Immenso

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Respirò a pieni polmoni quell'aria primitiva, senza sentire l'odore dello smog, senza sentire niente se non l'odore della terra umida, costantemente ricoperta da fango e muschio.
Sentiva la forza dell'acqua, la forza della corrente contro la sua imbarcazione, contro i suoi muscoli che remavano.

Sentì la completa, totale, libertà dell'uomo, la vita nel cuore, la felicità sul viso.
Solo a contatto con la vera natura si può capire quanto siamo piccoli ed impotenti contro di essa, ma anche quanto siamo fortunati.
Lei ci permette di viverla, di respirarla, di toccarla con le mani.

Infilò le dita nell'acqua e sentì la sua temperatura fredda, la sua natura consistente, grazie ai miliardi di foglie, pezzetti di legno, che galleggiano costantemente.

Si poteva sentire solo il rumore delle pagaie che si infrangevano contro il fiume, il vento tra i rami.
Ogni singolo movimento era ammirato e monitorato, allo stesso tempo, da diversi occhi attenti.

"Devo ammettere che questo posto mi affascina Jamie", gli disse Ian avvicinandosi a lui.
"Si è così affascinante e selvaggio", rispose pensando anche a due occhi azzurri.
"Capisco perché sei voluto venire qui, staccare la spina, cercare un senso, ma capisco anche perfettamente il tumulto che c'è nel tuo cuore".
Solo un sospiro riempi l'aria tra loro due.
"Come si può lasciare la felicità quando ce l'hai stretta tra le mani?".
"Eri venuto qui con l'intenzione di cambiare un po' d'aria ed invece mi sa che per venirti a trovare non devo solo cambiare isolato".
"No, non credo", ansia e confusione invasero il cuore ed il silenzio cadde di nuovo tra di loro.

All'improvviso, ad interrompere quella immobilità acquatica, un colpo secco e deciso avvolse la piccola imbarcazione di Jamie.
I sensi si prepararono al peggio mentre mani e pagaia cercavano di tenere in equilibrio il tutto.
"Merda" disse con vostra affannata.
L'urto contro qualcosa diede velocità al kayak e l'inclinazione della pagaia fece ruotare Jamie, restando in ogni caso sul filo dell'acqua.
Il giro della barca gli fece intendere che nessun alligatore o ramo viaggiante di un albero spezzato, lo aveva accidentalmente urtato.

Si trattava solo di quell'idiota di Thomas.

Un Thomas che si era avvicinato dietro di lui e che lo aveva fatto ondeggiare con la mano.
"Idiota", gli disse solo fulminandolo con sguardo.
"Dai Jamie era solo uno scherzo".
"Appena scendo da questo coso ti uccido Tom".
"Ed io lo aiuto", precisò Ian sorridendo malefico.
Si guardò negli occhi con Jamie e basta solo quello sguardo, si erano già capiti.
Lo stesso identico sorriso irriverente si formò
su labbra carnose.

Il gruppo si rimise in posizione ed uscendo da un fitto tratto di vegetazione si ritrovarono sul fiume Ashley libero da alberi e cespugli.
Il sole stava tramontando e lambiva con i suoi colori accesi quel manto azzurro d'acqua.
"Dai ragazzi facciamo a chi arriva primo a destinazione?"
Ora nessun ostacolo impediva il loro cammino ed azionando i muscoli tutti e quattro gli uomini diedero vita ad una gara.
Una gara bella e buona a chi sudava di più, a chi vinceva contro quel fiume che solo se voleva si faceva domare.

"Ci sto Tom, mangerai il mio fango", urlò Ian iniziando a dare velocità all'imbarcazione.
Jamie e la guida entusiasta li seguirono a ruota.
Jamie aveva un appuntamento importante e non vedeva l'ora di arrivarci mentre per la guida era proprio un bel fuori programma ed un'alternativa eccitante alle solite visite guidate, di famiglie con bambini.

Tutti e quattro si buttarono anima e corpo in quella sfida.
Ovviamente vinta dal piccolo Sommers, il personale trainer più gettonato di Columbia.

I ragazzi arrivarono a destinazione con la luna che risplendeva nel cielo ed appena messo piede sulla terra ferma, una promessa venne mantenuta.
Ian e Jamie si scagliarono su Tom che preso di peso, venne letteralmente lanciato giù dal molo, nel fiume Ashely.
Risate e lamenti si confusero sotto gli occhi stupidi e divertiti della guida e di altri turisti, giunti al punto di ritrovo, in arrivo dai loro tour.

Un Thomas gocciolante ed alterato non finiva di lamentarsi mentre nuotava fino a riva usciva per poi toccare di nuovo la riva.
"Non ti ha mangiato nessun alligatore?", gli chiese ridendo a crepapelle Ian.
"Smettila Ian o mi vendicherò, anzi lo farò lo comunque", fede scivolare l'acqua dai capelli. "Cavolo, ora sono completamente bagnato".
"Vendicati pure ma tu così fradicio sulla mia macchina non entri", esordì sfilandosi la muta Jamie.
"Oh beh, vedremo", rispose togliendosi la muta fradicia e fangosa.

Un Thomas con tanto di broncio salì sull'auto con sfondo le risate dei due fratelli.
Era completamente bagnato ed avvolto solo in un plaid bianco.

***

Jamie infilò le chiavi nel portoncino di casa di Lis, con la nostalgia che lasciava il suo cuore.
Quel bastardo sentimento di tristezza scomparve, togliendo le sue lunghe unghie affilate dal suo cuore.
Chiuse la porta e ricominciò a respirare.
Il suo delizioso profumo raggiunse le sue narici e lasciando le chiavi sul tavolino dell'entrata si sfilò le scarpe e la camicia.
Appena ritornati a casa uno ad uno si infilarono nella doccia, dopo aver mangiato un boccone al Mc drive.
Thomas non poteva scendere dalla macchina anche se avrebbe fatto ben volentieri sfoggio dei suoi muscoli.

Con i capelli ancora umidi, salì le scale immerse nel buio. Solo i raggi della luna filtravano dell'enorme finestrone.
Si avvicinò cautamente alla porta della camera da letto.
Da sotto la porta filtrava una debole luce, forse Lis era ancora sveglia.
Aprì leggermente la porta e chiamò il suo nome con poca voce, non volendo disturbare quel silenzio, quell'attimo magico.
L'attimo tanto atteso e desiderato, in cui i suoi occhi scuri si posarono di nuovo su di lei.

Jamie non era però preparato a quello che i suoi occhi videro, o perlomeno, il suo cuore non era preparato.
Sapeva quanto bella fosse Lis ma in quel momento, era una dea.

Il suo bellissimo corpo giaceva addormentato tra le lenzuola argentate. La luce accesa dell'abat-jour illuminava il suo volto rilassato.
Le labbra leggermente aperte, le lunghe ciglia nere, chiuse su rari zaffiri.
Gli occhiali neri, che usava solo per leggere erano appoggiati sopra il volume di chirurgia, aperto sul letto.
Si era addormentata leggendo.

Jamie inspirò il profumo della stanza ed appoggiandosi allo stipite della porta, notò che non stava facendo lui una sorpresa a lei, ma era completamente l'opposto.
Le delicate auto-reggenti nere fasciavano lunghe gambe come il bustino, dello stesso colore, fasciava il corpo.

Il tutto coperto da un cardigan beige.

Jamie sorrise, "la mia dottoressa freddolosa".
Si sedette vicino a lei e tolse di mezzo occhiali e libro accarezzandole il viso, con una lenta carezza.
Non resistette oltre e con labbra bramose la
svegliò con caldi baci.
Due occhioni azzurri si aprirono ed un bellissimo sorriso lo salutò.
"Scusa mi sono addormentata".
"Scusami tu ho fatto il prima possibile", si tolse i pantaloni ed entrò nel letto, stringendola tra le braccia.
"Addormentanti di nuovo piccola, ora sono qui".
"Ora che sei qui non mi addormento di certo", appoggiò il viso sul suo petto liscio.
Annusò il suo profumo selvaggio e affondò i denti nella tenera carne del collo.
"Mmmh aya. Per fortuna sono sicurissimo che tu non sia un vampiro".
"Ne sei sicuro?", una risatina roca uscì da labbra irriverenti.
"Controlliamo allora, ma non hai sonno?", la fece scivolare sotto il suo corpo e sfilandole il cardigan iniziò a leccarle la pelle calda.

"No, non ho sonno, ho fame di te".

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora