Love II

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Thomas si ritrovò così, di nuovo, a casa di Mya.
Aveva un ricordo confuso della sua dimora, vista velocemente la mattina che si era svegliato nel suo letto.
Un brivido caldo gli attraversò la schiena al ricordo.

Mya chiuse la porta ed accese la lampada posizionata vicino al divano. La luce calda riscaldò l'ambiente donandole un'atmosfera delicata.

Posò le chiavi e la borsa sul tavolino, con l'imbarazzo che la rendeva goffa.

"Siediti pure", balbettò sbirciando nella sua direzione. "Vuoi qualcosa da bere?"

"Niente, grazie", rispose Tom avanzando di un passo.
"Una coca?", provò di nuovo.
"No, grazie", sussurrò sorridendole
avvicinandosi ancora.

Lo sguardo celeste era deciso e penetrante, magnetico e diabolico.
"Non vuoi proprio niente?", replicò Mya con i battiti del cuore nelle orecchie, procurati dall'emozione.

"Voglio solo Te", specificò Thomas parola per parola.

L'effetto di quelle tre semplici parole si manifestò in tutto il corpo di Mya e non solo.

Anche Thomas era completamente sommerso dall'emozione perché non aveva mai fatto l'amore con una ragazza, ma sempre e solo soddisfatto un bisogno.

Ora, di fronte a lei, si sentiva un ragazzino alle prime armi.

"Bella Mya, sei bella", le soffiò fra i capelli mentre abbracciava il suo corpo.
Adorava sentirla fra le sue braccia, morbida e calda. Sarebbe sicuramente morto di piacere sentendola ansimare sotto di lui.

Il pene reagì immediatamente manifestando la sua presenza.

Piano pensò, con calma. Pensa a cosa le potrebbe piacere; pensa a cose romantiche. Ragiona come Mr. Darcy.

"Anche tu", ansimò Mya posando le labbra sul collo liscio, fresco di barba. Sotto le labbra, il battito del cuore.

Armoniosa melodia che incantava il suo volere, immobilizzandola contro di lui, quasi fosse stregata.

Ed era così: stregata.

Come se fosse sotto l'effetto di un incantesimo, Mya era asservita a lui, al suo volere; una prescelta fra le braccia del suo vampiro.

E Thomas, in quel momento, decise il suo destino. Con delicatezza e una naturalezza strabiliante, la prese in braccio, come se fosse una sposa e salì le scale portandola in camera.

In pochi secondi Mya si ritrovò seduta sul suo letto mentre Thomas accendeva le candele che erano disseminate per tutta la stanza.
"Le avevo notate quando abbiamo dormito insieme", affermò tornando da lei.
"E so che ti piacciono", la stuzzicò inginocchiandosi di fronte.

Gli occhi di Thomas erano sorridenti e dolci allo stesso tempo.
"Sì, è così", gli confermò agitata.

Agitazione che aumentò di livello esponenziale quando capì che Thomas stava per cominciare a spogliarla.

Si sentì togliere le scarpe e le calze e solo quel piccolo gesto mandò in panne il suo cervello.

Come poteva sopravvivere ad altro?

Thomas notò la sua reazione e si alzò appoggiandosi alla porta del bagno.
Guardandola si tolse le scarpe e le calze.

"Un pezzo a testa", scherzò per smorzare la tensione, dai risvolti erotici. Non voleva spaventarla, non voleva che si sentisse costretta.
Avrebbero fatto l'amore, con calma e passione e avrebbe deciso lei il ritmo da seguire.
Per la prima volta avrebbe ascoltato solo il cuore della ragazza che aveva di fronte ed avrebbe agito di conseguenza.

"Sono due pezzi", rispose Mya con il tono scherzoso, ma da maestrina.

"Ecco la mia linguetta tagliente", replicò eccitato come non mai.
Altro che donne schiave, legate ed immobili.

Aveva assaggiato la passione di Mya ed ora la pretendeva.
"Mmh la mia mocciosa non è contenta?", domandò balzando come un leone verso la preda.

Si tolse la giacca senza staccarle gli occhi di dosso e la lasciò cadere a terra.
Con la sfida negli occhi le sfilò la sciarpa che raggiunse il pavimento con un tonfo delicato.

Toccò di nuovo a Thomas che si tolse la felpa leggera e la maglietta regalando una vista celestiale del suo corpo scolpito nella pietra.

"Ops che sbadato, sono due pezzi", blaterò ridendo. "Dobbiamo recuperare".

Ritornò da lei togliendole la giacca e il maglioncino.
La vista era stupenda tanto che si inginocchiò davanti a Mya, incantato.

Le parole gli morirono in bocca e si ammonì di respirare.

Il seno di Mya era avvolto da una t-shirt bianca che non nascondeva la sua totale pienezza.

Mya sorrise soddisfatta. Si alzò in piedi, con una lentezza felina che racchiudeva forza e determinazione, e gli infilò le dita fra i capelli, stringendoli forte. Thomas si ritrovò così inginocchiato davanti a lei, con il viso sul suo ventre.

"Adoro stringerti a me", ansimò eccitata con il desiderio di dominarlo scorrerle nelle vene.
"Allora non smettere mai di stringermi", le rispose posando le dita sul bottone dei suoi jeans.

Con lentezza estrema le fece uscire il bottone dall'asola e tiro giù la cerniera. Delicatamente la invitò a sdraiarsi e con un colpo secco le sfilò i pantaloni.
Il sussulto di sorpresa echeggiò nella stanza e Thomas non perse tempo, godendo del suo respiro accelerato mentre le sfilava l'ultimo indumento rimasto, per poi girarla prona sul letto.

La carezza, donata da tremanti dita, scivolava dolcemente lungo la curva sensuale della schiena, per poi risalire sul provocante pendio dei fianchi di Mya.

Sul petto, un macigno di emozioni, lo schiacciava destabilizzandolo.

"Dio quanto sei bella", mormorò con lo stupore nella voce.

Niente pizzi, niente perizoma, niente pelle e borchie, niente lattice e niente frustini.

Aveva solo un paio di mutandine nere con un piccolo nastrino verde smeraldo e un reggiseno coordinato. Niente rispetto a quello a cui era abituato, ma Thomas non poteva negarlo, era meravigliosa nella sua semplicità.

Bella, nel vero senso della parola.

Mya gli toglieva il fiato anche solo con un sorriso innocente. Veniva folgorato ogni volta che quegli occhi da cerbiatto lo guardavano.
"Ho bisogno di vederti", pronunciò con voce disperata guardando il suo viso delicato.
"Ho bisogno di sentire la tua voce", ansimò toccando tremante l'orecchio. Sfioramenti delicati sulla pelle morbida.

"È diventato un bisogno estremo perché la tua mancanza mi corrode l'anima. Non riesco più a sopravvivere e la vista e l'udito, da soli, non mi soddisfano più".

"Ho voglia di percepirti con tutti i cinque sensi. Respiro quando c'è il tuo profumo nell'aria, le mani hanno un obiettivo solo, anche quando non mi sei vicina. Toccarti".

"Ho bisogno del tuo profumo addosso", confessò disarmato davanti a lei.
"Ho bisogno del tuo sapore sulla lingua", pronunciò posando il piercing sulla base della schiena per poi risalire lungo la colonna, disegnando una scia umida.

"E che sapore", esclamò gustandolo sulla punta della lingua.
"Voglio mangiarti piccola, ora e per sempre".

Spazio Autrice
Non potevo non pubblicare il capitolo e lasciarvi in piena agonia! 🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora