Columbia City II

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Finalmente il volo #4235 dell'United con destinazione Columbia atterrò con soli venti minuti di ritardo, per colpa dell'ultimo passeggero ritardatario.

Lis, questa volta, si precipitò subito nel sedile posteriore di un taxi.
Se a Washington sembrava che le sue gambe fossero di pietra, la valigia non si trovasse e l'uscita fosse irraggiungibile, ora aveva le ali ai piedi ed una potente incazzatura nelle vene.

Il suo lato amazzone dormiente, si era risvegliato ed aveva solo un unico obiettivo in testa: redimere la sua anima.

Aveva ferito l'unico essere vivente che non meritava altra sofferenza ed anche un po' per colpa sua. Le sue ultime parole si scolpirono da sole nella sua anima: mi hai ucciso.

La voce di Jamie era sconvolta, intrisa di rabbia e di dolore. Un peso enorme portavano semplici lettere sul suo cuore. Ora, poteva solo più liberarlo dalle sue immeritate catene.

Catene che quella stronza aveva legato intorno al suo collo, al suo cuore ed alla sua anima, tirando fino a sentire i suoi lamenti.

Jamie era un uomo buono, per niente superficiale e degno di essere chiamato così. Non merita questo.

"Dove la porto signorina?", la voce dall'accento messicano la distrasse dai suoi pensieri.

"Palestra New Power, per favore. Si trova vicino alla South Carolina University".
"Allora direzione centro".

Lis infilò le coordinate su internet e la destinazione si visualizzò all'istante.
"Pickens Street, n.12".

"Perfetto, in venticinque minuti siamo lì".
"Grazie", mormorò sistemando il nasino addosso al finestrino.
Per la prima volta i suoi occhi si posarono sulla città natale di Jamie.

"Jamie", mormorò guardando una loro foto sul telefono. Il sorriso irresistibile di quell'arrogante e dolce uomo, la fissava attraverso i pixel colorati del cellulare.

Una morsa alla gola stava scatenando una nuova crisi di pianto, ma per il momento non c'era più tempo per le lacrime.

Doveva trovarla e scoprire la verità. Chi era quel bambino? Di chi era veramente? Perché si comportava così?

Rialzò gli occhi su quella città che sentiva già parte di lei. Avrebbe voluto visitare i suoi luoghi abituali, la vera quotidianità di Jamie. I posti della sua infanzia.

Iniziò a chiamare Thomas sul cellulare ma non rispondeva. Aveva memorizzato i numeri dei due gemelli Sommers, dopo i messaggi e le telefonate degli auguri per il suo compleanno.

Il telefono di Ian era irraggiungibile mentre quello di Tom squillava libero. Lis non si lasciò prendere dallo sconforto, avrebbe riprovato fino a quando i suoi occhi, imbestialiti, non si fossero posati su un membro di quella meravigliosa famiglia. Uno dei due l'avrebbe aiutata a rintracciare quella vipera. Per il momento non poteva far altro che riposare il suo corpo ed andare nell'unico posto che conosceva, solo per sentito dire, come posto in cui poterne rintracciarne uno.

"Rispondimi dai!", mormorò mangiandosi le labbra.

***

"Ti vibra il telefono", mormorò Claire, puntando per un secondo lo sguardo su un paio di occhi azzurri, bellissimi.
"Non importa porcellina, continua pure a chiacchierare con mio uccello", le rispose Thomas, stringendo fra le dita i capelli tinti di rosso e muovendo la testolina contro il pene, sporco di saliva.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora