Il colore verde dello spazzolino da denti urtava sensibilmente con l'idea alquanto precisa che Lis aveva in mente; l'idea che stonasse terribilmente con il suo lavandino.
Sapeva benissimo che non era il suo spazzolino e questo non faceva altro che andare a sbattere letteralmente contro il ricordo, perso nei meandri della sua mente o perso nello spazio temporale, di lei che riprendeva quel dannato spazzolino e lo gettava nel cestino.
Lis non si ricordava il motivo di quel gesto ed il dubbio che fosse stato solo per metterne uno nuovo, la tormentava.
Decise comunque di toglierlo dalla sua vista e chiuse lo spazzolino di Andrew, dentro il mobiletto del bagno; soprattutto per il fatto che lì, a casa sua, non lo avrebbe usato di certo.Salì le scale una ad una con molta calma e con tante pause accogliendo la fine delle scale ed il suo lettone comodo, come il traguardo raggiunto da un maratoneta, in una gara olimpionica. Distrutto, ma felice.
Si sedette sul lettone e distendendosi iniziò a fissare il soffitto, inspirando ed espirando piano, cercando di attirare a sé i ricordi.
Tutti i ricordi possibili, vissuti poco tempo prima. Ricordi che stavano perfettamente nascosti, da qualche parte.Provò ancora ed ancora ma più si sforzava, più ritornava quel piccolo e tremendo dolore alla tempia.
Infame e profondo.Dovette per forza smettere ed appoggiando la mano sulla fronte si fece coraggio. Presto ci sarebbe riuscita. Come le disse il medico, ci voleva tempo.
Si sedette sul grande tappeto bianco, vicino al lettone e ne approfittò per ripetere degli esercizi, mirati al recupero dei muscoli.
Esercizi eseguiti ed imparati all'ospedale, grazie ai fisioterapisti competenti.Tutto lo staff era stato professionale e delizioso ed Alice pensava di fare una donazione all'ospedale. Avrebbe potuto comprare dei nuovi macchinari, magari quelli per monitorare i parametri vitali.
Quella che avevano utilizzato con lei forse era da far revisionare. Ogni tanto, senza un motivo apparente, impazziva!Finita la serie di esercizi su entrambe le gambe si chiese che cosa potesse fare in
quella splendida giornata di sole.
Era domenica pomeriggio e Chris era con Rik, dato che nel frattempo, nello spazio temporale che non ricordava si erano fidanzati mentre Andrew lavorava.Non era triste di questo, era giusto prendersi dei momenti per lei. Stava benissimo da sola, tuttavia non riusciva a muoversi con estrema facilità.
Un suono di risate attirò la sua attenzione ed alzandosi dal tappeto, guardò fuori dalla finestra.
Lo sguardo si posò su tre ragazzi stupendi che giocavano a baseball sulla spiaggia, in costume.I tre fratelli Sommers.
Mentre il più piccolo era di un biondo oro e con occhi azzurri, gli altri due erano proprio neri con occhi scuri.
I tre ragazzi avevano tutti un bellissimo fisico tonico e scolpito. Il più piccolo superava gli altri due a livello di muscoli gonfi ma non aveva il fascino del fratello più grande.
Lis si perse tra le linee delicate ed armoniose del corpo di Jamie. I suoi capelli erano neri e lunghi sugli occhi, ora che guardava la sabbia con uno splendido sorriso.Le labbra erano rosse e delicate. Davano l'impressione di essere morbide e consistenti, uno di quel paio di labbra da mordere con i denti e poi succhiare con ardente desiderio.
Jamie sistemò la mazza da baseball e con l'abilità dei suoi muscoli colpì la pallina cercando di spedirla più lontano possibile.
Pallina che toccò la sabbia per poi essere recuperata. Cambio giro, cambio turno e toccò al biondo fare il battitore.
Gli occhi di Lis non si staccarono da Jamie, dalla sua bellezza, dalla sua eleganza, notando una collana, stile militare, scendergli sui pettorali.Si ritrovò a respirare velocemente mentre un immagine di lui, a petto nudo, le riempì la mente ed il cuore. Jamie si stendeva con lei sopra al letto della dépendance, con quella medaglietta da soldato, al collo. Il suo corpo reagì all'improvviso mentre il respiro aumentava i suoi movimenti. Ingoiò la saliva e si morse le labbra.
"Sei fidanzata Lis, smettila di fantasticare su un altro uomo", si ammonì staccandosi dalla finestra, decidendo di scendere al piano terra.
Si sedette un attimo sul divano ed il suo sguardo si posò su innumerevoli piantone di orchidee. Le avrebbe portate ai suoi genitori.
Ecco che cosa avrebbe fatto in quella tranquilla domenica di agosto. Avrebbe riabbraccio con il pensiero i suoi genitori.Si infilò le converse bianche e prese le chiavi della jeep, infilando sotto al braccio il vaso bianco di orchidee.
Chiuse la porta di casa e si avviò lentamente verso la macchina.
Aprì lo sportello e depositò la pianta sul tappetino del lato passeggero, lanciando la borsetta a tracolla sul sedile.Si sedette prendendo tra le mani il volante e respirando a fatica.
Sentiva il suo corpo sfinito e dovette appoggiare la testa per riprendere un po' di forze. Anche le braccia lasciarono il volante e con ultimo sforzo, girò la chiave per abbassare i finestrini.Tutti i finestrini. Guardò il tettuccio apribile ed alzando il dito sul volante aprì anche quello. Adorava la sua macchina e le era mancata, anche se a dirla tutta non amava proprio guidare. Diciamo che amava guidare ma odiava le strade tanto trafficate, memore di un piccolo incidente, avvenuto subito dopo aver preso la patente.
Espirò lo sconforto per quel corpo che la tradiva e provò ad accendere la macchina.
Il motore del Range Rover non rispose come immaginava, perché non rispose proprio.Girando le chiavi nel cruscotto e le lancette fremevano scattando su e giù senza controllo. Lo sguardo perplesso guardò quel cruscotto totalmente fuori controllo.
"Ma cosa cavolo sta succedendo?", chiese spegnendo e rigirando la chiave.
Provò di nuovo a mettere in moto ma il motore non cantò ma gracchiò, tossendo rumorosamente.
Non poteva provarci di nuovo se non voleva rovinare la macchina.
Sconsolata crollò sul sedile sospirando per la fatica ma anche per la sfortuna.
Avrebbe dovuto aspettare l'indomani Albert, per capire quale fosse il problema.Azionò la musica tenendola bassa e partì un vecchio cd di canzoni miste.
La voce di Enrique Iglesias riempì l'abitacolo rendendo quel momento meno deprimente.Lis si alzò di scatto e con molta positività nel corpo e nello spirito decise di girare ancora una volta le chiavi ottenendo comunque lo stesso orribile rumore di prima.
Fine dei giochi. Stava togliendo le chiavi sconsolata quando l'ombra di un sorriso perfetto entrò nel suo campo visivo.
Jamie Nicolas Sommers, a petto nudo con solo i pantaloncini del costume e la medaglietta da soldato, si appoggiò lentamente al finestrino del lato del passeggero.
La barba nera sottile e perfetta, i grandi occhi neri circondati da lunghe ciglia scure ed i capelli che scendevano ribelli su quel profilo di Adone, erano in netto contrasto con il bianco splendente del suo sorriso da capogiro.
Il petto pesante di Lis, il cuore ormai debole ed il corpo impacciato subirono tutto l'effetto del suo fascino. Fascino che il corpo emanava in tutte le sue forme possibili. Strinse inconsapevole il volante, che aveva tra le mani, cercando di mantenere un contegno, cercando di rimanere lucida.
Tuttavia, non aveva previsto il sensuale piegamento di quelle labbra carnose, che solo un'ora prima aveva pensato di mordere e baciare.
Jamie si morse il labbro inferiore prima di regalarle un sorriso da copertina ed una melodia sensuale."Lis, se hai bisogno di me, sono a tua completa disposizione".
Spazio autrice
Oh my god
STAI LEGGENDO
Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa)
Romance.."Sono proprio offesa! Sorvoliamo sul fatto che ti scopi un figo allucinante, va bè gli ormoni sono ormoni e Dio solo lo sa da quanto che non ti fai sbattere, ma almeno il giorno dopo chiama la tua migliore amica, raccontale tutti i dettagli piccan...