Ci fai entrare?

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"Ciao sorriso miele, sei venuto qui per un caffè?", gli chiese una raggiante Lucy.
"No, in verità no; volevo chiederti una cosa", si sedette al bancone.
Si schiarì la voce e con il suo irresistibile sorriso chiese "mi potresti dire dove si trova la clinica di Lis? È importante".
"Mmh, importante? E per chi?", cinguettò la zia con uno sguardo che la diceva lunga.
"Eh veramente ho trovato un piccolo gattino senza collare e vorrei farlo vedere a Lis".
"Ma dai Jamie, hai trovato un gattino?"
"Si lo prendo è in macchina", si alzò rosso in viso ed uscì dal locale.
Da quando Lucy mi mette in soggezione?
Da quando gli chiedi di Lis! Rispose la sua vocina interiore.
Ok, stava seriamente cambiando modo di vedere le cose. Lui che con il sesso femminile ci giocava come voleva.
Prese il gattino senza pensare a quell'aspetto nuovo del suo carattere ed entrò.
"Eccoci qui", disse tenendo quel piccolo cucciolino, completamente nero, tra le mani.
"Ma Jamie è bellissimo sai?", si avvicinò accarezzandolo.
"È un gattino fortunato, ha trovato te. Da queste parti, soprattutto le persone più anziane, sono ancora molto legate al mondo delle vecchie credenze e magie vodoo".
Guardò quel ragazzo dai profondi occhi neri.
"In tanti non vorrebbero tra i piedi un gatto nero".
Quelle parole lo colpirono ed involontariamente lo strinse più forte.
"Ascolta caro ragazzo", prese un pacchetto rigido con dentro un bicchierone di tè nero ed uno di caffè forte, con due biscotti giganti alla marmellata.
"La clinica di Lis è qui dietro, devi solo proseguire dritto e troverai la clinica sulla sinistra. C'è un enorme fontana ed un orologio nero, davanti. Non ti puoi sbagliare e questo pacchetto è da parte tua per voi".
Gli sorrise facendo l'occhiolino "ci sono i suoi biscotti preferiti".
Lo accompagnò alla porta "fai in fretta che a volte, se non ha più appuntamenti, il venerdì pomeriggio chiude prima".
"Grazie Lucy, allora corro!", la salutò con il sorriso ringraziandola per quella dritta e si precipitò in strada.
Stai attento a non scottarti di nuovo con il tè bollente, pensò ridendo come un bambino.
"Ah, Jamie aspetta!", gli gridò inseguendolo sulla veranda. Il ragazzo si fermò di colpo e la guardò incuriosito.
"Stasera cucino il granchio reale, Lis lo adora!"
Ricevette l'informazione e ringraziandola con il capo si avviò verso la clinica.
In gamba la zia pensò euforico.
Si sentiva finalmente bene, dopo tanto tempo e tutto grazie a due occhi azzurri su un viso buffo ma incantevole.

***

Lis, dopo aver pulito e riordinato lo studio si tolse il camice bianco, appendendolo al porta mantelli. Si infilò le decoltè sabbia, lucide, e si sistemò il vestitino rosa antico. La lunga collana dorata e di perle impreziosivano il semplice outfit.
Sciolse i lunghi capelli, liberando i selvaggi boccoli, prendendo la borsa.
Spense le luci e andò dritta alla porta aprendola per correre da Lucy.
Stava per investire una persona ma si riuscì a fermare appena in tempo, grazie ad un unico pensiero in testa, che rallentava i suoi movimenti.

"Ciao Lis", sentì solo.

Il suo cuore si bloccò di colpo perché mai e poi mai si aspettava di sentire quella voce, lì, ed in quel preciso momento.
Alzò gli occhi su una deliziosa camicia azzurra, pantaloni beige ed un pacchetto del Lucy's coffe.
Lo stupore si amplificò quando il suo sguardo si posò su due occhioni neri e subito dopo su due occhietti verdi.
Mai in vita sua aveva visto tanta perfezione e non si riferiva solo al gatto.
"Ci siamo persi, possiamo entrare?"

Lis ingoiò la saliva e la sua mente confusa più che mai, cercava di mandare dei segnali al corpo.
Lis muoviti fai qualcosa, cerca di dire qualcosa gridavano le due vocine interiori, quella angelica e quella malefica. Per una volta erano entrambe d'accordo, su quello che bisognava fare.
Respirando un po' di ossigeno drogato con il suo profumo riuscì ad assemblare due parole.
"Tu qui?", si morse il labbro.
"Si, io e lui siamo qui", disse indicando il gattino che aveva in mano.
Non sapeva bene il perché ma sembrava che quelle parole racchiudessero un altro significato.
Un significato molto più importante, molto più grande di quello che in realtà volevano semplicemente dire.
E lei lì, bloccata davanti a loro, come faceva a dire di no.
Guardò di nuovo quei occhioni neri, quell'uomo apparso lì dal nulla, solo per mandare in corto circuito la sua vita.

"Vieni, entra pure". Li fece entrare richiudendo la porta.
Jamie si ritrovò in uno studio perfettamente arredato come il cottage. Mobili bianco e grandi quadri di tela raffiguranti fari in mezzo all'oceano ma in più cuccioli di gatto e cane.
"Che cosa è successo Jamie?"
Era la prima volta che Lis lo chiamava per nome, con dolcezza.
Sentir pronunciare il suo nome da quella bocca graziosa, era qualcosa di indescrivibile. Una sensazione di benessere e di felicità mischiate.
La guardò accendere le luci delle lampade a forma di faro.

Come sei bella.

Le scarpe alte ed il vestito leggero mettevano in risalto il suo corpo sodo e la luce della lampada illuminava i suoi occhi azzurri.
Il profumo della stanza era il suo, dolce e delicato. Si guardarono, un lungo sguardo profondo e magnetico. Uno di quei sguardi che penetrano il corpo e ti toccano lo spirito.
Era da una settimana che la vedeva solo di sfuggita ed ora un calore bruciante gli investì il corpo ed il cuore.
Un calore sempre presente e tenuto sotto controllo ma che ora, in sua presenza, si liberava da quelle catene d'acciaio immaginarie ed avanzava.
Scorreva nelle vene, passando dal cuore, e si annidava nei polmoni fino a bruciare la sua anima.
E tutto solo guardandola di nuovo da vicino.
Come un'onda che si abbatte sulla spiaggia i ricordi di quella sera, in discoteca, ritornavano prepotenti e con loro le sensazioni che aveva vissuto sulla pelle.
Sentiva di nuovo il suo corpo caldo e sensuale contro il suo, la sua lingua calda che gli leccava la bocca.
In una frazione di secondo il corpo reagì a quei pensieri ed il suo pene divenne voglioso e dolente.
Avrebbe preso Lis tra le braccia spogliandola di quel pezzo di stoffa velato. Dopo aver baciato ogni singolo punto del suo copro l'avrebbe penetrata e posseduta lì, sul tavolo della reception, sotto la luce della lampada a forma di faro.
Avrebbe goduto sentendo i suoi gemiti e l'avrebbe amata, spingendosi dentro la sua carne fino a quando lei non avrebbe supplicato, fino a quando da quella bocca di zucchero non sarebbe uscito il suo nome, con un grido. Il grido dell'orgasmo appena goduto ed assaporato. L'avrebbe stretta forte, accarezzandola e baciando quel viso delicato, tenendola sul cuore .

Avrebbe fatto tutto questo ed anche subito se solo il gattino non avesse iniziato a mangiare il pacchetto contenente i biscotti.
Jamie inspirò ed espirò il poco ossigeno che aveva nel petto, concentrandosi su quello che doveva fare, realmente.

Stai andando fuori di testa, amico, datti una calmata pensò con un sorriso imbarazzato.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora