudo la chiamata e fisso il telefono ancora indecisa su cosa fare.
Non me lo perdonerei mai se non ci parlassi almeno un attimo.
Mi faccio dire da Marina dov'è Nico e lei fortunatamente non chiede nulla.
Mi preparo velocemente e vado da lui, oggi pomeriggio ho appuntamento con l'idraulico quindi devo sbrigarmi.
Ho mille ripensamenti mentre arrivo alla struttura, una parte di me pensa che è sempre Nicolò, che non cambierà mai, che non merita che io mi stia preoccupando per lui, dall'altro so che non lo avrebbe mai fatto di sua spontanea volontà e che quindi deve essere stato davvero qualcosa di importante e grave a spingerlo a finire qui.
Appena arrivata lì mi faccio accompagnare alla sua stanza, ma prima di aprire tentenno di nuovo e quasi torno indietro quando lo sento parlare al telefono facendo il coglione.
Non è cambiato per niente, per un attimo ho paura che sia lo stesso Nicolò violento e penso di star facendo una cazzata, busso e quando scocciato mi dice che sono già passati per le medicine mi faccio coraggio ed entro.
"Devo lasciarti" dice al suo interlocutore senza distogliere lo sguardo da me.
"Che cazzo ci fai qui?" Dice ridendo.
"Sono venuta a vedere come stavi"
"Beh come sto? Chiuso qui dentro cercando di non chiamare qualcuno e farmi portare roba?"
"Se non fai lo stronzo sarcastico forse bene"
"Ah dovrei essere lucido e pure simpatico?"
"Mica ti hanno costretto a venire qua"
"E chi mi avrebbe sopportato per come stavo prima?"
"Beh l'importante è rendersene conto" rido.
Mi tira un cuscino ridendo.
"Wow, siamo sorpresi, dalla tua delicatezza" lo prendo in giro.
"Siamo?"
""Sono incinta"
"Mario?"
"Già..."
"Sa che sei qui?"
"No"
"Come ai vecchi tempi" scherza "almeno ci divertivamo"
"Beh possiamo ancora divertirci, sai giochi da tavolo, robe così?"
"Io coi giochi da tavolo? L'unico gioco che mi viene in mente è io sul tavolo e tu che me lo succhi"
"Nicolò! Mario non sa che sono qui ma non ho la minima intenzione di tradirlo, se devi continuare così me ne vado"
"No, scusami, resta, se sto qua è solo per te... come cazzo fai a non odiarmi dopo tutto quello che ti ho fatto..."
"Ti odio... ma mi sento anche responsabile..."
"Ti faccio pena"
"No dai, quella me la facevi prima, ora sembri quasi il Nicolò che conosco io" rido.
"Che stronza!"
Ci interrompe una chiamata, mi ero totalmente dimenticata dell'idraulico e devo scappare a casa.
"Già vai via?"
"Devo... è successo un casino con la vicina, sono dovuta tornare da Milano per far aggiustare un tubo"
"Beh quando ero il tuo vicino questi problemi non c'erano"
"C'è n'erano altri tipo tu che ti scopavi una tipa al giorno"
"Quando la tipa eri tu però ti piaceva"
"Che idiota"
"Ok, scherzo, mi ha fatto piacere vederti"
"Anche a me vederti bene"
"Bene? Ti è scesa la vista?"
"No, stai meglio così, sei il Nicolò carino"
"Carino?" Mi abbraccia facendomi il solletico.
"Ehii questa confidenza?"
"Scusa, mi è venuto spontaneo"
"Non fa niente"
"Ehi?"
"Dimmi"
"Quando torni a Milano?"
"Penso domani"
"Mmmh"
"Perché?"
"Niente"
"Ciao Nico"
"Ciao baby"
Torno a casa e dopo aver risolto con la vicina aggiusto la valigia, domani ho il treno la mattina, quindi mi conviene dormire.
Quando mi sveglio nel cuore della notte trovo una decina di chiamate da Mario.
Gli scrivo: "amore scusa mi ero addormentata, ti chiamo domani mattina"
Mi risponde subito: "oddio ero in ansia, un'altra chiamata senza risposta e sarei partito, stai bene?"
"Si, tutto bene, ci sentiamo domani"
"Ok, buonanotte piccola, riposati"
Non ho più sonno, sono sveglia e vago per la casa.
Mi trovò davanti una foto di me e Nicolò e rimango a fissarla per qualche minuto.
Capisco ciò che voleva dirmi, che voleva che andassi anche domani, ma non aveva il coraggio di chiedermelo.
Ci penso un po' su, penso che infondo ripartire domani sera non mi cambierà nulla.
Cambio il biglietto e accendo la tv.
Mezz'ora dopo che il mio treno dovrebbe essere partito scrivo a Mario.
"Ho perso il treno"
Mi chiama subito rassicurandomi e gli dico che prenderò quello di questo pomeriggio.
"Mi manchi piccola, non vedo l'ora di abbracciarti"
"Anche tu, come stai?"
"Un po' stanco... ma bene, voi?"
"Alla grande, stai facendo il bravo?"
"Sto sempre in studio, puoi stare tranquilla"
"Mmm ok... sei in studio ora?"
"No, tra poco vado"
"Ok, allora ti lascio andare, ciao Marietto ci vediamo dopo"
"Ciao piccola"
Come chiudo la chiamata inizio a scattarmi foto stupide e mandargliele, mi manca fare la scema con lui e mi manca lui, ma sono divisa in due considerando che Nicolò è in un momento delicato.
Come mi risponde con selfie altrettanto stupidi, facendomi ridere, scatto qualche foto più spinta mentre mi preparo ad uscire.
Mi chiama subito.
"Sei matta se le vede qualcuno?"
"Le mando a te, chi dovrebbe vederle?"
"Non si sa"
"Dai, volevo solo giocare un po', devi sempre smontarmi"
"Piccola mi manchi, ma non è il modo di fare"
"È solo una foto"
"E se mi rubano il telefono? Se qualcuno le vede?"
"Sei paranoico"
"Non sono paranoico! Non mi sembra il caso"
"Ok... scusa... ti pensavo, stop"
"Devo andare"
Chiudo il telefono e mentre sto uscendo mi richiama.
"Scusami"
"Ok"
"Questa lontananza mi sta uccidendo"
"Mario sono lontana da due giorni"
"Sei incinta! Ho paura per te"
"Va tutto bene Mario, sto bene, smettila di preoccuparti inutilmente"
"Ok, non vedo l'ora di vederti baby, scrivimi quando riparti"
"Ok, a dopo"
Chiudo la chiamata e arrivo alla metro per arrivare in clinica da Nicolò.
Appena mi vede fa per cacciarmi.
"Senti non è giornata, non dovevi ripartire?"
"Parto stasera, che è successo?"
"Niente, non mi sento bene, per cui se non vuoi rischiare di rivedere il me stronzo che non ti piace ti conviene andartene"
"Nico stai tranquillo" lo abbraccio.
Si calma un po' e mi accarezza la schiena stringendomi senza farmi male.
"Puoi farcela" gli sorrido scostandogli i boccoli perfetti dal viso.
"Sto facendo sta puttanata della riabilitazione solo per te"
"Nicolò io amo Mario"
"Lo so, un po' ci spero sempre però"
"Beh se ti porta a curarti ben venga"
"È davvero fortunato, lo sa?"
"Si e io sono fortunata ad averlo"
"Lo so che è il ragazzo perfetto, non devi dirmelo, non ti annoia tutta quella perfezione?"
"Non è perfetto nemmeno lui, ma è giusto così"
"Ha una come te e ha anche il coraggio di non essere perfetto?"
"Smettila" rido.
Passiamo ancora un po' di tempo insieme e poi torno a casa.
"Domani vieni?" Mi chiede
"Penso di ripartire più tardi"
"Ok... ci vediamo"
"Ohi?"
"Ehi"
"Mi raccomando Nico, fallo per te"
"Seh vabbè"
"Nico promettimi che non rinunci"
Non risponde.
"Oh!"
"Devi andare? Vai no?"
"Ciao..."
"Scrivimi quando arrivi a casa che è buio"
"Adesso ti preoccupi?"
"Si"
Torno a casa che è buio, è anche tardi e mi sono dimenticata del treno.
Scrivo a Mario che me lo hanno cancellato, che non posso partire e lui visualizza subito.
"In che senso scusa?"
"Torno domani, dai è tutto ok, c'è un treno alle 16"
Visualizza senza rispondere.
Mangio qualcosa prima di addormentarmi e metto la sveglia per andare a trovare Nicolò prima di partire.
Come torno a casa a prendere la valigia ritrovo Mario che mi aspetta in salotto e appena mi vede rientrare mi guarda con lo sguardo severo.
Speravo di non dover affrontare il discorso e invece eccoci qua.
"Il treno di ieri non l'hanno cancellato, mi spieghi che sta succedendo?"
