Dopo cena

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Eccomi! Scusate ancora! Buon weekend ed avete ragione.. Il biondo da paura è il piccolo Thomas Jeremy Sommers, il piccolino di casa! ❤️ Helena

La pizza era veramente ottima ma Lis non riuscì a gustarla tranquillamente, non con Jamie seduto a fianco a lei.
Sentiva con ogni fibra del suo corpo la sua presenza, la sua vicinanza.
Dopo le parole di Chris mille altre domande affollavano i suoi pensieri e questo iniziava a stancarla.

Non sapere che cosa fosse successo tra di loro, che cosa si fossero detti o fatto, la sconvolgeva.
Era attratta da lui e questo ormai l'aveva capito. Il punto però era che c'era Andrew, c'era sempre stato Andrew, con lei.

"Cosa pensi smemorata?", le chiese Chris con sempre la curiosità nel suo tono dolce.
"Ad Andrew", le rispose sospirando.
Merda pensò Chris che non si aspettava di certo una risposta simile.
"Ah il tuo fidanzato fantasma", la provocò. Stesse parole, stesse battute di un anno e mezzo prima.
"Dai Chris sta lavorando", guardò per terra.
"Sì hai ragione si sta lavorando Eva", buttò lì la verità. Ovvero, quello che era veramente successo.
"Cosa hai detto?"
"Ho detto che sta lavorando con Eva, non sono colleghi?"
"Sì Chris, lo sai benissimo".

"Ragazzi, ragazzi, un attimo di attenzione! Tutti smisero di chiacchierare e guardarono Ian alzarsi dal tavolo e prendere la sua bottiglia di birra, in mano.
"Vorrei proporre un brindisi al pizzaiolo più bravo che ci sia! A Jamie, a te fratello".
Tutti applaudirono e si complimentarono con il padrone di casa e sorseggiarono alla sua salute.

"Complimenti Jamie, sei bravissimo davvero", mormorò guardandolo.
"Grazie Lis, mi fa piacere che ti sia piaciuta. L'ho fatta per te", affermò brindando con il suo bicchiere.
Parole percepite come uno tsunami per il suo corpo ma liquidate con un semplice grazie.

"E così sei architetto?", disse cambiando discorso. "Come mai hai scelto questo lavoro?", era curiosa, voleva sapere di più su di lui. Per il momento sapeva solo che sua mamma si chiamava Elizabeth e aveva due fratelli. Ian che non si staccava da Rachel e Thomas che rispondeva al telefono, ogni ora ad una ragazza diversa.

"Ho scelto architettura perché mi piace disegnare. Da piccolo rubavo sempre qualche matita a mia mamma e disegnavo sui giornali vecchi che lei portava a casa o che arrivavano. Quando mi regalò il mio primo album da disegno all'età di otto anni, piansi di gioia tutto il giorno".

Lis riusciva ad immaginarsi benissimo Jamie da piccolo ma avrebbe voluto tanto vederlo in foto.
"Sì pianse come un bambino piccolo", sottolineò Tom. "Non smetteva più di saltare dalla gioia! Saltò tutto il giorno e quando finalmente aveva deciso di mettersi a disegnare... Bè era davvero contento" finì di dire cambiando la frase.
Dallo sguardo triste di Jamie e quello di compassione di Chris, si rese conto di non sapere ancora tanto. Un pensiero però andò al padre.

"Come eri da piccolo?", pronunciò volendo a tutti i costi togliere quella triste espressione dal suo viso.
"Brutto e con l'apparecchio per i denti, finanziato dalla parrocchia del quartiere", disse Tom ridendo.
"Smettila", gli ribadì Jamie fulminandolo con lo sguardo.

"Ero un bambino normale", disse pensando, invece, che la normalità nella sua infanzia non era esistita.
"Anch'io ho portato l'apparecchio". Un sorriso timido ed una scrollata di spalle accompagnarono quelle parole uscite di getto, uscite per far sorridere lui.

"Sì è vero, posso confermare", ribadì Chris scoppiando a ridere. "Lis da piccola era un ranocchio con l'apparecchio argentato".

Jamie la guardò come se non ci credesse, ma era così.
"Ho valanghe di foto in un cassetto del soggiorno".
"Non ci credo".
"È così".
"Impossibile", la guardava stralunato.
"È così ti dico, vieni con me", disse alzandosi in piedi ed andando verso la cucina.
"Lis guarda che adesso arrostiamo i marshmallow", urlò Chris iniziando il trasferimento dell'occorrente, sulla spiaggia.
"Sì, arriviamo subito", rispose scomparendo nel corridoio e poi in garage.

"In sala ho centinaia di foto orrende", esclamò entrando in soggiorno.

Individuò il cassetto incriminato e sedendosi sul tappeto morbido invitò con un sorriso, due occhi neri divertiti, a sedersi a fianco a lei.

Tirò fuori diversi album colorati ma anche un po' sbiaditi e cominciando dall'inizio posarono lo sguardo su una Alice Helena Lawrence, completamente diversa.

Le foto, tutte perfettamente incorniciate dentro a trasparenti adesivi, percorrevano la giovane vita di una bimba, amata e coccolata da due genitori che vivevano solo per lei.

Le foto percorrevano le stagioni che si alternavano e quella bimba dai grandi occhi azzurri era sempre lì, un po' più grande ma con lo stesso sorriso.
Lei a Natale, sommersa da pacchetti regalo; lei che dorme con un gigante orsacchiotto nel letto; lei che teneva stretta un piccolo maltese tutto bianco.

Momenti di vita vissuti insieme alla sua famiglia.
Successivamente i soggetti passarono da tre a due e quella meravigliosa bambina non sorrideva più.
Lis andò veloce in quella parte particolare dell'album, non volendo ricordare niente.
Jamie riuscì a vedere una bimba delle elementari a cavallo, in barca a vela con il padre ed infine in clinica con un piccolo grembiulino bianco, matita nera e foglio. Lis che aiutava il padre nella sua clinica. Lo stesso sguardo intenso del padre, lo stesso sorriso trattenuto e grandi occhi sereni ma tristi.
Ad eccola girare velocemente fino ad arrivare alle medie.
Una Lis più grande, già più matura con gli stessi occhi azzurri e lunghi capelli neri. Era bellissima anche con l'apparecchio.

"E così è vero, avevi l'apparecchio!", scoppiò a ridere Jamie.
"Non solo quello fisso di giorno ma anche quello a gatto di notte!"
"Incredibile. Altro che ranocchio Lis, sei sempre stata bellissima", disse guardandola negli occhi profondi.

Quelle parole dolci arrivarono dritte nel cuore che perse ancora una volta un battito. Non c'era però lussuria e voglia erotica in quel battito. No.

Fu un battito innocente, rosso fuoco e pieno di passione, ma un battito più profondo.

"Ecco Chris", indicò cercando di smorzare la tensione ma non ottenne l'effetto sperato perché Jamie non staccò gli occhi da lei.

Jamie ammirava quella piccola donna che lo faceva letteralmente impazzire, mandando fuori di testa la sua lucidità, tutti i buoni propositi di stare buono e calmo.

Con lei non ci riusciva, non riusciva a domare le sue emozioni.
Incatenò il suo sguardo sulle morbide labbra che tremavano leggermente, lo sguardo abbassato e le guance un po' colorate.
I lunghi capelli che formavano boccoli leggeri ed il nasino delicato. Sentiva il suo profumo, un misto di Lis e di vaniglia. Lei sapeva di zucchero filato.

Il cuore di Lis non resistette sotto quello sguardo ardente di fuoco e Jamie non aveva nessuna intenzione di smettere, anzi quelle labbra carnose si stavano avvicinando.

Il cuore schizzò impazzito appena percepito quei minuscoli movimenti. La mente le urlava di fare qualcosa mentre il suo corpo traditore restava immobile pronto ad essere catturato ed infine sottomesso, dalla promessa di quel contatto agognato dalla sua anima.

Anima che chiedeva di unire le loro labbra mentre la sua vocina con le ali chiudeva gli occhi incalzata dalle incitazioni dell'altra voce, quella rossa.

Lis, in tutto il suo essere, si ritrovò a desiderare quel bacio.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora