Brothers

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Una Jeep Renegade nera, o quello che rimaneva del nero, si fermò davanti al cottage di Jamie.
Il fango incrostato mangiava l'auto mentre una musica a tutto volume veniva ascoltata e cantata in coro. Due ragazzi, quasi identici ma allo stesso tempo diversi, molto diversi, erano all'interno dell'auto e scrutavano l'orizzonte.
Chi la grande casa bianca davanti a loro, chi il navigatore che annunciava, con voce monotono, l'arrivo della destinazione.
Ian, dai grandi occhi marroni e capelli neri, si stava sistemando la cravatta nera, che riplendeva sulla camicia bianca, come il suo orologio d'acciaio.
La sottile barba, anch'essa nera, delineava un bellissimo volto abbronzato, virile e da uomo. Titolare di un'agenzia inmobiliare, curava il suo aspetto in ogni particolare. Un nuovo conoscente poteva essere un probabile cliente, era il suo motto.
Thomas, era quasi identico al fratello, stesso viso, stesso corpo virile. Avevano lo stesso sguardo, intenso e magnetico del fratello maggiore. Il colore delle iridi, dell'ultimo Sommers, era di un bellissimo azzurro e i suoi corti capelli erano più chiari, molto più chiari.
Il corpo era lo stesso, alto e slanciato ma dato che era un personal training e lavorava in una palestra, aveva i muscoli belli sviluppati, più gonfi rispetto ai fratelli maggiori.
Aderivano perfettamente alla sua maglietta grigia.
Erano quasi identici ma unici nei loro dettagli, fratelli gemelli eterozigoti, più piccoli di tre anni di Jamie.

"Ok Tom ci siamo fratello è questa la casa", affermò Ian ricontrollando l'indirizzo ricevuto via E-mail.
"Sei sicuro?", chiese Tom perlustrando la casa, il giardino ed un anziano signore tagliare una siepe.
"Il navigatore non ha sbagliato", confermò Ian notando l'eccessiva tranquillità di quel posto.
Troppo tranquillo, troppo poco vivo rispetto alla loro città natale, Columbia.
"Dici che Jamie si è rinchiuso in questo posto, stile casa di riposo per un motivo ben preciso?"
"Non lo so che cosa si è fumato nostro fratello, ma credo che lo scopriremo presto".
Spense il motore della macchina e prese il cellulare tra le mani.
"Te l'ho detto che una settimana fa Dafne è entrata in ufficio gridando come un'isterica dicendo che il suo orsacchiotto era impazzito".
"Chi? La gatta morta o quella dello slogan viva il maculato?"
"Quella del maculato e di quell'orribile chihuahua".
"Che Dio me ne scampi, una così è solo da imbavagliare e scopare".
"Crepo proprio che nostro fratello ci faceva solo quello e l'ha scaricata".
"Dai una cosa magnifica per i suoi neuroni l'ha fatto. Ora dobbiamo solo capire perché si è rinchiuso in questa specie di casa vacanze per anziani".
Si diedero il pugno come segno di intesa e scesero dalla jeep.

Albert che aveva notato la macchina parcheggiata davanti al cottage, si avvicinò togliendosi i guanti da lavoro.
"Buona sera ragazzi", studiò i due giovani aggiustandosi gli occhi da vista.
"Se cercate la proprietaria non c'è".
"Buona sera signore, noi in realtà stiamo cercando nostro fratello, Jamie, l'inquilino".
"Il signor Jamie non è in casa come la proprietaria. Non saprei dove potete trovarlo".
"La ringraziamo per l'informazione ora proviamo a chiamarlo".
Salirono di nuovo sulla jeep ed uscirono dal cortile, prendono come direzione il centro.

"Provo a rintracciarlo al telefono", disse Thomas stravaccandosi sul sedile, allungando le gambe sul cruscotto.
"Giù le zampe Tom, l'ho appena pulita".
"Si certo, è il fango sui cerchioni e tutto il resto?"
"Non è colpa mia se abbiamo lasciato la pioggia a Columbia e la Jeep è nata per cavalcare le pozzanghere", controllò le indicazioni stradali e ripartì, "comunque l'interno è immacolato e cerca di mantenerlo tale".
"Si signor brontolone, comunque io conosco solo una cosa da cavalcare", disse togliendo le scarpe da tennis mentre Jamie rispondeva al telefono.
"Hey fratellone dove diavolo sei, sei diventato un ricercato che ti nascondi?"
"Per Daphne sicuramente si", scoppiò a ridere Ian.
"Bella fratello", gli rispose Tom unendo la sua risata a quella del fratello.
"Dai Caffè del centro?", impostò il navigatore.
"Stiamo arrivando amico, a tra poco!".

***

Lis chiuse il dossier degli ordini finalmente felice di aver concluso quella fiancante giornata.
Era venerdì pomeriggio e la sera prima erano andati al concerto di uno dei mille cantanti preferiti di Chris e Lis quella stessa mattina si strascinò fuori dal lettone di Jamie, contro voglia e super assonnata.
"Anche questi ordini sono andati", esultò Lis guardando Rachel, la sua informatrice farmaceutica.
Una volta alla settimana Rachel si presentava in clinica, per ritirare i vari ordini relativi alla merce.
Quel giorno era stato più noioso del solito ma non per via del carattere di Rachel, per la stanchezza di Lis.
"Perfetto Lis, ti ho inoltrato tutte le richieste ai vari fornitori, riceverai la merce con il solito corriere. Per il pagamento aspetta pure di ritirare gli ordini".
"Grazie Rachel, credo che sia tutto", sorrise felicemente.
"Ora ci vuole proprio un bel caffè", si sfilò il camice, aggiustando la camicetta rosa antico abbinata a stretti jeans chiari.
"Se vieni con me ti offro il miglior caffè di tutta charleston", le disse infilandosi i tacchi bianchi, legando bene il cinturino intorno alla caviglia.
"Accettò volentieri Lis, anche per me la giornata è finita", infilò tutti i faldoni relativi ai medicinali, nella valigia nera, con soddisfazione.
Lis sciolse i lunghi capelli neri prendendo la borsetta e la borsa del tablet.
"Allora chiavi, telefono ed agenda", prese due caramelle gommose alla fragola, offrendola all'ospite.
"Un po' di zucchero, giusto per arrivare al caffè".
"Hai ragione, inizia a fare davvero caldo".
La calura estiva si posò su di loro e passeggiando sul viale alberato, all'ombra delle grandi querce, notarono gli addobbi che il comune aveva preparato per il grande evento.

Il quattro luglio, il giorno dell'indipendenza.

I colori della Carolina erano ovunque, le bandiere sventolavano orgogliose nel vento, mentre i negozianti addobbavano con fiori le loro vetrine.
Albert aveva sicuramente inserito la loro amata bandiera sul lato della casa, a sfidare la brezza marina.

***

Ian parcheggiò la jeep vicino alla Mustang blu del fratello, ma di lui non c'era traccia.
"E adesso dove lo cerchiamo, ha il telefono che non prende!", esordí Tom appoggiandosi alla mustang pulita.
"Che caldo, ho bisogno di bere qualcosa di fresco o i miei muscoli si sciuperanno", controllò la loro perfetta tonicità e soddisfatto controllò il fratello.
"Ian, sei ancora con noi fratello?", alzò lo sguardo su di lui ed aggrottando la fronte rimase basito perché per la prima volta non gli aveva risposto, per le rime, su una sua battuta sui muscoli.

I suoi migliori amici.

Tom notò lo sguardo perso del fratello, la mascella quasi spalancata e l'immobilità, quasi innaturale, del suo corpo.
Si alzò dall'auto e seguendo lo sguardo penetrante del fratello anche i suoi occhi chiari si posarono su due ragazze da panico.
"Hey Ian asciugati la bava e datti un contegno, non hai mai fatto così per una pollastrella. Chi hai visto la Monnalisa?"

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora