Torture

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"Hai finito di contemplare quella fotografia?", mormorò Thomas alzando lo sguardo dal televisore.

In tv, una partita di football stava intrattenendo un Jamie in piena agonia ed un Thomas infastidito.

La maglietta di Thomas giaceva per terra mentre in pantaloncini ed addominali scolpiti si stava gustando una birra ghiacciata, stravaccato sul divano. I raggi del sole, di quella domenica pomeriggio inoltrato, accarezzavano il suo corpo rendendo ancora più biondi i suoi capelli e la sottile striscia di peli che scendeva sensuale sotto ai boxer, di un grigio scuro. Le labbra carnose assaggiavano la sottile bottiglia di vetro satinato.

"Guarda che Lis non esce da quella cornice", lo derise.
"Non importa", brontolò spostando il suo sguardo sulla vetrata della cucina.

Prese il telecomando e cambiò canale sintonizzandosi su un documentario relativo a subacquei in immersione, dentro gabbie di ferro. L'incontro ravvicinato con il mostro bianco era il loro obiettivo. 

La sua attenzione non venne catturata molto e sospirò rumorosamente annoiandosi.
"Beato Ian che starà sicuramente scopando con Rachel", sentenziò profondando nei cuscini morbidi, beige e blu Navy, nascondendo il viso.

"Possibile che hai sempre e solo quelle parole in bocca? Scopare e figa?"
"Certo! Scopare, figa, vulva e vagina. Chiamala come vuoi l'importante è che sia calda e bagnata", disse scoppiando a ridere.
"Ho reso l'idea?"
"Sì Thomas ma non c'era bisogno dato che conosco benissimo l'organo genitale femminile".
"Non ci dimentichiamo l'ano, più piccolo e stretto, molto più delizioso e perverso".
"Hai finito?", ringhiò esasperato.

Jamie sentiva la mancanza di Lis come se non potesse respirare. Il suo pene doleva perché dalla fine della festa, la sera prima, Lis era scomparsa, letteralmente rapita da Chris, per un pigiama party con Rachel.

"Certo che non ho finito! Non ho mica la fidanzata a portata di mano da consumare come voi due", brontolò.
"È solo colpa tua, potresti anche trovartene una", gli rispose infastidito.

Ian era già sicuramente fra le gambe di Rachel uscito di casa ormai da tre ore e lei invece, non era ancora tornata a casa, pensò con il nervoso addosso, sulla sua pelle.

"Sì certo, come no", rispose ripensando a Mya ed alle sue labbra rosa.
L'aveva osservata e studiata per tutto il pomeriggio precedente. Ammirata, sfidata e stuzzicata.

Ogni volta che si mordeva le labbra, giocando con il piercing sulla lingua, notava un lampo di curiosità nei suoi occhioni da cerbiatto.
Quando le aveva toccato il fianco sentendo la sua pelle morbida e tesa allo stesso tempo, il suo corpo reagì all'istante tanto che sentiva ancora sotto ai suoi polpastrelli, il suo calore.

Calore che in quel preciso momento avrebbe voluto sentire intorno al suo pene, cavalcato dalla sua voglia calda, per lui.
Chiuse gli occhi ricordandosi come quelle piccole ed irritanti labbra rosa gli avevamo succhiato la lingua.
Si ritrovò a fantasticare sulle sensazioni che avrebbe provato a vedere e sentire quelle labbra sporche, di un semplice gloss rosato, avvolgere il suo cazzo.

Gli avrebbe fatto sentire lui se il suo pene era giunto alla fine della sua vita. Le avrebbe infilato le dita fra i capelli di seta castani ed avrebbe accompagnato dolcemente quelle labbra, verso il suo corpo.  Le avrebbe infilato il suo cazzo duro in bocca costringerla a leccarglielo. Avrebbe dettato lui il ritmo ed avrebbe deciso lui il modo. Dopo le labbra sarebbe toccato alla lingua donargli piacere mentre la guardava mentre si saziava di lui.
I suoi occhi marroni dalle sfumature verdi l'avrebbero venerato ed implorato di farla sua, non prima di avergli tappavo la bocca.
L'avrebbe riempita con il suo sperma caldo e l'avrebbe costretta ad ingoiarlo, da brava bambina, solo per aver osato offenderlo.
Successivamente avrebbe giocato lui con la sua figa calda, già bagnata per lui.
Lui che non avrebbe perso tempo e l'avrebbe penetrata spingendo con il bacino duro fra le cosce aperte.
Sentendo i suoi gemiti avrebbe fatto cadere dalla sua bocca, della saliva mischiata al nettare che aveva già gustato, direttamente sul buco libero.

Libero ed a sua completa disposizione.
Spingendo sempre più veloce avrebbe penetrato il suo culo con un dito preparandola.
Infine, dopo aver udito i suoni dolci scaturiti dal suo orgasmo, esploso sulla punta del suo cazzo, l'avrebbe penetrata da dietro dove nessuno era ancora arrivato.

Thomas sospirò dal dolore che sentiva fra le gambe, rendendosi conto che aveva appena desiderato scopare quella mocciosa sfacciata.
"Certo che ti scoperei stronzetta, solo per darti una lezione", mormorò con il viso sprofondato contro al divano.

"Che cosa hai detto?", gli urlò Jamie dal bagno.

Thomas che si rese conto di aver parlato ad alta voce gli urlò "niente", cercando di riprendere il possesso delle sue facoltà mentali.
Era giunta la sera e con lei arrivò Ian a prenderlo, per ripartire per Columbia.

"C'è l'hai fatta finalmente! Sto anche morendo di fame".
"Dai non brontolare che ho dovuto recuperare un po' di sere arretrate", confessò sorridendo mentre prendeva i borsoni.
"Mettiti la maglia che prendiamo una pizza per strada".

Ancora scombussolato ed affamato, anche di sesso, Tom prese la sua roba salutando un Jamie nervoso e fuori di sé per via della lettera che aveva ricevuto Lis.

Non era ancora riuscito a parlarci insieme.

"Dai Jamie tranquillo che si sistemerà tutto, ok?"
"Certo Ian e grazie di tutto".
"Non ci pensare fratello".
"Va bene Thomas e tu cerca di trovarti una brava ragazza".
"Sì come no", gli rispose abbracciandolo.

In pochi secondi si volatilizzarono e lui rimase da solo con Hope che gli faceva le fusa.
"Vieni qui piccolo mio!", mormorò prendendo il gatto in mano.
"Dobbiamo aspettare la padrona di casa".

***

Il sole tramontò fin troppo velocemente per Lis, che ritornò a casa con la cena ritirata dal ristorante giapponese.
L'ansia e lo smarrimento colpirono il suo spirito e Chris venendo in suo aiuto organizzò in un lampo il pigiama party, prendendola sotto la sua ala.

Passarono una notte intera a parlare di uomini, di lavoro e di speranza.
Rachel  raccontò la sofferenza della sua relazione a distanza con Ian.
Una vera tortura non averlo sempre fra le braccia ma l'attimo in cui le loro rispettive anime si riunivano selvaggiamente, il dolore cessava.

Ovviamente, non era facile e bisognava fidarsi ciecamente dell'altra persona. Fiducia era la parola chiave e né Ian né lei potevano di certo rinunciarci.
L'amore era più forte di ogni altro bastardo sentimento che li tormentava.

La lettera di Lis venne letta e riletta. Vennero elencati i pro ed i contro ed il suo cuore sanguinava al solo pensiero di non potergli stare vicino.

Solo una notte lontana da lui era stata una tortura, sapendolo lì a casa ad aspettarla, come un cucciolo ferito.
Ed ora, con il dolore nel cuore ed il magone nella gola era ritornata da lui e sarebbe ritornata sempre da lui.

Non aveva chiuso occhio immaginando la sua pelle a contatto con la sua. Gli mancava il suo respiro addosso, le sue mani ancorate ai suoi fianchi.

Aveva sete e fame di lui, ora e l'avrebbe avuta per sempre.


Spazio Autrice
Lis piena di ansia e di paure ha provato a stargli lontano ma come un girasole non può vivere senza il suo sole, lei non può vivere senza di lui.
❤️ Helena

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora