Dammi una possibilità II

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Con il cuore in gola Lis distolse lo sguardo dagli occhi feriti di Jamie e tornò verso la cucina. Con la mano pesante sfilò la lettera della convocazione dalla borsa.

Nel silenzio più totale e con le lacrime sulle guance e sul petto, lo raggiunse mantenendo una distanza di sicurezza, consegnandogli quel foglio piegato e stropicciato.

Jamie rimase impassibile con il cuore che gli doleva nel petto ed una brutta sensazione nell'anima.

I suoi occhi iniziarono a leggere quelle immense parole nere su un insignificante foglio bianco che iniziava a bruciare fra le sue dita.
"Ecco la lettera che ricevesti il giorno dell'inaugurazione", pensò a voce alta guardandola negli occhi.
"Non mi hai detto niente. Perché?"

Fra i singhiozzi Lis gli rispose, "perché non era niente e non intendevo accettare", si strinse forte fra le braccia.

"Che cosa significa allora questo foglio se non è niente?", disse con voce intrisa di angoscia.

"Significa che adesso, l'unica soluzione che trovo per non toglierti a lui è accettare il lavoro a Washington".

"Cosa Lis?", scoppiò ad urlare dalla paura di non stringerla più fra le braccia. Con il cuore esploso dal dolore si avvicinò a lei stringendole le braccia, cercando di guardare i suoi occhi.

"Guardami Lis", le ordinò furioso con se stesso, con lei, con la vipera, con la sfortuna.
"No", gli rispose cercando di togliere le grandi mani dal suo corpo.
Sapeva che non avrebbe resistito se continuava a stargli vicino, a sentire il suo corpo caldo ed il respiro intriso di dolore.
"Guardami Lis, ti scongiuro, non puoi decidere di farci questo, di fare questo alla nostra storia", le accarezzava la pelle sentendo la sua carne sotto alle dita.

Il suo cuore stava esplodendo mentre l'ossigeno iniziava a scarseggiare e se pensava di non poterla più stringere allora veniva totalmente invaso dal rammarico.

Si stava annientando mentre lo sconforto prendeva il sopravvento, destabilizzando la sua mente.
Le passò le mani fra i capelli, sul viso, sul collo mentre con labbra tremanti le baciava le lacrime. Si sarebbe sciolto in sabbia e polvere senza di lei, non sarebbe sopravvissuto, non ora, non più.

Quella piccola donna così debole ma forte allo stesso tempo gli era entrata dentro marchiando anche i suoi organi.
Apparteneva solo a lei ormai ma forse per Lis non era più così.

"Mi dispiace Jamie, non posso, non ci riesco. Lui è troppo innocente per meritarsi questo ed io non potrei vivere sapendo della sua esistenza e senza fare niente".

Il dolore generato da quelle parole non fu niente in confronto a quello che gli occhi di Jamie videro.

Lis, implorando perdono gli tolse le mani dal proprio corpo e con passo incerto e forzato, come quello di un condannato a morte, si allontanò da lui.

Girò intorno al divano posando lo sguardo sulla lampada a forma di faro.
Un dolore tremendo le colpì lo stomaco perché mai e poi mai avrebbe potuto posare gli occhi sull'oggetto e non pensare a lui, a quello che stava per fare.

Lis si sfilò l'anello stringendo e mordendo le labbra, lasciandolo con mani tremanti, alla base della lampada a forma di faro.

Con singhiozzi sommessi e lacrime abbondanti corse lontano da lui, chiudendosi in camera. Si appoggiò contro la porta cercando di sentire se Jamie l'aveva seguita e sperando in cuor suo di no.

Jamie non riuscì a seguirla perché rimase completamente pietrificato, vedendo il bagliore delle pietre sotto la luce del faro.

Il respiro era morto dato che tutti i suoi organi si erano fermati, il corpo di pietra e la nebbia nella mente.
Passò un'infinità di tempo in quanto lui rimase sconvolto e scosso, completamente rapito, torturato e schiacciato da quel gesto.

Un conato di vomito raggiunse la sua gola incendiata da un potente rogo, tanto che il fumo nero gli impediva di respirare.
Lo spazio intorno a lui si deformò e dovette uscire subito da quella casa in quanto le mura, bianche e spesse, sembravano accartocciarsi su di lui.

Uscì in giardino e coperto dalla pioggia vago per la stradina di sabbia entrando nel patio della dépendance.
Anche il cielo piangeva, insieme a lui ed insieme a Lis.

"Lis, Lis", solo quella parola riusciva più a pronunciare mentre vagava.
Si appoggiò al muro e pregando cerco il senso della sua vita, il senso di tutto quel dolore. Sfiorò con lo sguardo la superficie dell'oceano oscuro.

"Vuoi la luce Lis?", chiese al vento, urlando dal dolore.
Davanti a lui le ombre della notte, in lontananza il bagliore del faro e le onde. La pioggia scendeva ma era leggera e delicata. Non avrebbe scatenato una tempesta, no. Questa volta avrebbe solo ricoperto tutto con il suo manto umido.

Jamie urlò il suo dolore alle stelle nascoste vedendo la luce della camera di Lis accesa. Eccola, in netto contrasto tra la luce della lampada ed il nero della notte.

La luna era piena e per qualche strano motivo non veniva coperta della nuvole di pioggia. Quella sera avrebbe vinto lei. Quella sera sperava di vincere lui su quella difficile decisione.

Prima che fosse troppo tardi.

La pioggia ricopri il suo volto, le sue labbra, i suoi occhi.
"Ti darò io la luce", disse camminando per il giardino, andando dritto verso la grande quercia.
Era ancora tutto decorato perché dal giorno dell'incidente la sua vita si era fermata. Fermata perché tutto ruotava intorno a lei e senza lei, non era vita.

Andò verso l'interruttore, abilmente incassato nel muro della casa, protetto dalla pioggia.

Chiuse gli occhi, ed espirò.

La quercia venne totalmente illuminata da piccole lucine. Un enorme faro personale.
Il faro che aveva creato per lei. Un simbolo di speranza, il simbolo della luce nella notte, nel buio più totale.

"Ti prego, fa che funzioni", disse girandosi ad ammirare quello spettacolo di luce.

Le piccole lucine, di un bianco caldo, si nascondevano fra la sottile nebbiolina, nata dalla carezza della pioggia all'oceano.

"Questo è tutto per te amore mio", disse al cielo ed in quel momento sentì il bisogno di dirglielo.

Ritornò verso la spiaggia, verso la casa, la sua camera da letto, verso di lei.
Si guardarono attraverso la finestra della camera da letto.

Vedevano rispettivamente le loro lacrime rigare le guance anche se la pioggia le mimetizzava.

Ma con la morte nel cuore Lis si spostò dalla finestra, buttandosi a piangere sul letto.
Fra singhiozzi e fiumi di lacrime spense la luce del comodino, togliendo ogni speranza a Jamie.

Il buio significava solo una cosa e Jamie l'aveva appena capito.

Spazio Autrice
😭😭😭 💦💦💦🌛☁️
È difficile per entrambi ma quel faro li aiuterà ad uscire dalle tenebre?
Love Helena
❤️
Buon weekend.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora