Il pianto insistente di un bambino, piccolo ed indifeso, perforava i suoi timpani.
Un piccolo bambino con grandi occhi scuri e neri capelli. La bocca rossa era piccolina ed imbronciata, mentre grandi lacrime rigavano il suo visino, stupendo.
Il lamento era continuo e si alternava a veri e propri scoppi di ira e frustrazione.
La manine sbattevano sul lenzuolino del lettino mentre le labbra si muovevano in una piccola smorfia, emettendo poche sillabe ma ben precise."Papà".
Gli occhi di Lis si aprirono di scatto sentendo le lacrime sgorgare insidiose dagli occhi, mentre il respiro era corto e doloroso.
Il dolore del lamento del cucciolo sognato era vivo e bruciante nella sua mente ma soprattutto nel suo cuore. Il suo corpo era ricoperto di sudore mentre la tachicardia aveva rapito l'organo che ultimamente aveva subito dei veri e propri assalti.Sapeva benissimo chi fosse quel bambino: era il figlio di Jamie.
Un bambino piccolo ed indifeso che cercava suo padre e lei non era la madre.
Si alzò dal letto con il corpo agitato e le mani tremanti, mentre gli occhi si posavano sul corpo addormentato di Jamie.
Le lacrime iniziarono a bagnarle la canotta mentre prendendo il cellulare si tappò la bocca per non singhiozzare.
Scese velocemente le scale mentre compose il numero di Chris.Parlò sommessamente cercando di non farsi sentire.
"Come stai?", le chiese la sua ancora di salvezza.
"Male Chris, male", mormorò con l'immagine di quel bambino che le tormentava la mente.
"L'immagine di quel bambino, del probabile figlio di Jamie, mi sta uccidendo il cervello"."Calmati Lis, andrà tutto bene".
"No, non credo", scoppiò a piangere al telefono, con l'ossigeno che faceva fatica a far lavorare il cuore.
"Perché Lis?", le chiese sconvolta quanto lei.
"Perché tu non hai visto il suo viso quando chiedeva a Jamie di aiutare il suo bambino".
"Ma potrebbe non essere suo!", provò a dirle, sentendo la sua angoscia."L'ho sognato Chris. Ho sognato il suo bambino che piangeva e chiamava il padre. Lo vedo Chris, vedo quel bambino ovunque. Io, io non ci riesco".
"Lis ti prego rifletti su quello che stai facendo".
"Io non ci riesco, non posso vincere contro quel bambino innocente".
"Lis ti prego riflettici, prenditi del tempo".Si asciugò le lacrime con il polso ed annuì sentendo una forza disumana trascinarla su per le scale ed ancorarsi a quel corpo addormentato.
Allo stesso tempo un peso enorme sul petto e sullo stomaco, schiacciava i suoi desideri mentre le urla di un bambino innocente penetravano e perforavano la sua anima.
Si vestì velocemente e lasciò un biglietto scritto a Jamie. Un biglietto in cui gli diceva di non preoccuparsi e che andava a schiarirsi le idee sulla spiaggia. Aveva bisogno di pensare e lo pregò di non cercarla. Sarebbe ritornata presto.
Il risveglio per Jamie, di conseguenza, fu penoso ed intriso di sofferenza. Si ritrovò solo fra le fredde lenzuola, con un solo bigliettino, elegantemente scritto con la sua calligrafia.
Solo, abbandonato lì dopo che la notte prima si erano donati o forse no. Lui si era donato ed aveva cercato di farle capire che insieme potevano farcela.
Lei invece doveva pensare ed in parte era giusto, perché codardamente aveva sperato che lei non recuperasse la memoria, prima del test del dna.La sfortuna aveva giocato contro di lui ed adesso doveva pagarne le conseguenze. Sperava solo che la sua Lis decidesse di restargli accanto o sarebbe impazzito dal dolore.
Scese dal letto prendendo a calci i cuscini ritrovandosi a maledire il giorno che i suoi occhi si erano posati su quella vipera.
Chiamò subito Chris apprendendo la notizia che Lis era uscita per pensare, dopo una notte piena di incubi.Sospirò il dolore e la sofferenza che lo tormentava mentre l'acqua fredda della doccia bagnava il suo corpo. Rimase sotto il getto di quell'acqua trasparente un'infinità, cercando di trovare una soluzione.
Ma la soluzione non c'era.
Doveva solo sperare che Lis non scegliesse di lasciarlo, influenzata dalla scenetta di quella stronza. Un impeto di rabbia gli fece sbattere il pugno contro le piastrelle del bagno.
Il dolore fu tremendo ma non era niente rispetto alla morsa che stringeva il suo cuore.Si vestì in fretta salendo in macchina e precipitandosi da Lucy, sperando di incontrarla, di toccarla e di poterla abbracciare.
Lis era passata da Lucy ma si era volatilizzata perché la clinica era chiusa ed a casa non c'era.
Aveva preso la jeep, quindi poteva essere ovunque.La giornata trascorse fra scatti d'ira, un malessere generale e l'ansia di non sapere niente di Lis e del suo futuro.
La sera li raggiunse, entrambi tormentati e spaventati, mentre nuvole nere oscurarono il cielo e le sue stelle.Lis ritornò quando i lampioni del giardino si accesero tutti ed in lontananza il faro aveva cominciato il suo compito primario.
Con gli occhi gonfi di pianto e le labbra screpolate si fece forza ed entrò in casa trovando un Jamie sconvolto.
"Ti ho aspettato tutto il giorno e stavo impazzendo non sapendo dove fossi".
"Scusami ma ho dovuto riflettere", mormorò posando la borsa e le chiavi della macchina sul tavolo della cucina.
"Lis, ti prego parlami", mormorò avvicinandosi a lei.
"Non c'è molto da dire", rispose spostandosi in salotto per allontanarsi da lui.
"C'è molto da dire se siamo entrambi dei fantasmi che vagano".
"C'è un bambino di mezzo, un bambino che avrà bisogno di suo padre e di una donna che ha bisogno del tuo aiuto, adesso".
"Lei non c'entra niente e non mi farò ricattare da una vipera che vuole solo i miei soldi".
"Io non posso vincere contro quella creatura innocente. Anche se metti da parte Daphne, c'è sempre lui".
"Ti prego Lis, non lo fare", le disse tremando, avvicinandosi.
"Ti prego tu Jamie, non ti avvicinare, non riuscirei a spiegare".
"Spiegare cosa Lis? Cosa c'è da spiegare?"
"C'è molto Jamie", disse scoppiando a piangere."Tu hai sofferto per via di tuo padre, sai benissimo che cosa vuol dire crescere senza ed io non sarò la causa della sofferenza di quel bambino".
"Tu non sarai la causa di nessuna sofferenza".
"Un bambino ha bisogno anche del padre per crescere ed io non sono così egoista da toglierglielo".
"E se il padre non fossi io?"
"Allora sarà meglio così per te, di certo non meglio per il bambino. Io non voglio essere la causa della tua lontananza da quell'esserino innocente".
"Non lo sei Lis ti prego", le disse allungandole una mano.Lis scoppiò a piangere mentre si allontanava da lui con l'immagine di quei piccoli occhi tristi e le urla nelle orecchie.
"Vorrei tanto vedere la luce nel buio dei miei pensieri, Jamie, ma non ci riesco".
Scoppiò a piangere mentre la desolazione prendeva il sopravvento sulle sue emozioni.
"La troveremo Lis, insieme troveremo di nuovo quella luce", le disse avvicinandosi di un passo.
Il tavolino del salotto li divideva. Un oggetto insignificante ma insormontabile data la loro tensione.Occhi negli occhi e dolore nel petto.
"Ho riflettuto oggi e mi dispiace Jamie ma ho deciso: la settimana scorsa ho ricevuto una convocazione da un istituto di ricerca di Washington, in quando vincitrice di un concorso che avevo fatto qualche anno fa"."Washington? Concorso? Non capisco Lis, che cosa stai dicendo?", chiese con il cuore in gola e la collera nelle vene.
"Sto dicendo che ho deciso di partire per Washington DC, domani stesso", gli disse guardandolo con occhi pieni di lacrime.
Le parole di Lis arrivarono decise ed appena la sua anima ne capì il significato, mille e più lame ghiacciate infilzarono tutto il suo corpo. D'argento se fosse stato un Licantropo e di legno se fosse appartenuto alla stirpe dei Vampiri.
In ogni caso mortali.
Spazio Autrice
😭😭😭 il pianto di quel bambino la tormenta. Dolore e tormento, solo quello può sentire, possono sentire.
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Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa)
Romance.."Sono proprio offesa! Sorvoliamo sul fatto che ti scopi un figo allucinante, va bè gli ormoni sono ormoni e Dio solo lo sa da quanto che non ti fai sbattere, ma almeno il giorno dopo chiama la tua migliore amica, raccontale tutti i dettagli piccan...