Tormento

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Thomas uscì dalla doccia con il pene sfogato ma con ancora l'orgoglio ferito.

Lui, il re delle palestre era stato offeso da una mocciosa insolente.
Sbuffando rumorosamente asciugò il suo corpo, vigorosamente, lasciando i capelli bagnati.
Recuperò le mutande dal borsone, sistemato in camera, che vennero infilate nelle lunghe gambe con gesti automatici.
Ritornò in cucina per prendere una bottiglietta d'acqua fresca e saziò la sua sete.

Chiuse gli occhi e sentì tutta l'energia che doveva scaricare con la corsa di quella mattina, mischiata al nervoso. Si muoveva a scatti come un potente leone in gabbia, pieno di pura elettricità.
Il ricordo di quelle labbra rosa confetto lo mandarono in delirio e si buttò sul pavimento.

Non poteva andare di nuovo a correre perché aveva un appuntamento con i fratelli, ma mentre aspettava Jamie, avrebbe eliminato un po' di tensione con le flessioni.

Le braccia iniziarono a pompare acido lattico mentre dalla bocca uscivano i numeri degli esercizi compiuti.
Accidenti a te mocciosa pensò.

Si girò e pinzando i piedi sotto al divano iniziò ad uccidere il suo corpo di addominali, sostituendo i numeri con le imprecazioni.
Era così intento a sfogare l'offesa che non si accorse di urlare e di un Jamie bloccato sulla soglia della cucina.

"Tom?", gli chiese, "tutto bene?"

Il fratellino si fermò di colpo e girandosi verso di lui mugugnò un sì fra i denti.
"Sei sicuro?", mormorò entrando in bagno per farsi una doccia, "vestiti che Ian ci aspetta da Lucy".

"Sì Jamie, sono sicuro", replicò finendo l'esercizio ed andando in camera da letto.

Jamie, prima di entrare in doccia, si affacciò in corridoio ridendo, "allora perché inveivi contro una sfacciata mocciosa?"

***

"Finalmente ragazzi, ci avete messo una vita!"
"Scusaci Ian, ma Lis non mi lasciava più uscire dal letto e Tom, beh", disse osservandolo sedersi sul divanetto di Lucy ancora con lo sguardo infastidito, "guarda pure come è ridotto".

Pacca sulla spalla e stretta di mano, un Jamie divertito si sedette a fianco ad Ian, lanciando occhiatine irriverenti verso il fratellino più piccolo.

Tom lì ignorò completamente sistemandosi bene vicino alla vetrata ed infilando il viso nel menù.
"Tom che cosa ti è successo? Non è da te questo atteggiamento poco rilassato", commentò un Ian, davvero perplesso.
"Non ti ho mai visto così adirato?"

Thomas non rispose pensando a quelle parole, fastidiose, ma vere.
Lui che rideva sempre, giocava con la vita e si godeva ogni attimo vissuto.
Non era un ragazzo riservato e scontroso per natura e di solito non si lasciava influenzare da niente e da nessuno; se ne fregava altamente di tutto.

Marc prese le loro ordinazioni mentre erano sempre più divertiti ed incuriositi davanti a quel comportamento anomalo.
"Ti posso dire che l'ho beccato fare gli addominali mentre inveiva contro una sfacciata mocciosa".

Ian guardò il fratello, gemello. La bocca non sorrideva ed i grandi occhi azzurri erano intenti a leggere. Un'ombra di irritazione offuscava il suo viso.

"Una mocciosa Thomas?"
"Non ne voglio parlare", sbuffò prendendo le sue uova strapazzate.

"Oh oh ooooh per la prima volta il caro Thomas non vuole parlare".
"Zitto Ian", lo fulminò con gli occhi e con la lingua.
"Non posso starmene zitto Tom, ti rendi conto che non ti ho mai visto così infastidito?", commentò guardando la faccia preoccupata di Jamie.

"Che cavolo ti è successo?", si sentì chiedere di nuovo, mentre osservava la strada attraverso la vetrata.

Il mutismo caratterizzò quel momento. Jamie ed Ian facevano tranquillamente colazione mentre si scambiavano occhiate strane e cercavano di trattenere le risate.
"Vorrei proprio conoscere la causa del tuo assurdo mutismo, Jeremy!", affermò un Jamie irriverente. "Nessuno ti ha mai tappato la bocca in questo modo".

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora