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"Non scherzare Chris" riuscì a dire con poco più di un soffio di voce.
Il corpo si irrigidì data la completa oscurità della casa, contando mentalmente i secondi che ci sarebbero voluti perché tornasse la luce. Poco per fortuna.
"Eccola" mormorò. Le due lampade si illuminarono di nuovo, inondando il salotto di luce.
Un lungo respiro di sollievo uscì dai suoi polmoni mentre tranquillità e gioia riempirono il suo corpo, nonché lo spirito.
Quella pace dei sensi durò davvero poco perché davanti agli occhi delle due ragazze la luce scomparve di nuovo.

Qualche metro più in là, anche la televisione e la luce del salotto sparirono, in casa Sommers.
Jamie era disteso sul divano a mangiare la pizza ordinata, dopo che aveva ripulito la sua stanza dalle gocce di colore beige.
Un piccolo regalo da parte della sua padrona di casa. Il naso gli faceva meno male ma restava comunque molto sensibile.
Quella sensibilità sarebbe rimasta almeno per una settimana.
"Allora Zeus, hai finito di scatenarti?" disse guardando fuori dalla portafinestra.
Come unica risposta un tuono, degno del Dio dei fulmini, si scaraventò proprio sopra la sua testa.
"Va bene, ho capito comandi tu, ma almeno lasciami la corrente".
Come aveva appena finito di parlare la luce tornò, ma solo per qualche secondo.
"oh, ma andiamo" alzò le mani al cielo che poi ricaddero sul divano.
Con una smorfia recuperò il cellulare dal divano che usò per illuminare la stanza.
Sbuffò contrariato, si alzò e si infilò la camicia nera, lasciandola fuori dai jeans chiari.
"Vediamo".
Inserì l'applicazione torcia nel telefono e perlustrò la casa in cerca del contatore della luce. Informazione che la dottoressina aveva trascurato.
Perlustrò la cucina ed il salotto, la camera e l'entratina. Non aveva trovano niente che assomigliasse, anche lontanamente, ad un quadro elettrico. Inoltre, in casa, non c'era nessuna luce collegata ad un salvavita automatico. Lui, in tutti i suoi progetti, inseriva questa lampada che si accendeva automaticamente quando il contatore non riceveva più l'energia elettrica.
"Mmh cara la mia dottoressa, ecco un appunto sulla tua casetta" scoppiò a ridere mentre si immaginava già la sua faccia quando l'avrebbe ripresa per questa mancanza.
Ritornò in salotto, prese le chiavi di casa, la giacca ed andò in garage.
Per fortuna era quasi vuoto e non impiegò tanto tempo a trovarlo. Sul muro davanti alla sua macchina, una scatola nera, conteneva il contatore della depandance.
"Aprì lo sportello trasparente e toccò la levetta, ma niente".
La luce non tornò. Controllò meglio con il telefono.
"Oh ma dai, andiamo!" Abbassò e rialzò la levetta e guardando dentro la casa notò che tale azione, non portava proprio a niente.
"Cavolo sarà saltata dal contatore generale di tutta la casa" sbuffò di nuovo, non voleva bagnarsi.
Chiuse la porta di casa e prendendo un ombrello trovato in garage, si tuffò in quel mare di pioggia.

"Possibile che non hai una torcia Lis?"
"Si che c'è, un attimo di pazienza" aprì un altro cassetto e tastò il contenuto.
Niente. L'oggetto dei suoi desideri non si trovava lì.
"Non mi ricordo l'ultima volta.."
"Fai in fretta il telefono sta per spegnersi".
"Chris sei bravissima a far mantenere la calma, nei momenti critici".
"Mia cara, dolce, piccola Lis, se tu potessi trovare la torcia, ma con molta calma, tranquilla" iniziò a dire con voce deliziosa ma finendo con un lamento "il cellulare si spegnerà solo 30 secondi, tesoro mio".
Lis sbattè un altro cassetto.
"Pensa pensa" chiuse gli occhi per concentrarsi.
"24, 23, 22"
"Chris!" alzò gli occhi al cielo.
"Pensa, pensa" si girò verso l'isola cercando di aprire i cassetti più veloce della luce.
"10, 9, 8 addio luce. Non hai almeno delle candele?" i lampi illuminavano quella scena surreale mentre la pioggia tamburellava su ogni superficie disponibile.
"E siamo arrivati al capolinea e 3, 2, 1 bye-bye" il telefono si spense lasciando come unico bagliore quello poco rassicurabile dei lampi.
In quel momento un tuono potente si prese gioco di loro mentre qualcuno bussò pesantemente alla porta di casa.
"Chi sarà?" domandò Lis al buio.
"Sicuramente sono gli alieni" scoppiò a ridere.
"Smettila, non sei divertente" si avvicinò all'amica prendendole la mano.
"Calma A-L-I-C-E adesso la luce torna". Pronunciò il suo nome copiando il modo di parlare di un potente spirito, di un vecchio film di paura. Il nome della vittima veniva pronunciato con enfasi, rimbombando nelle povere orecchie umane. Scoppiò a ridere.
"Certo Chris che sei proprio stronza! Mi ha perseguitato per anni quel film".
"Dai Lis sto scherzando e tu stai tremando".
"Tu smettila di farmi paura".
I colpi alla porta aumentarono "Alice! Alice" iniziò a gridare Jamie. Non sarebbe rimasto asciutto molto a lungo, lì fuori ed il tettuccio non riparava più di tanto il portoncino.

"Alice stanno chiamando te, sono venuti a prenderti" disse ridendo mentre tirava l'amica verso la porta.
"Alice sono Jamie, mi senti?" si schiacciò contro il portoncino in modo da proteggersi con l'ombrello.
"Dai Lis muoviti ad aprire è l'architetto". Si avvicinarono al portoncino ed aprirono leggermente, con il gancio inserito.
Un Jamie un po' umido sorrideva illuminato solo dal suo cellulare.
"Oh finalmente".
"Vieni" disse semplicemente Lis togliendo il gancio ed aprendo la porta.
Come un gatto arruffato entrò con un balzo, posando l'ombrello fuori dalla porta e togliendosi la giacca zuppa.
"Buona sera signore" appese la giacca sul pomello della porta.
"Stai riempiendo il salotto di pioggia" disse Lis in voce sgarbata.
"Si bè, tu mi hai lasciato fuori, sotto la pioggia".
"Cosa ti serve?".
Sorrise al suo tono ed ignorandola spostò la sua attenzione su un grazioso tubino di paiette.
"Finalmente ci conosciamo" disse con voce deliziosa. Come unica risposta ricevette una risatina imbarazzata ma allo stesso tempo seducente.
"Chris. È un piacere".
"Jamie incantato" le disse facendole il baciamano, davanti alla faccia scandalizzata di Lis. I suoi occhi ed il viso cercarono di trattenere un sorriso. Quante facce buffe poteva fare quella ragazza.
Le scoprirò tutte pensò divertito.
"Che cosa vuoi Sommers?" Incrociò le braccia.
"Lawrence, mi avete lasciato senza luce".
"Non è colpa mia, è stato il temporale".
"Ma un lampada d'emergenza non poteva installarla?". La sua voce era seria ma burlona, si avvicinò un po' di più a lei.
"Non mi era stato consigliato dall'architetto che aveva seguito i lavori di ristrutturazione".
"Mmh poco professionale" le disse sovrastandola. Lis si appoggiò al bordo del divano. "Sicuramente lei l'avrebbe previsto, vero architetto?" Incrociò le braccia, inconsciamente per proteggersi, dal suo corpo che emanava potenza.
"Certo, io sono molto professionale e realizzo i desideri delle mie clienti nei minimi dettagli" non resistette a dirlo
solo per vederla sgranare gli occhi e la bocca. Gli scappò da ridere.
"Bene ragazzi. Appurata questa mancanza dovremmo riattivare il contatore della luce" precisò Chris.
"Dove si trova?" chiese Jamie.
"Io non lo so. Questa è casa sua" specificò Chris con un sorriso malefico. Sapeva benissimo dov'era il contatore.
"No ma stai scherzando?" le disse di rimando l'amica.
"Certo che no, allora?" si avvicinò a loro entrando bene nell'alone di luce del telefonino.
"Quindi" sbuffò Jamie "non hai una torcia?"
"La stavo cercando ma non mi ricordo, a no aspettate" si ricordò un particolare del cassetto dimenticato.
"Permetti?" indicò il cellulare.
"Prego" rispose Jamie porgendoglielo con una smorfia divertita.
Andò verso la parete del soggiorno con l'unico suono dei suoi tacchi che rimbombava nella casa. I tuoni sempre presenti si stavano allontanando.
Aprì il cassetto vincente ed esultando accese la lunga torcia nera.
"Eccola!" restituitì il cellulare.
"Ok allora adesso puoi riattivare il contatore".
"Io cosa?" ingoiò la saliva.
"Si Lis il contatore!" le fece l'eco Chris.
"No ma io non.."
"Va bene" disse l'amica prendendo in mano la situazione "abbiamo un appuntamento, non possiamo stare qui tutta la sera".
"Architetto se mi vuole seguire!".
"Certo!".
"Tu Lis puoi stare qui se vuoi" le disse sapendo bene come avrebbe reagito. Non sarebbe rimasta da sola al buio.
"No no, io vengo con voi" si attaccò a Chris superando Jamie.
Aprirono la porta della cantina ed iniziarono a scendere i scalini, dopo aver schiacciato l'interruttore del lampadario.
"Da classico film horror, il contatore è in cantina" disse Jamie divertito.
A Lis le si drizzarono i peli dalla paura e rimase senza fiato tanto che quando Chris si bloccò di colpo per scoppiare a ridere, lei cercava già di riprendere fiato.
"Proprio i film che Lis adora, Jamie".
"Ma dai, non ti facevo da film horror" disse malizioso ululandole nell'orecchio.
Il respiro caldo sulla sua nuca le mandò brividi lungo tutta la schiena.
Lo stava mandando letteralmente al diavolo quando il capo spedizione si bloccò di colpo facendo scontrare il resto del gruppo.
Lis si ritrovò schiacciata tra la schiena di Chris ed il basso ventre di Jamie.
Qualcosa di duro le colpì il fondo schiena.
"Chris" riuscì a dire senza sbagliare nome.
"Scusate ma mi era sembrato di veder un alieno".
"Un alieno?" domandò Jamie curioso.
"No, mi sono sbagliata" puntò la torcia verso tutto il perimetro della cantina.
"Chris facciamo in fretta" le strinse forte il braccio con voce quasi isterica.
"Lis se vuoi andare tu" iniziò a dire ridendo.
"No, no" disse abbassando il viso per terra cercando di respirare a pieni polmoni.
L'ansia e la paura la stavano divorando mentre ringraziava mentalmente di aver quell'antipatico attaccato alla sua schiena.
Antipatico che le sussurrò di nuovo vicino all'orecchio premendole una mano sul suo fianco.
"Qualcuno qui ha paura?" le soffiò sull'orecchio. Lis non aveva mai provato contemporaneamente il freddo glaciale ed il caldo di una supernova.
Il freddo causato da quel soffio surreale che scatenò brividi e tremori in tutto il corpo in pieno contrasto con il calore emanato da quella forte mano sul suo fianco. La sua pelle stava andando a fuoco.
"Non ho paura ma preferirei trovarmi da un'altra parte".
"Eccolo!" esultò Chris. Si avvicinarono alla scatola, aprirono lo sportellino e tirarono su la leva.
"Per la gioia di Lis, bentornata luce!"

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora