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Trama:la corsetta.

La psicologa della scuola, ci aveva detto di mettere da parte il telefono e fare una corsa o praticare qualsiasi sport, l'importante era attivare la circolazione e staccare gli occhi dallo schermo colorato, così da farli riposare.

Conoscendo i miei compagni, credevo non facessero nulla, invece mi sbagliai. Un 50% praticava pallavolo e l'altro 50% nuoto, l'unica cretina che ogni pomeriggio si sdraiava sul divano, con un pacco di patatine in una mano e nell'altra il telecomando, ero io.

La donna ovviamente non era stupida, voleva sapere se noi praticassimo sport oppure no, così ci chiese di registrarci mentre facevamo sport, ovviamente prima dovevamo avere la licenza per farlo, così da non violare la privacy di nessuno.

Stavo entrando nel pallone, non avevo voglia di far spendere dei soldi ai miei, soltanto per uno sport che avrei smesso di praticare dopo qualche giorno/settimana, così decisi di fare la cosa più semplice, andare a correre di prima mattina.

Ogni domenica sarei andata a correre, portando con me la videocamera, che avrei messo sul petto. Solo che la domenica, non sentivo la sveglia suonare alle sei e continuavo a dormire. Per poi lamentarmi quando mi svegliavo e facevo colazione.

Alla fine, ho progettato un piano per svegliarmi e fare quella maledetta corsetta di due ore, per poi far vedere il video alla donna.
Mi sono imposta dieci sveglie, così da potermi alzare e prepararmi.

Alle 05:47 mi sono alzata dal letto, trascinando i piedi e andando in bagno. Mi sono fatta una doccia fredda, così da svegliare il mio corpo. Ho indossato la tuta bianca e rosa che comprai apposta per il video, così da dimostrare che mi piaceva e non avevo fatto il tutto solo per il video.

Mi legai i lacci delle scarpe, mi feci i capelli in una coda alta, sistemai la videocamera e andai al parchetto vicino casa. Indossai le cuffie, facendo partire la canzone che mi da la carica, per fare questa pazzia.

Feci un po' di streching e poi iniziai a correre, aumentando piano piano la velocità. Mentre correvo, guardavo davanti a me e non i miei passi, infatti non vidi una pietra, o forse era qualcos altro, mi fece cadere.

Mi tolsi le cuffie, per poi guardarmi, mi ero fatta male. Le ginocchia, coperte dai pantaloni della tuta, erano sporchi di sangue, in mezzo ai palmi delle mie mani avevo due tagli che perdevano un po' di sangue. Che idea di merda che mi è venuta.

Pensavo che nessuno mi avesse visto, fin quando un paio di scarpe nere della Nike, si fermò davanti a me. Alzai lo sguardo, un uomo dai capelli corti biondo cenere, gli occhi erano coperti da un paio d'occhiali neri, una tuta semplice.

"Stai bene?" Mi chiese, mentre io diventavo rossa.
"Si".

Allungò la mano verso di me, aiutandomi ad alzare. Una volta in piedi, mi guardò le mani, per poi prendere dalla tasca un pacco di fazzoletti. Li appoggiò sulle ferite, mettendo le sue dita sopra, così da far smettere di sanguinare.

"Ahia". Strinsi i denti, beccandomi uno sguardo da parte dell'uomo. Continuò quella tecnica, fin quando il sangue si fermò.
"Vuoi che ti accompagni a casa?" Mi domandò.
"Ok".

Mi accompagnò verso la sua macchina, aprendomi la portiera, facendomi salire e sedere vicino al posto di guida. Gli diedi la via, mi portò a casa.

Scesi dalla sua auto, zoppicando e lui venne ad aiutarmi, portandomi verso la porta.

"Mi raccomando la prossima volta, stai attenta".
"Certo, comunque mi sono dimenticata di ringraziarti".

La porta si aprì, uscendo fuori mamma, che mi portò dentro, senza darmi l'opportunità di salutare l'uomo che mi aveva aiutato.

Buongiorno💞
Ieri sera mi è venuta quest'idea. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemelo sapere con un commento🥰

Vi amo 3000❤

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