Miss Penelope

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"Vieni Mya!", urlò una giovane ugula inviperita.
"Ho detto di no Tiffy", mormorò una dolce voce sommersa da una coperta leggera e tre o quattro cuscini.

"È un ordine, non una domanda", si lamentò la biondina dai grandi occhi grigi.
"Ho detto di no, Tiffany", ribadì sbucando fuori dalla coperta fiorata e lanciando un cuscino alla sua insopportabile coinquilina.

I grandi occhi marroni la sfidarono agguerriti, "Stasera non ho voglia di uscire".
"No, tu stasera esci ed anche subito!", ribatté infervorata, lanciandole un abito nero.
"Muoviti che la notte è giovane ed anche noi!", canticchiò abbinando delle scarpe alte rosse e lucide.

"Ma ho lavorato ed ora ho sonno", si lamentò prendendo le scarpe rosse che la sua migliore amica le stava quasi lanciando sulla testa.
"Quando saremo vecchie allora dormiremo".
"Senti io non ho voglia di uscire, non ho voglia di parlare e non ho voglia assolutamente di vedere nessuno".
"Ma come sei in paranoia e non hai ancora il ciclo! Non ci siamo mica!", sbuffò avventandosi su quella testarda di Mya, togliendole i pantaloncini.

"Tiffany, ho detto di no perché stasera c'è il mio film preferito".
"Mya, Orgoglio e Pregiudizio, l'abbiamo visto almeno un milione di volte e stasera è venerdì".
"Cosa c'entra che è venerdì?", protestò ritrovandosi senza la maglietta.
"È venerdì e quindi si esce perché è iniziato il weekend!".
"Non per me, io domani lavoro!"
"Non mi interessa niente anche perché lavori domani pomeriggio".

Il vestitino nero venne infilato e le scarpe rosse calzate.
Tiffany si allontanò di un metro e contemplò la sua bambola personale.
"Non abbiamo tempo per un cambio d'abito e sei uno schianto", proclamò ridendo.
"In ogni caso non importa, puoi anche rimanere seduta tutta la sera su un divanetto, quindi che ti cambia?"
"Non capisco questa necessità di uscire stasera".
"Senti Mya, sei la mia migliore amica e stasera ho bisogno di te perché voglio cercare di beccare di nuovo quel ragazzo che mi fa svarionare il cervello".

"Più che il cervello ti fa svarionare un'altra cosa", replicò indispettita.

Tiffany rise divertita con le guance arrossate. "Che ci posso fare se mi fa impazzire e poi bacia da Dio".
"Ok ma se ti vuoi scopare questo tipo a che cosa ti servo io?"
"Servi perché non posso presentarmi da sola, al Miss Penelope, come una sfigata!"
"Ok, ma io non sono un palo e poi scusa, mi stai già dicendo che mi abbandonerai su un divanetto! Così non mi va!", si lamentò imbronciata prendendo al volo l'eynailer nero, insieme a dei pendenti rossi.

"Ovvero dove sei già seduta adesso, quindi potresti anche venire senza lamentarti e ti ricordo il codice delle migliori amiche".
"Quale codice?", chiese tossendo dato che venne sommersa dal suo profumo.
Tiffany le spruzzò anche il profumo al cocco per i capelli.

"Quello che dice che se un'amica ha bisogno di una spalla per conquistare un ragazzo, l'altra è obbligata a soccorrerla".
"Tiffany, ti ricordo che farsi scopare nel bagno di una discoteca non è proprio il piano del secolo", precisò alzandosi dal divano.

"Senti è stato più forte di me e lui è un Dio, il Dio del sesso e mi sconvolge il cervello".
"Potrebbe essere una star del cinema, ma in teoria uno che si scopa chiunque ed ovunque, non credo che si voglia impegnare con qualcuno", provò a dire prendendo in mano la sua borsetta nera con le chiavi di casa, il cellulare e dei soldi.

Tiffany era la sua migliore amica, una brava ragazza, un'ottima amica e domani una futura commercialista ma in fatto di uomini, non ci capiva proprio niente.
"Senti Mya fine della discussione. Riuscirò a legarmelo al dito come niente".

"Facciamo così, vengo perché non voglio più sentirti ed ormai sono vestita ma non voglio assolutamente sentire i tuoi lamenti se questo tipo ti abbandona dopo la scopata, capito?"
"Non succederà niente di tutto questo antipatica", replicò ridendo con la sfida negli occhi grigi.

***

Le casse audio del Miss Penelone diffondevano la musica, da disco, in tutto il locale. Era ottobre inoltrato ma lì le temperature erano ancora alte. Quel venerdì sera sfioravano la massima di venti gradi.
Nel locale invece la temperatura era molto più alta, a causa dei corpi in totale movimento.

L'oscurità era quasi totale se non per qualche luce viola e rossa che puntava il palco del dj.
Le luci del bancone, anch'esse viola, regalavano un po' di luce soffusa insieme agli enormi vasi che decoravano la pista da ballo.

Aeree di verde con piante e fiori creavano delle vere e proprie isole tropicali fra un divanetto e l'altro mentre la sabbia, fine e dorata, ricreava una piccola spiaggia al fondo del giardino.

Specchi e cubi finivano di arredare il locale già gremito di gente e di bicchieri di plastica colmi di alcool. Ombrellini e cannucce colorate decoravano i fiumi di  cocktail che giravano su enormi vassoi neri. Pochi discorsi si udivano mentre tanti sorrisi e vere e proprie risate si scatenavano nell'aria.

Lunghe dita affusolate si muovevano a tempo di musica mentre sbattevano contro dei jeans chiari attillati.
Il tessuto delicato e leggero fasciava i glutei ben forniti e le cosce muscolose.
La camicia blu scuro con piccoli dettagli azzurri aveva le maniche arrotolate, fino al gomito, lasciando vedere il rolex e le vene gonfie delle braccia.
Occhi blu laguna scrutavano il locale in cerca di una pollastrella da catturare.

"Bionda ad ore sei", disse il suo fedele amico.
Lo sguardo micidiale di Tom si impostò sulle coordinate passate da Jousha ammirando due gambe chilometriche, sbucate da un vestitino blu.
Le scarpe pink si abbinavano alla borsetta ed ovviamente ai pendenti.

"Non è la gallinella dell'altra volta?", chiese il riccio ridendo.
"Sì è lei", mormorò Tom notando lo sguardo sorridente della bionda.
"Si vuole fare di nuovo ripassare direi", gli urlò nell'orecchio.
"Oh beh, se non trovo altro mi butto su questa. Tra l'altro non mi ricordo il suo nome", rispose sorseggiando il suo cocktail. Presto avrebbe avuto bisogno delle mani libere.
"Occhio solo che dopo due scopate scatta la relazione", rimarcò Jousha.

Brividi di terrore ricoprirono la pelle di Tom, ad udire la loro parola classificata come non pronunciabile.
"Che Dio me ne scampi".
"Beh, vedi tu", rimbeccò l'amico, "uomo avvisato mezzo salvato", sentenziò prendendogli il cocktail finito.
"La scopo ancora questa volta e poi sparisco con il coniglio nel cilindro", disse scoppiando a ridere.
"Mi aspetti al bar?", si informò.
"Sì mi trovi lì, stasera non ho voglia di provarci con nessuno".
"Dai faccio in fretta e torno da te", riuscì a dire prima che una chioma bionda e profondi occhi grigi si piazzarono davanti ai suoi occhi divertiti.

"Ci si incontra di nuovo?", le disse ammirando la carne succulenta che usciva dalla profonda scollatura.
"Che caso", cinguettò la bionda ridendo, "balliamo?"

Thomas non aveva per niente voglia di ballare ma la ragazza gli afferrò la mano e lo strascinò in pista.

"Giusto un ballo", dichiarò sorridendole con le mani già sulle sue forme sinuose con in mente la posizione, già scelta, per penetrarla.

Spazio autrice
Serata al Miss Penelope ragazze! Ne vedremo delle belle secondo voi? ❤️

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora