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Trama:la litigata.

"Calma T/n, vedrai che sta bene". Ripeteva la mia amica, mentre io finivo la terza o forse quarta, bottiglia di birra. Mi sedetti sul divano, non riuscendo più a reggermi in piedi, l'alcool stava facendo il suo effetto ed io, per quanto lo odiassi, ne avevo proprio bisogno.
Guardai il pavimento, era ricoperto da mille pezzettini di vetro. Presi dalla rabbia, non solo ci siamo urlati contro le peggio cose, ma tutto ciò che trovavamo diventava la nostra arma per colpirci a vicenda.
Nessuno dei due è stato gentile con l'altro, non abbiamo dato peso alle nostre parole e ci siamo feriti, più di quanto potessimo immaginare.

A causa dell'alcool non ricordo esattamente come si è conclusa la litigata, ma credo di avergli detto qualcosa di spiacevole, perché il suo volto da incazzato si è trasformato in triste e nei suoi occhi lessi la delusione da parte mia. È uscito di casa, senza neanche portarsi le chiavi e dicendomi dove andasse. Sono passate cinque ore da quando è fuori, non mi ha chiamata o inviato un messaggio, avvisandomi che avrebbe fatto tardi. Il rimorso è venuto a farmi visita, immaginando il mio fidanzato in discoteca che balla con una ragazza, per poi portarla al bagno.

Sono scoppiata a piangere e ho chiamato un'amica, che per me era come una sorella. Le ho raccontato quel poco che ricordavo, lei adesso sta cercando di calmarmi, ma sono consapevole che ciò che sta dicendo è per farmi calmare e non farmi accettare in quel momento la verità. L'avevo perso per la mia lingua lunga, perché non penso prima di parlare?
Chiusi la chiamata, lei provò a chiamarmi più di una volta, ma io spensi il cellulare. Lanciai la bottiglia di vetro vuota contro la parete.

P.O.V Loki
Mi precipitai a casa, salendo le scale velocemente, rischiando di cadere e sbattere la testa. Suonai al campanello, ma T/n non venne ad aprirmi, provai ancora ma niente da fare. Sfondai la porta e mi precipitai in salotto.
Distesa sul pavimento di vetro, c'era T/n i suoi polsi erano sporchi di sangue.
La presi e la misi sul divano, per poi prendere delle bende e fasciare le ferite, un minuto più tardi e T/n sarebbe morta...

Le toccai la fronte sudata, scottava. Presi una bacinella e la riempii di acqua fredda, presi un panno e ritornai da lei. Bagnai il panno e lo appoggiai lentamente sulla sua fronte.

"C-che ci fai tu qui?" Mi domandò.
"La tua amica mi ha chiamata preoccupata, perché hai provato a suicidarti?"
"Perché..." due colpi di tosse la fermarono.
"Non vale la pena vivere, se al tuo fianco non hai la persona giusta..."
"Credevo di averti perso, dopo quella frase". Le sistemai il cuscino, per farla stare più comoda.
"Mi dispiace per averti fatto del male". Le presi la mano.
"Per chi sono?" Domandò dopo aver notato i fiori sul pavimento.
"Per te".

Mi sorrise e dopo qualche ora si addormentò, la coprì e mi sedetti sulla poltrona, guardandola fino ad addormentarmi.

Buonasera💞
Ringrazio giorgiacomotti per l'idea del capitolo, solo che ho portato alcune modifiche. Spero vi sia piaciuto🥰

Vi amo 3000❤

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