Brevetto II

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Ogni singolo centimetro di pelle e muta venne ricoperto dall'acqua mentre i capelli, castani e biondi, iniziarono ad avere vita propria.

Le immagini riflesse si mescolavano e si fondevano con quelle del mondo esterno, ancori visibili ma distorte dai movimenti del mare, come la sagoma del gommone o la figura di Louis.

La libertà assoluta nei movimenti era una sensazione formidabile e l'adrenalina iniziava a scorrere nelle vene, pompata a mille dal cuore.

Lentamente il mondo esterno si allontanava e l'unico riferimento rimaneva quel punto nero galleggiante.

La flora marina era ancora lontana da loro, anche se qualche pesce nuotava indisturbato, incurante dei due ospiti.

I raggi del sole bucavano la superficie dell'oceano lasciando intravedere la loro destinazione; la profondità marina.

Fluttuare liberamente in compagnia di piccoli pesci colorati cangianti, alla scoperta di un mondo sommerso, rendeva all'ennesima potenza l'adrenalina di Thomas.

Stimolo che gli fece compiere una spinta verso gli abissi, per afferrare un pesciolino.

La preda non venne raggiunta, ma il capo scosso di Mya gli fece intuire che gli stava dicendo sicuramente: "scemo".

Tutto intorno a loro era statico, altamente monocolore e silenzioso.

La profondità dell'acqua era notevole e tanto più ci si inoltrava, meno luce filtrava.

Tutto era ovattato, ogni cosa perdeva consistenza e si adagiava sulle bolle di ossigeno che slittavano verso la superficie.

Mya guardò il viso rilassato di Thomas e chiudendo gli occhi cercò di mantenere il suo cuore distaccato da tutto. Non doveva pensare, non doveva ricordare, non doveva vivere, ma semplicemente esistere.

Esistere fino a raggiungere quel maledetto nastrino.

L'orologio che le aveva regalato Thomas segnava i primi nove metri raggiunti e come da manuale, vide Thomas sfilare da una tasca della muta un lightstick azzurro.

Inspirando profondamente l'ossigeno, afferrò il suo segnale luminoso, rilasciando una quantità infinita di bolle.

Successivamente alzò lo sguardo verso Thomas ed insieme spezzarono il cilindro di silicone morbido.
Con un colpo secco, la fiala all'interno si ruppe, innescando la reazione luminescente voluta: la luce azzurra penetrò l'oceano.

Il profondimetro girava ed ora i due ragazzi superarono i dieci metri. Un sorriso con la bocca chiusa, un segno di ok con il segnale muto e la luce azzurra intorno a loro.

La speranza, la gioia e la forza di spirito erano con loro. Con trepidante attesa lasciarono andare in superficie le lampade luminose e si diedero la mano.

La corda li separava ricordandogli la loro destinazione, donandogli la promessa di una vittoria.

Solo il rumore della loro respirazione artificiale accompagnava, come un canto, la loro esplorazione.

Ormai era ufficiale, immergendosi avevano lasciato la terra ferma. Erano entrati in un mondo parallelo fatto non solo di acqua, ma di mille e più sorprese, compreso il timore dell'ignoto.

I pensieri di Mya si accavallavano e l'emozione era forte. Nel suo petto, in fondo alla sua mente, subentrò una sorta di incombente timore: la vista di un blu così intenso e invadente, come quello dell'oceano.

Il buio che popolava i suoi incubi si era appena materializzato davanti ai suoi occhi. Un senso di vertigine si insinuò lentamente nelle sue vene fino ad obbligare la mente a cercare un punto di riferimento conosciuto.

Peccato che l'unico reale erano quei pochi raggi che ancora si intravedevano alzando il viso, di un tenue azzurro.

Il lato oscuro della non certezza si impossessò della sua anima, tanto che il turbamento obbligò il suo corpo a fermarsi.

Inizialmente la sensazione di smarrimento era tenue e gestibile ma ora, a diciassette metri di profondità, qualcos'altro si stava materializzando in Mya; la paura.

Un senso sconvolgente di sgomento esplose nello stomaco nel momento esatto in cui un'alga fluttuante le sfiorò il viso.

I ricordi, quei maledetti ricordi ritornarono prepotenti sfilando davanti ai suoi occhi sconvolti.

Thomas non capì immediatamente che cosa stesse succedendo, ma si accorse che qualcosa non andava solo nel momento in cui spezzò la seconda lightstick di colore verde.

Lasciando andare la lampada rilasciò il segnale del raggiungimento dei venti metri, notando i movimenti impauriti di Mya mentre cercava di allontanare le alghe dal suo corpo.

Quella scena gli fece sobbalzare il cuore in gola, dato che il suo peggior incubo si stava realizzando.

Con prontezza di spirito nuotò verso di lei e con movimenti precisi riuscì ad allontanare le alghe innocue.

Ormai però era troppo tardi, il ricordo di quelle sensazioni atroci, vissute tanto tempo prima, erano ormai di nuovo vive e impedivano di ragionare lucidamente.

Dannate alghe pensò Thomas vedendo le bolle dell'ossigeno di Mya, liberarsi velocemente sopra di loro.

Crisi respiratoria, sentenziò con la paura nell'anima.
Intervenne velocemente spostandola leggermente e facendo da scudo con il suo corpo.
Prese fra le mani un nastro verde scuro e lo strappo mille volte davanti ad un viso sconvolto.

Strappava e dilaniava quella pianta inerme come se potesse distruggere il male che, come un morbo contagioso, infettava il cuore e la mente della sua anima gemella.

Lasciò scivolare via, cullati dalle correnti marine, i minuscoli pezzettini e allargando le braccia abbracciò il suo piccolo scricciolo.

Le appoggio il viso sul petto e respirando piano la costrinse a modificare la sua respirazione.

Lì, avvolti dal niente, ma allo
stesso tempo da tutto, c'erano solo loro due.

Le braccia di Mya stritolavano come potevano il corpo di Thomas, sentendo attraverso la muta il suo cuore.

La mano avvolta dal guanto accarezzava il suo capo ma lei, in quel momento, era incastrata in vecchi ricordi.

Le lacrime scendevano dagli occhi ricordandosi di come non riuscisse a respirare, quasi soffocata dall'acqua e di come le alghe si attorcigliavano intorno al suo corpo.

Le urla impaurite di sua madre, il dolore provocato dalle unghie che graffiavano la sua pelle, nel tentativo di strapparla alla morte certa; la violenza delle onde che colpivano il suo corpo.

Spazio autrice
Momenti profondi e tristi... ma forse Thomas è la risposta.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora