Acquatika

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"Hope, scendi giù dal letto", mormorò Jamie nel riverbero dei primi raggi del sole, che sbucavano dalle persiane.
Era sabato mattina e la cosa che adorava di più, al mondo, era svegliarsi nel loro lettone con lei a fianco.

Il loro risveglio insieme era diventato ormai un dolce rito, ma il sabato mattina era tutta un'altra cosa.
Non si dovevano alzare per andare a lavoro e potevano restare nudi, nel letto, tutto il giorno.

Se non per tutto il weekend! Proposta sempre pronta da parte di Jamie ma accettata da Lis, solo di rado.
La sua instancabile Wonder Woman aveva sempre qualcosa da fare.

"Hope, giù", ribadì senza successo. Il gattino si avventurò sul letto facendogli le fusa.
"Vuoi mangiare?", gli chiese passandogli la mano sul bel pelo morbido.
Un miagolio di risposta si liberò nell'aria.

Jamie guardò Lis dormire beatamente e decise di scendere in cucina, per sfamare il coinquilino. Si alzò dal letto nudo come mamma l'aveva fatto e scese giù in cucina a riempire le ciotole verdi, di Hope e Leopold, di crocchette.
Aprì poi la finestra posizionata sopra al lavandino e respirò a pieni polmoni l'aria del mare.

Era felice e si sentiva fortunato ad esserlo. Lis aveva al dito il suo anello e sui loro cuori era stata incisa la promessa di sigillare la loro unione.

Aprì il rubinetto del lavandino per togliersi il sapore di crocchetta dalle mani mentre con gli occhi guardò la loro fotografia, scattata al faro, incorniciata sul ripiano d'acciaio della cappa.

Lis sorrideva fra le sue braccia fra spruzzi di mare e cristalli di schiuma.
Quando ritorneremo al faro? gli chiese la sua dolce metà la sera precedente.

Jamie accese la macchietta del caffè ricordandosi la sua risposta. Presto.
Attaccò la presa della The Maker gialla di Lis e prese la sua tazza preferita; una Mug gigante con la loro foto stampata sopra.

Preparò il vassoio per la colazione studiando il modo per organizzare un'altra gita. Come prima cosa lunedì mattina avrebbe visto a che punto fosse la pratica per la ristrutturazione del faro e poi sarebbe scattato il suo nuovo piano.

Nel frattempo aveva finito di riempire il vassoio e sorridendo dalla felicità, ritornò in camera da letto.

***

La piscina Acquatika di Columbia era in pieno movimento, sommersa da schizzi d'acqua e schiamazzi.
Il sabato pomeriggio era invaso da un'immensità di persone ed il rumore era inevitabile.
Nel weekend c'era sempre una concentrazione alta di affluenza e di corsi; dai classici corsi di nuoto al nuoto contro corrente.

Ogni corso aveva un istruttore e partecipanti, di conseguenza tutta una serie di incombenze da seguire; dai turni alla gestione della cassa.

Mya era cresciuta nell'acqua dell'oceano e si trovava a suo agio in piscina.

Essendo l'assistente del Direttore della struttura doveva coordinare tutti i servizi legati all'apertura ed al funzionamento della piscina stessa.
Il suo obiettivo era di diventare lei stessa, un giorno, la direttrice di un centro come quello in cui lavorava.

Per poter riuscire a raggiungere il suo obiettivo doveva però ottenere diversi brevetti, per raggiungere un'adeguata professionalità ed esperienza.

Fortunatamente le lancetta dell'enorme orologio, posizionato nella sala principale con le varie piscine olimpioniche e le vasche per il nuoto contro corrente, toccarono le diciotto.

L'ultimo corso era iniziato e fra un'ora esatta la piscina chiudeva.
Mya si rilassò all'istante sentendo tutta la stanchezza della giornata ma soprattutto della serata al Miss Penelope.

La sua Tiffy, raggiunto il loro loft, aveva rivomitato anche l'anima per poi accucciarsi fra le braccia di Tony.
Quella mattina, quando Mya uscì di casa, li trovò nella stessa posizione sul divano letto del soggiorno.

Quel pensiero la riportò a visualizzare un altro ricordo, il volto ghiacciato di Thomas.
"Ben ti sta stronzo", mormorò sorridendo chiudendo la cassa della palestra nell'ufficio del direttore, al primo piano.

Sempre ridendo scese di nuovo al piano terra per dirigersi alle docce. Non vedeva l'ora di togliersi il cloro dai capelli e sdraiarsi sul divano con un barattolo di gelato.
Entrò nel bagno riservato solo allo staff e spogliandosi velocemente entrò sotto al getto della doccia calda.
"Finalmente la giornata è finita".

***

A qualche metro di distanza un ragazzo dai profondi occhi blu laguna, stava finendo di fare una serie di addominali, sdraiato su una panca della New Power.
Il suo umore era dei più neri, rispetto alla media degli ultimi mesi, se non direttamente dell'anno intero; e tutto per colpa di una mocciosa arrogante.

Sbuffò il nervoso uccidendo i muscoli del suo addome ricordandosi le sue parole: non me ne frega un cazzo che sei il fratello del fidanzato di mia sorella.

"Stronzetta Arrogante", si lamentò, più che offeso, cominciando la decima serie di esercizi.

"Ti ho tappato la bocca però", mormorò ricordandosi del loro bacio; aveva di nuovo assaggiato la sua lingua biforcuta.

"Non le hai tappato la bocca, uomo ghiaccio", pronunciò la voce della sua coscienza, ovvero Jousha.

"Fanculo Jo", gli rispose aggressivo mentre forgiava i suoi muscoli.

Lei l'aveva baciato, lei gli aveva succhiato il piercing e la lingua donandogli una sensazione indecifrabile, congelandogli successivamente in una frazione di secondo, il suo pene e tutte le sensazioni che stava provando.

Jousha scoppiò a ridere di gusto, "perché uomo ghiaccio?"

"La finisci?", sbuffò fulminandolo con lo sguardo.
"Ho appena cominciato. Comunque così quella peperina è Mya!"
"Mmh", rispose solo.
"Non mi avevi detto che era proprio una figa".
"La sua insolenza supera di gran lunga la sua bellezza", sentenziò sempre più offeso.
"Non credo proprio Thomas", rispose velocemente l'amico. "Figa è figa e qui non ci piove", affermò avvicinandosi alla vetrata della palestra.
In lontananza si poteva vedere la cupola della piscina Acquatika.

"Resta il fatto che sia una grandissima stronza".
"Parlandoci non mi è saltato all'occhio questo particolare ma", precisò ridendo, "non ho ricevuto io uno shaker pieno di ghiaccio sul pisello.

"Hai finito di ricordarmelo cretino?", disse sedendosi sulla panca asciugando la sua pelle sudata con l'asciugamano.

"Sì dai la smetto, per ora! Che facciamo stasera? Pizza e partita?"
"Io vado al cinema con la cassiera dell'ipermercato".
"Che cazzo fai Tom?", chiese Jo sconvolto.
"Finalmente riesco a scoparmi quella figa allucinante del supermercato dove vado a fare la spesa,  ma dato che me la devo tenere buona, perché mi fa passare sempre gli sconti in anticipo, per scoparla vuole che la porti al cinema.

"Questa è una bella stronza. Che film sarai costretto a vedere?
"Orgoglio, pregiudizio e zombi"
"Per tutti gli orgasmi infelici, non c'è più religione".

"Lascia perdere che mi viene da vomitare solo sentendo il titolo, ma non guarderò sicuramente il film", rispose scoppiando a ridere, "e neanche lei.


Spazio Autrice
Vi piace il nuovo soprannome di Thomas? Uomo Ghiaccio?! 😂😂😂😂
Fatemi sapere! ⭐️⭐️⭐️⭐️⭐️
❤️❤️❤️ helena

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora