Scendo in ascensore e me lo ritrovo a rincorrermi per le scale, mi blocca nell'atrio e cerca di convincermi ma scoppio a piangere e non voglio sentire ragioni.
"Ti giuro che hai frainteso tutto, te lo giuro su ciò che vuoi, non è come pensi, non è successo nulla"
"Mario non è ciò che è successo o ciò che non è successo, è che non ti vedo così con me da troppo tempo, io mi faccio nove ore di viaggio per tornare da te, mi licenzio, penso di essere io il problema e ti ritrovo con lei, in questi giorni non ti sei sforzato un minimo di parlare con me, hai sempre avuto da fare, magari con lei, non te n'è fregato nulla di come stessi, ti sei solo incazzato l'unica volta che io ti ho detto che ero impegnata, te l'ho detto già quando eravamo a New York, non sei più quello di sempre, non so cosa si sia rotto tra di noi, non so nemmeno come sia successo, ma so soltanto che già lo pensavo e vederti oggi con lei è stata solo una conferma, sono stata stupida io, potevo fare come te, prendermela perché tu te ne eri andato e farmi prendere dal primo che mi capitava sotto mano essendo sola a New York, tanto anche tu, speravi che non ti avrei mai scoperto"
"Non è la prima che mi è capitata sotto mano, smettila di dire cazzate, non è così"
"Ma ti rendi conto che difendi lei e non dici una parola su tutto il resto? Wow vedi che ho ragione, vai, fai quello che vuoi, ma non venirmi a dire che non è come sembra perché a me sembra lo sia davvero"
"È dall'altro giorno che vuoi lasciarmi, hai solo trovato la scusa perfetta no? Se è quello che vuoi vattene, non si affrontano così le cose"
"È dall'altro giorno che penso sia successo qualcosa di sbagliato, è dall'altro giorno che ti sento strano nei miei confronti, ora ne ho avuto semplicemente la prova"
"Scusami ma ora non posso nemmeno parlare con qualcuna che tu fai queste scenate?"
"Mario sei libero di parlare con chi vuoi, ma così non ci sei nemmeno con me ormai"
"Ma cosa dovrei fare che tu prendi, scappi, decidi per la mia vita, ti raggiungo e non ci sei mai, come provo un minimo a farmi conoscenze a te non va bene, sei sempre a lavoro, mi fai pesare se io invece ho da fare, non capisci che non sei solo tu ad avere impegni e non mi capisci, cosa dovrei fare? Con chi dovrei essere in sintonia? Dici che io sono cambiato ma anche tu non scherzi!"
"Ok, perfetto, ognuno ha le sue posizioni e entrambi abbiamo intenzione di mantenerle, possiamo tranquillamente finirla qui"
Mi tolgo l'anello di fidanzamento e glielo do.
"Ehi no, non voglio, ricominciamo da zero ok? Ti prego, piccola io ti amo" mi blocca per i fianchi senza farmi scappare.
"Mario anche io ti amo... ma forse ormai non sappiamo più dimostrarcelo..." gli accarezzo una guancia ormai rigata dalle lacrime.
Rimane in silenzio mentre mi giro e me ne vado, sparendo in un taxi.
Arrivo in stazione e prendo il primo treno per Roma.
Fa strano rivedere casa mia ora, così, vuota e ferma all'ultima volta che ci sono stata con Mario.
Le nostre foto sono ovunque e non ho il coraggio di toglierle dalle cornici.
Mi butto sotto le coperte e inizio a piangere iniziandomi già a pentire della decisione.
Posta storie tristi e penso che vorrei essere lì, affianco a lui a dirgli che andrà tutto bene, ma mi ricordo che ha lei.
Posto anche io una storia un po' giù e Nicolò mi chiama.
"Sei a Roma?"
"No"
"Come no, sei a casa tua, a Roma"
"Ma come..."
"Si vede il letto" ride.
"Si sono a Roma" rispondo scocciata.
"Senti... possiamo parlare?"
"Nicolò basta, mi hai davvero rotto le palle, non ne posso più"
"Sono serio... ti prego"
"Nicolò non mi va"
"Per favore, ho bisogno di parlarti..."
"Va bene... puoi darmi oggi per riprendermi? Davvero, ne ho bisogno"
"È urgente, perché non lasci che ti faccia riprendere io?"
"Nicolò sono stufa della situazione con te, basta, davvero, non ce la faccio a vederci solo per scopare e basta, non mi serve, non è quello che voglio ora"
"Non è quello che intendo, davvero, mi sono reso conto di alcune cose e vorrei parlartene, allora?"
"Ok... va bene"
"Ci vediamo al solito posto?"
