Columbia City III

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"Una questione di famiglia?", chiese stupito mentre, nascondendosi con la scrivania, cercava di tirarsi su i boxer ed i pantaloncini.

La rossa si sistemò bene il top rosa e con occhi torvi incenerì una Lis, per niente scioccata o comunque dispiaciuta.

Tom era sicuramente affamato, quanto Jamie se non di più, in fatto di sesso; anzi, molto di più.
Di conseguenza era più che normale averlo beccato in piena attività.
In fondo era giovane ed anche un bel ragazzo. Era normale che avesse sempre qualche ragazza fra le mani.

"Scusa se non ti ho avvisato ma ho provato più volte a chiamarti", gli disse mentre lo vedeva alzarsi per accompagnare la ragazza fuori dall'ufficio.

"Sì, avevo il telefono silenzioso", si scusò sorridendo. "Amber scusami piccola ma è una questione urgente".
"Mi chiamo Claire", ribadì più che adirata.
"Claire", precisò consegnandola ad un Jousha divertito e chiudendo la porta.

Si guardarono per un attimo negli occhi. Due diverse tonalità di azzurro mescolati insieme ad una miriade di emozioni: dal divertito allo sconvolto.

"Ciao Lis, come va?", le chiese ritrovandosi un po' spaesato. Non sapeva sicuramente che cosa dire alla donna che aveva appena mollato suo fratello.
"Accomodati pure. Vuoi sapere di Jamie?", le chiese indicando la sedia.
"No, cioè sì, diciamo anche", rispose più che confusa, rimanendo in piedi vicino alla porta.

"Scusami ma sono di fretta", gli rispose. "Come sta?", chiese mordendosi le labbra e stritolandosi le dita.
"Distrutto", rispose sinceramente, appoggiandosi alla scrivania.
"Mi dispiace per questo, ed ho bisogno del tuo aiuto".
"Ma tu non dovevi essere a Washigton?"

"Arrivo proprio da lì. Sono atterrata ed ho preso il primo aereo per Columbia, ed ora eccomi qui".
"Sei atterrata a Washignton e poi sei venuta qui?", esclamò incredulo.
"Hai per caso sbagliato aereo?", provò a chiederle.

Ma che problemi avevano questi due! Ogni due per tre ne combinavano una bella grossa pensò titubante.

"Non ho sbagliato aereo, sono qui per cercare Daphne", gli spiegò impaziente di sapere dove si trovasse.
"Vuoi cercare Daphne?", chiese allibito con lo stupore dipinto sul viso.
"Sì, ho bisogno del tuo aiuto per questo e ti prego di non dire niente a Jamie. Non credo che approverebbe".

"No, che non approverebbe!", ribadì davvero sconvolto, "anzi andrebbe fuori di testa!"
"Sì immagino, per questo non glielo dirai".
"Fammi capire bene Lis: hai preso un volo per Washignton stamattina, poi ti viene in mente di venire qui per cercare una donna che appare e scompare a suo piacimento, da sola?"

Lis annuiva non trovando così sconvolgente tutta quella situazione.
"E scusami ma se la trovi, e ripeto se, che cosa vorresti fare? Invitarla per un tè?"

"Lo so che in questo momento ti sembrerò una pazza, con gli ormoni svarionati, ma è importante".
"Lo sapevo che le ragazze sono fuori di testa e con gli ormoni schizzati ma tu stai facendo qualcosa di folle, Lis".
"Sì Thomas, folle è la parola giusta", iniziò a dire muovendosi su e giù per tutta la stanza. Il suo cuore galoppava veloce perché doveva fare in fretta, prima che lui partisse per chissà dove.

Pensieri tristi e negativi affollarono la sua mente, premendo fortissimo sulle tempie, corrodendo un pochino la sua determinazione. La stanchezza e lo sconforto presero il sopravvento, insieme alla debolezza. Un leggero capogiro colpì il suo corpo e d'istinto cercò un appiglio, per non cadere.

Appiglio fornito dalle braccia di Thomas.
"Lis stai bene?", chiese preoccupato balzandole addosso.
"Sì Tom, non ti preoccupare è solo debolezza perché ho saltato il pranzo".
"Cosa?  Ma tu sei pazza se vai in giro con almeno trenta gradi a digiuno", le mormorò aiutandola a sedersi.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora