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Trama:il passaggio.

Molti studenti odiano la scuola a causa di qualche materia, professori, compagn*/i di classe o l'orario, io invece odio la scuola per il tragitto che mi divide dalla struttura e da casa mia.

Ogni mattina mi faccio a piedi 13 kilometri, poi il prof si domanda il perché io non faccia educazione fisica. Purtroppo i miei non possono darmi un passaggio perché sono già a lavoro e mia zia che vive con noi non ha la patente, quindi mi tocca andare a piedi. Ho provato ad usare la bici, ma quando piove, ovvero sei giorni su sette, non è super comodo, quindi mi tocca svegliarmi prima e camminare.

Le uniche note positive di questi 13 kilometri sono il tenermi in forma ed essere sempre puntuale a scuola. Purtroppo non posso cambiare scuola, qualsiasi percorso di studi non cambierebbe la situazione che sto vivendo, anzi peggiorerebbe, ritrovandomi a fare 30 kilometri.

La campanella suonò, chiusi la zip dopo aver preso le cuffie e il telefono, misi la musica per poi dirigermi fuori di lì, salutando le mie amiche, prima che salissero sull'autobus, beate loro. Mi ritengo fortunata che oggi non piove.
Iniziai a camminare, mettendomi al lato della strada, così che le macchine potessero passare senza investirmi.

Inserii le mani all'interno delle tasche, guardando davanti a me, oggi il cielo è più bello del solito. Ci sono delle sfumature di arancione, unite al rosa chiaro e poco azzurro. Le nuvole non sono molte ma quelle che ci sono, non si vedono neanche un po', coperte da quei colori insoliti. Presi il cellulare e scattai una foto, la farò vedere a mamma quando tornerò a casa.

Ripresi a camminare, quando sentii un rumore di ruote di legno che colpivano l'asfalto, trascinate da qualcosa.

"Buon pomeriggio signorina". Mi voltai a destra verso la voce, togliendomi le cuffie, trovandomi davanti a me una carrozza nera, trainata da due cavalli bianchi. L'uomo indossava un vestito nero stile '800 con un cilindro. Lo guardai senza parole.
"Da quale film sei scappato?" Chiesi e lui rise.
"Vuoi un passaggio?" Domandò.
"Non si accettano caramelle dagli sconosciuti, figuriamoci un passaggio". Continuai a camminare, ma lui mi seguii.
"Lo so, anche a me hanno insegnato a non fidarmi degli sconosciuti, ma qui non ci sono case, ti sto dando un'opportunità di tornare prima e rilassarti". Lo guardai e lui mi fece l'occhiolino.

Alzai gli occhi al cielo, prima di accettare e salire sulla sua carrozza. Gli diedi tutte le indicazioni per arrivare a casa mia.

"Davvero ti fai tutta questa strada a piedi?" Mi chiese stupito.
"No, volando, sono una fata". Risposi sarcastica, lui rise.
"Perché? Insomma è stancante".
"Lo so, ma quando sarò un'adulta entrarò in una stanza senza presentazioni, perché le persone all'interno sapranno perfettamente chi sono".

Feci fermare la carrozza, arrivata vicino casa, per poi scendere da lì.

"Grazie per il passaggio". Dissi all'uomo di cui non sapevo il nome.
"Manca ancora un po'".
"Lo so, ma se ti vedesse mia zia inizierebbe a farsi delle idee strane, quindi è meglio che io continui a piedi, grazie ancora ciao".

Me ne andai correndo, per poi arrivare a casa con il fiatone ma meno stanca del solito. Salutai zia, per poi mangiare.

Buon pomeriggio💞
Avevo questo gif in galleria e ho deciso di scrivere questo. Spero che il capitolo vi sia piaciuto🥰

Vi amo 3000❤

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