Bad Luck

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"Guidi tu la mia macchina Lis? Io vado con Rik" le fece l'occhiolino.
"Tu cosa? Mi hai già abbandonato tutta la sera ed ora pure a casa da sola?"
"Dai Alice, potrebbe essere la volta giusta" le disse con un gigante sorriso e le chiavi della macchina, a penzoloni, davanti ai suoi occhi.
"Ma io non posso guidare in questo stato" si lamentò "ho più alcol che sangue, nelle vene".
"Cavolo, non bevi mai, giusto stasera!" si accigliò.
"Indovina di chi è la colpa!" gracchiò.
"Di certo non mia!" alzò gli occhietti vispi ed inquadrò la sua preda, giunta in quell'instante. "Jamie, come sei messo ad alcol?"
"Praticamente a zero". Le guardò bene, Chris sorridente e Lis imbronciata.

Sorrise mentalmente ammirando il broncio graziosamente ricreato con quelle morbide labbra. Qualcosa gli diceva che si sarebbe divertito.

"Non importa Chris, dammi le chiavi, domani vieni a riprenderti la macchina" disse alzando il braccio ma il suo vicino fu più veloce.

Jamie prese al volo il mazzo di chiavi ed infilando il dito nell'anello le iniziò a far girare con un diabolico ghigno sulle labbra.

"Dai guido io!" fece l'occhiolino a Chris.
"E perché tu?" Incrociò le braccia sul petto facendo segno a Chris di non accettare.

Non lasciarmi da sola con lui pensò mentalmente cercando di ricreare quella frase, nella mente della sua amica.

Neanche fosse Charles Xavier.

"Perché sono il Bob della situazione" le mormorò. "Dai prima che ricominci a piovere".

Minuscole goccioline di pioggia ricoprivano, come una leggera coperta, ogni cosa.

"Che fortuna che ho!" si rimise in marcia, per aggiungere un po' di distanza tra loro due, non appena le altre macchine uscirono dal parcheggio della discoteca, lasciando libero il passaggio.
"Potevo benissimo guidare io" si lamentò.

La serata non aveva sicuramente realizzato le sue aspettative. Voleva passarla con Chris, come ai vecchi tempi per poi tornare a casa e raccontarsi di tutto, organizzando un fantastico pigiama party.

Ed invece no! Mi ritrovo a perdere completamente la ragione per colpa di questo qui. Un perfetto sconosciuto.

"Lis hai finito di lamentarti, ma come siamo scontrose! Poco fa non lo eri".
Non riuscì a trattenere il sorriso mentre la vedeva fermarsi davanti a sè, alzare lo sguardo al cielo e poi partire alla carica per ritornare da lui con il dito puntato contro il suo petto.

Con gli occhi sgranati iniziò a dire "Non provare mai più a.." ma non riuscì a finire la frase.
Lis era inciampata su qualcosa e cadde letteralmente ai suoi piedi.
"Va bè che sono un ottimo baciatore tesoro, ma non svenire così davanti a me".

La guardò ai suoi piedi lamentarsi.
Qualche parola masticata ed un lamento continuo furono l'unica risposta che ricevette.
Grossi lacrimoni riempirono gli occhi chiari di Lis, complice la leggera sbornia che aveva preso.

"Ehi Alice, sei tutta intera?" si accovacciò vicino a lei e spostandogli i capelli dal viso, vide la sua espressione di dolore.
Con entrambe le mani si teneva la caviglia mentre cercava di trattenere, mordendosi le labbra, dei singhiozzi.
"Lis, parlami". Prese tra le sue mani la gamba sinistra e cautamente le avvicinò alla caviglia.
Un lamento soffocato lo bloccò sul posto.
"La caviglia" sospirò "mi fa male la caviglia".

Si coprì il viso con le mani e tutta la frustrazione accumulata in neanche due giorni, uscì.

Maledì la sua sfortuna, la sua malasorte, la sfiga che la stava perseguitando.
Espirò a pieni polmoni massaggiandosi le tempie.

Mantieni la calma come sempre.
Con quelle parole semplici in testa, cercò di alzarsi ma non ci riuscì. Non riusciva ad appoggiare il piede.
La pioggia stava ricominciando seriamente a scendere su di loro.
"Aspetta, ci penso io" fece scorrere le braccia intorno al suo corpo e con poca forza la tirò su.

"Lasciami Jamie, riesco a farcela da sola, ho bisogno solo di un attimo".
"Lis sta piovendo, così facciamo prima", disse sistemandola bene contro il suo petto per raggiungere la macchina di Chris.

Leggera e delicata pensò mentre le sue braccia la tenevano stretta come se fosse la cosa più normale del mondo. Come se quel piccolo mistero di donna fosse nata per stare tra le sue braccia.

Il suo profumo, invece, intenso ma delicato allo stesso tempo, invase lo spazio vitale di Lis, riportando la mente alle carezze di neanche un'ora prima.
Un colorito rosso raggiunse le sue guance e per evitare di mostrarlo nascose la testa sul petto, aiutandosi con i capelli.

"Sei silenziosa. Che cosa succede?"
"Niente. Sto solo realizzando una cosa", mentì.
Raggiunsero la macchina in pochissimo tempo e cercando di non far appoggiare il piede, Jamie sistemò la ragazza sul sedile del passeggero.
Con uno scatto raggiunse il sedile del guidatore scrollando un po' di pioggia dai capelli.

"Che cosa hai realizzato?" la guardò con il solito sorriso beffardo.
"Ma tu non sei mai serio?"
"Certo! Troppe volte, sfortunatamente".

Un lamento incredulo ricevette come unica risposta.

"È vero" continuò portando avanti la sua causa. Ora dal cielo scendeva di nuovo un acquazzone.
"Che cosa hai realizzato?"
"Che non sono mai stata così sfortunata, in vita mia, come nelle ultime 42 ore circa".
Si guardò la sua povera caviglia.

"Ovvero, dall'esatto momento in cui i nostri sguardi si sono incrociati", disse lui sorridendo.

"Non dare la colpa a me" continuò Jamie "mi hai combinato di tutto dall'allora!".
"Io cosa?"
"Si tu, dottoressa Lawrence".
"É colpa vostra architetto Sommers".

Incrociò di nuovo le braccia intorno al petto sentendosi, inconsciamente, più sicura.
"Siete voi la maldestra, qui. Un uragano di sventure" scoppiò a ridere avviando il motore.

"Cosa? Siete voi quello che crea le sventure!" lo rimbeccò. "E ridete pure!"
"Certo che rido, siete così buffa e goffa Miss".

Ma solo in alcuni momenti, in altri sei qualcosa di magico.

Il sorriso scomparve dalle labbra ed un broncio pensieroso si creò su quel bel viso. Sto davvero pensando questo di una perfetta sconosciuta? Qualcosa di magico? Qualcosa che neanche con Daphne, l'amica di letto, ho mai sentito?

La guardò. Stava esponendo una lunga contro versione a quella appena fornita da lui.
"Che cosa succede? Il gatto ti ha mangiato la lingua?", gli chiese guardandolo bene. Un'espressione nuova comparve su quel bellissimo volto.

Ok aspetta, ho pensato bellissimo volto? Non ci siamo Lis.
"No, niente", rispose cercando di rimuovere quel pensiero assurdo.

"Fammi strada, prima che la tua caviglia diventi uno zampone".
Detto ciò scoppiò di nuovo a ridere, grazie alla faccia stralunata ed offesa della dottoressa.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora