Unione perfetta

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Il divano di pelle nera era enorme ma freddo a contatto con la pelle rovente di Rachel.
Si staccò da quelle labbra di caramello con il respiro accelerato.

Ian affondò i denti nella pelle tenera del collo dimenticandosi che il suo obiettivo era riprendersi la caramella. Scese con la lingua sulla spalla per poi spostarsi sul petto gonfio.
Con le mani tremanti le afferrò le natiche sode, attorcigliando intorno alle dita i fili delle mutandine, molto probabilmente un perizoma.
Una voglia selvaggia di penetrarla colpì il suo pene, facendolo pulsare attraverso la stoffa leggera. Anche Rachel sentì una voglia estrema di possedere quell'uomo sexy e di farsi penetrare.

I loro respiri non erano più classificabili in quanto tali ma erano dei veri e propri ansimi.
"Non mi fraintendere Rachel ma vorrei spogliarti e penetrarti, adesso", le disse sulle sue labbra rosse.

Strinse a sè quel corpo stupendo con il cuore che pompava sangue ad una velocità fuori dal normale.
"Non c'è niente da fraintendere, anch'io vorrei sentirti dentro di me ma siamo sul divano di tuo fratello", gli rispose guardandolo.

Il movimento convulso di mani si fermò ed una voce carica di desiderio parlò, "Questo divano non è di Jamie".

Due occhi marroni pieni lussuria guardarono due occhi verdi pieni di aspettative.

"Ah no?", chiese dubbiosa.
"No, perché è mio", rispose sorridendo.
"Non abbiamo migliorato la situazione, Ian".
"Certo che si! Era il divano del mio ufficio privato".
"Va bè, di male in peggio", sbuffò rumorosamente.
"Io qui sopra non ci sto più", disse alzandosi di scatto.
"Perché no?", la guardò con aria interrogativa.
"Chissà chi è passato di qui?", disse con sguardo molto eloquente.
"Nessuno Rachel, è praticamente nuovo! Chi entra nel mio ufficio si siede subito alla scrivania!"
"Sicuro?", incrociò le braccia indecisa.
"Tu sei la prima che bacio su questo divano e ne sono più che felice", confermò Ian imprigionandola di nuovo tra le braccia.

Le baciò il ventre attraverso il delicato vestito. "Gelosa?", la guardò in quelle gemme verdi con un sorriso strafottente.
"Chi, io?", rispose manifestando un distacco che in realtà non c'era.

Era gelosa marcia.

La risata calda di Ian era deliziosa se solo non la stesse prendendo in giro.
"Non devi essere gelosa, perché sei l'unica".
Si inginocchiò davanti a lei e con lentezza infinita iniziò a leccarle le nude gambe.

Le scarpe rosse, lucide, dai tacchi alti erano perverse ed eccitanti. Con le mani accarezzò le delicate caviglie, ma per poco.

La gamba sinistra si mosse e con la scarpa rossa, che venne appoggiata senza pietà sulla sua spalla destra, inchiodandolo al divano.
"Approfondisci la parola unica", le disse con un sorriso da vera bimba monella.

Un colpo al cuore ricevette Ian con quel gesto da sensuale dominatrice.
Le afferrò la caviglia con un sorriso irriverente, degno di un Sommers, e leccandole la caviglia proseguì sul polpaccio, facendo appoggiare la deliziosa scarpa sul bordo del divano.

"Unica, assoluta, senza eguali", mormorò baciando il ginocchio e salendo verso l'interno coscia.
"Irresistibile e sexy dominatrice, aggiungo", raggiungendo il punto più delicato e bagnato di Rachel.

Un gridolino di puro piacere uscì dalle labbra rosse mentre gli occhioni verdi erano ebbri di voglia. Imprigionò i neri capelli di quell'uomo tra le dita spingendo il suo viso verso la sua voglia umida.

Lo voleva, lo voleva finalmente dopo un mese di baci ed ali di farfalle nello stomaco. Lo voleva da quel bacio sotto la pioggia di Columbia.

"Ti voglio Ian, ti voglio", gli spostò il viso nascosto dalla sua gonna per guardarlo in quei penetranti occhi.
Ammirò le lunghe ciglia nere e la bocca carnosa, da mordere.
La barba era fine e curata sentita fino a poco prima, contro la pelle delicata del suo pube.

"Anch'io ti voglio Rachel, ho immaginato questo momento in ogni momento della mia giornata", si alzò raggiungendo le labbra e prendendo quel viso da angelo misto diavoletta fra le mani.

"Ti ho immaginato sotto la doccia, nel mio letto, nel mio salotto", le baciò l'orecchio e morse il lobo delicato, "nella mia macchina, sul tavolo della cucina e nel mio ufficio", le fece scendere le bretelle del vestito.
I gemiti di piacere di Rachel accompagnavano le sue eccitanti parole.

"Ho immaginato di penetrarti sulla spiaggia o sulle poltrone rosse di un cinema", le sgancio il vestito che cadde per terra leggero.

"Ho immaginato tutto questo", le catturò la bocca, stringendo i lunghi capelli rossi.
Quei capelli rossi che gli confondevano la mente.
"Bene", disse Rachel con il poco fiato che le rimaneva nel corpo, "prendimi ora sul tuo divano che poi abbiamo una lunga lista da seguire".

Si staccò da lui e lo spinse sul divano sistemandosi sulle sue sode gambe.
Iniziò a sbottonargli la camicia ma la voglia era troppa e gli strappo i bottoncini.

"Sei un sogno", mugolò Ian tra i sospiri ed i corti respiri.

Senza più poter aspettare le tolse il reggiseno ed imprigionò il capezzolo rosa tra le proprie labbra, succhiando con foga quel bocciolo di rosa.
Un gemito di estasi uscì dalle labbra di quella donna stupenda che stava per aver la fortuna di amare.

Le piccole mani di Rachel gli sbottonarono i jeans e con l'aiuto di Ian li sfilò da quelle lunghe gambe.
Anche i boxer neri vennero tolti liberando un pene duro e pronto per penetrarla.

Ian si stava perdendo nel profumo delicato di donna mentre il suo pene era gonfio e pronto a penetrarla.

Rachel si prese tutto il tempo che voleva per ammirare quel corpo di statua ed il gonfiore del suo membro eretto. La punta, rosa scuro, era sporca di liquido, come era sporca lei.

Accarezzò quella parte di lui potente e stringendolo tra le dita sentì un lamento uscire dalla sua bocca mentre chiudeva gli occhi marroni.

"Così mi uccidi Rachel".
"Non sai quello che mi stai facendo tu", disse mollando il pene baciandolo sulle labbra.

"Lo voglio proprio vedere", le rispose aprendo gli occhi e penetrandola.
Spinse il suo membro dentro la sua carne aperta e bagnata.
"Sei calda Rachel, sei calda per me?", le sussurrò fra i capelli afferrando il fondo schiena di zucchero e spingendolo verso il loro piacere.
Si avventò sui capezzoli, baciando e leccando quella porzione di pelle quando sentì la voglia di quella splendida donna farsi più esigente e desiderosa.

"Sì, sono calda per te e ti voglio", iniziò a cavalcarlo più forte, con poca lucidità.
"Mi stai prendendo piccola, fammi quello che vuoi", riuscì solo più a dire, prima di perdere l'uso della parola.

Smisero di parlare, smisero di respirare , smisero di vedere.
Raggiunsero insieme l'apice di quell'unione perfetta che solo due persone, legate dallo stesso filo di seta rosso, posso provare.

I loro occhi si erano visti, i loro corpi di erano desiderati ma le loro anime si erano scelte.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora