Emozioni

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La settimana passò velocemente e con tanto sole ed alte temperature la fine di giugno arrivò. L'estate era ufficialmente iniziata.
Ogni mattina, Lis, dopo una passeggiata e la colazione da Lucy, apriva la sua clinica.
Curava i suoi adorati pazienti, gestiva la contabilità, effettuava gli ordini, rivedeva l'inventario del magazzino. Non mancavano di certo le lunghe chiamate di Chris.
La caviglia di Lis si riprese definitivamente, come il naso ci Jamie, del resto. Anche se da quella domenica non si erano più visti.

Ricontrollò l'agenda con gli appuntamenti dei vaccini. Cercò di concentrarsi e con tanta fatica riuscì a venirne fuori. Era venerdì pomeriggio e la sua mente, ora che non era più impegnata in qualche lavoro, ritornava a posarsi su due occhioni neri ed un sorriso unico.

Irriverente ma unico.

L'aveva visto di sfuggita, dalla finestra della sua stanza, da quella del salotto.
Jamie adorava passeggiare al tramonto, così lo vedeva lì seduto tra le dune e le canne di bambù. Giocava con l'acqua e poi camminava fino al molo lì vicino. Si sedeva ed osservava.
Alice era però ignara sull'oggetto dei suoi pensieri. Non sapeva che in realtà pensava a lei.
In quella settimana trascorse molto tempo a riflette, sulla sua vita, sul suo lavoro e sul futuro. A volte semplicemente non pensava. Si lasciava affascinare, catturare completamente da quel luogo, dai suoi colori.
I colori che aveva tanto cercato e che voleva far entrare nella sua vita.
Adorava il blu scuro dell'oceano e il beige della sabbia. Si perdeva nella chiazze verdi degli alberi, il rosso ed il blu del faro, annidato su un'altura di rocce, in lontananza.
Cercava di afferrare il giallo ed i lillà delle barche a vela ma in un solo colore si perdeva costantemente.

Nell'azzurro di due meravigliosi occhi.

Fu in quel momento, nel pomeriggio soleggiato di un venerdì di luglio, che guardò il cielo e per la prima volta chiese un aiuto. Che cosa poteva fare per aprire un piccolo varco dentro a quello scudo che Lis si portava dietro?
Uno scudo rinforzato da quella domenica pomeriggio. Non capì che cosa fosse successo o che cosa avesse detto di sbagliato. Fatto sta che lei non rispose più neanche alle sue battute, con quella tenacia e quello spirito combattivo.
Chiese qualsiasi cosa, un segno, un indizio da seguire per poter aver la fortuna di annegare in quei occhi, così chiari, così trasparenti.
Un modo per avvicinarsi a lei, per aver la fortuna di poterle stare un po' vicino.
Il cielo non rispose ma tornando indietro dal molo un piccolo rumore attirò la sua attenzione. Scrutò la sabbia, osservò bene tra le dune chiazzate di verde.

"Miao, miao".

Un piccolo gattino tutto nero, ma con due grandi occhioni verdi, saltò fuori dalla sabbia e con grande stupore e curiosità, lo guardò.
Si accucciò davanti a Jamie e leccandosi i baffi osservò.
"E tu chi sei?"
Jamie si accucciò ed allungando delicatamente la mano, lo accarezzò. Il piccolo gattino accettò volentieri le coccole e con un grande sorriso gli saltò addosso.
Un sorriso birichino si formò su quel bel viso. Prese in braccio il gattino senza medaglietta e guardò l'orologio.
Aveva ancora tutto il tempo del mondo a disposizione. Corse in giardino, si infilò le scarpe e saltò nella sua macchina. Destinazione Lucy's coffe.

***

Alice, dopo aver controllato tutto lo studio, la sala d'aspetto, il magazzino, cercando qualcosa fuori posto, prese in mano un panno ed iniziò a pulire.
L'unico obiettivo non era rimuovere la polvere, quasi inesistente, ma dimenticare un divino ma diabolico baciatore.
Anche se dimenticare la sensazione delle sue labbra calde sulle sue, era impossibile. La dispettosa lingua che stuzzicava e poi si nascondeva per ritornare con un morso da perdere il controllo. Ora, come quella sera, Lis stava perdendo il controllo.
Bastava solo sfiorare con la mente il ricordo di quel ballo sensuale che il suo corpo reagiva e voleva, anzi pretendeva altre carezze.
Il suo respiro accompagnava il tremolio del suo animo mentre la mente malediceva quella mattina di qualche settimana prima.
"Dai Alice basta!"
Si ricordò di un particolare. Albert le aveva detto che sarebbe stata una giornata fortunata perché aveva trovato le chiavi in borsa ma poi si era scontrata con Jamie.
Allineò perfettamente i giornali della sala d'aspetto mentre sorrideva a quel ricordo.
"Giornata fortuna eh?"

Lis non sapeva cosa pensare. Era completamente divisa in due.

Passò al bancone della reception, iniziando a pulire la lampada a forma di faro ed un altro ricordo venne fuori come una bolla di sapone, soffiata da un bambino.
Rivide Jamie nel suo soggiorno mentre osservava la lampada e la prendeva in giro.
"Sei bellissima lampada, lui non capisce proprio niente!"
Sorvolò la ciotolina delle caramelle gommose alla frutta ed il viso di un bimbo piccolo dai grandi occhioni neri, triste, la colpì in pieno.
Si immaginò Jamie da piccolo, triste, perché non poteva andare in campeggio come i suoi compagni di scuola. Non aveva mai arrostito MashMallow davanti ad un fuoco, insieme ad altri amichetti.
Una tristezza infinita, per quel bambino, riempì il suo cuore.
Avrebbe voluto abbracciare quel bambino ferito e tenerlo stretto, per proteggerlo.
Nello stesso tempo aveva paura di avvicinarsi all'uomo, perché sapeva benissimo che anche solo con uno sguardo, sarebbe stata perduta.
Avrebbe toccato il paradiso tra le sue braccia, lo sapeva ma poi sarebbe scesa all'inferno quando lui sarebbe ripartito.

Solo ancora un po'.

Bene, doveva solo resistere "solo ancora un po'" e poi lui sarebbe andato via e lei sarebbe ritornata alla sua tranquilla vita.
Sarebbe ritornato il suo equilibrio.
L'equilibrio tanto ricercato negli anni e tanto amato, conquistato con il sudore e con il suo cuore infranto.

Spazio Autrice
Riuscirà Lis nel suo intento? Vedremo!
Buona lettura, Helena ❤️

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora