199

402 38 22
                                    

Trama:le riprese di un film drammatico.

Misi il telefono in tasca, per poi sbadigliare. Ero sveglia da due ore circa, ma il sonno non voleva abbandonare il mio corpo e mente, il che era strano, avevo preso il caffè e non avevo voglia di prenderne un altro, non vorrei avere il cuore a mille o essere troppo nervosa, potrei rovinare il mio e il lavoro degli altri, oppure lo scenario più brutto, mandare a quel paese la mia relazione con Tom. Sono nove anni che stiamo insieme e non vorrei rovinare questa favola, grazie alla Disney se ho un principe azzurro al mio fianco, anche se a lui piace giocare ad essere un super cattivo.

Parli del diavolo e spuntano le corna.

Ho pensato al mio fidanzato e lui è entrato nella stanza in cui stavo facendo la pausa. Si avvicinò a me, dandomi un bacio, per poi sottarmi l’anello bianco che avevo all’anulare, iniziando a giocarci. Ormai quel gioiello comprato per caso è più suo che mio.

“Siamo sicuri che lei sarà la tua fidanzata solo davanti le telecamere? No perché a me sembra il contrario”. Feci parlare la mia gelosia in quel momento, quando vidi l’attrice che interpretava il ruolo della ragazza di Tom. Mi dava l’impressione di esserci troppo appiccicata a lui, quando non si trattava delle riprese del film.
Lui rise, conoscendo troppo bene la mia gelosia.
“È soltanto lavoro e lo sai. Comunque hai fatto colazione?” Mi chiese.
“No”.
“Allora vado a prenderti qualcosa al bar di fronte”.

Quest’uomo mi conosce fin troppo bene. Gli lascio un bacio sulla guancia per ringraziarlo, mentre lui scende le scale e va via. Chissà cosa mi prenderà? Spero che non esageri, come suo solito fare, quando scopre che non ho mangiato o non mangio da qualche ora.

Riprendo il telefono, per passare quei pochi minuti senza di lui, facendo qualcosa e non annoiandomi, ma un forte odore di bruciato entra nelle mie narici e alcune persone nel palazzo iniziano ad urlare. È scoppiato un incendio!

P.O.V Tom
Ritorno dal bar, con la colazione nella busta verde acqua, è un po’ tardi per fare colazione con ciò che ho preso, ma non è colpa mia, se le persone davanti a me non sapevano cosa prendersi, facendo irritare tutte le persone dietro di me, che facevano la fila.

Faccio scivolare la busta, quando vedo davanti a me il palazzo dove ci sarebbero state le riprese, essere avvolto dalle fiamme, come se ci fosse un drago al suo interno.

I pompieri provavano a spegnerlo, ma sembrava impossibile e un enorme nuvola di fumo grigia, rovinava quel meraviglioso cielo azzurro.

Corro davanti alla protezione, dove c’erano alcuni feriti, cercando lei, forse era dentro l’ambulanza?

Mi avvicino al regista, aiutandolo a mettersi in piedi e respirare grazie alla bomboletta.

“Hai visto T/n?” Chiesi ripetendo pezzo per pezzo quella domanda e urlando, così che capisse.
“È-è ancora dentro”. Tossì.

Lo lasciai alle cure del paramedico, per poi avvicinarmi alla struttura. Cadeva a pezzi e lì c’erano mille agenti, che impedivano a chiunque, che non fosse un pompiere, di poter entrare. Infatti un uomo che stava svolgendo il suo lavoro, non mi faceva passare.

Da una parte lo capivo, era il suo lavoro e doveva tenere a bada quella catastrofe, ma dall’altra volevo che se ne andasse, che mi lasciasse passare per salvare T/n. Mi auguro stia bene, che abbia solo qualche ferita, ma non che sia morta e il suo corpo carbonizzato.

“La prego mi lasci passare! Lì dentro c’è la donna che amo!” Urlai ma c’era poco da fare, lui era irremovibile. Si udì un’esplosione, qualcosa all’interno del palazzo era esploso.
“Portatelo via!” Disse guardando i suoi uomini.

Mi presero per il braccio, trascinandomi via, io cercai di resistere ma loro facevano forza, essendo più muscolosi di me, riuscivano a trascinarmi, anche se lentamente. Non avrebbero vinto loro.

Quando riuscii a liberarmi, corsi vicino al palazzo e fu proprio lì che vidi una figura uscire fuori, era T/n...

Trascinava i piedi stanza, respirava a bocca aperta e in braccio aveva un bambino di nove/dieci anni.

Lasciò il bambino e questo corse dalla madre, che fra l’altro lo aspettava e si abbracciarono, piangendo felici di rivedersi.

T/n si inginocchiò, aveva respirato molto fumo e non riusciva a respirare, mi misi al suo fianco, tenendole la testa, cercando invano di tenerla sveglia, mentre i medici la portavano in ospedale con la sirena a tutto volume, era un codice rosso.

Io li seguii a ruota, arrivando in ospedale insieme a loro. Portarono T/n a fare controlli e robe simili, invece io fui messo in sala d’aspetto. Camminavo nervosamente, mi tremavano le mani e le gambe, aspettavo una notizia e mi auguravo fosse positiva.

Una dottoressa uscì dalla sala, era un po’ sudata, le chiesi di T/n e per fortuna mi disse che stava benissimo, le sarebbero servite alcune visite mediche e riposo assoluto.

Entrai nella sua stanza, lei dormiva. Mi misi al suo fianco con la sedia e le presi la mano.

“Non farmi preoccupare mai più così”. Dissi piangendo.

Buon pomeriggio💞
Richiesta fatta da:MartaRossi504. Spero che il capitolo vi sia piaciuto🥰

Vi amo 3000❤

🐍 Tom Hiddleston 💙Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora