"Perfetto" disse Jamie dopo aver posizionato la sua paziente sul divano "Come procediamo ora?".
Guardò la caviglia di Lis, era bella gonfia sull'esterno, sotto ed appena davanti del malleolo, la protuberanza ossea esterna della caviglia.
Erano riusciti ad arrivare a casa prima dello scoppiò, vero, del temporale.
Ora, sul divano, si sentiva la furia della natura.
"Tu non farai proprio niente. Ti ringrazio per il passaggio ma ora posso farcela da sola" gli disse senza neanche guardarlo in viso.
In macchina aveva appreso una verità semplicissima. I suoi sguardi la destabilizzavano. Se riusciva a non incrociare i suoi occhi e le sue labbra, sempre leggermente incurvate in un sorriso irresistibile, sarebbe riuscita, forse, a mantenere la lucidità.
Ritornare ad essere la persona posata e riservata, qual era.
Jamie, da parte sua, si voleva proprio godere lo spettacolo. La dottoressina disciplinata e metodica, non sarebbe riuscita a fare a meno del suo aiuto.
La caviglia era davvero gonfia e non bisognava essere un medico per capire che non sarebbe riuscita ad appoggiare il piede a terra.
Si sedette comodamente sul divano ad attendere il momento in cui, lei avrebbe realizzato che non avrebbe potuto far a meno di lui.
Le sue attraenti labbra si sarebbero di nuovo imbronciate. Sorrise al sol pensiero.
"Che cosa fate?" lo guardò di sfuggita.
"Attendo" incrociò le braccia intorno alla nuca.
"Che cosa?". Si tolse la scarpa ed appoggiò il piede sul tappeto.
"Che proviate a muovervi!" Guardò il piede.
"Se riuscite a camminare da sola allora me ne vado".
"Perché vi interessa tanto?". Valutò la gravità della storta. Doveva subito mettere del ghiaccio sull'ematoma che si stava creando.
Provò a muovere il piede ma vedeva le stelle. Sapeva già come sarebbe finita.
Sospirò. Due o tre giorni di riposo assoluto come minimo.
"Perché ho riflettuto sulle vostre parole".
La voce di Jamie la distrasse dai suoi pensieri e con sguardo interrogativo lo incoraggiò a proseguire.
"Effettivamente è sicuramente colpa mia se ti sei fatta male. Come il fatto di averti involontariamente fatto versare tè bollente sul mio petto oppure di averti spaventato entrando, sempre involontariamente, in casa ed in camera mia procurandoti così un'irritante male di testa dopo che, sempre involontariamente, ti ho colpito al sopracciglio, cercando di recuperare l'asciugamano che mi hai fatto cadere. Ovviamente, sempre involontariamente da parte tua, dopo avermi lanciato un rullo sul viso".
Si toccò il naso nascondendo una risata. "se mi rovinavi questo bel faccino, il resto dell'universo femminile, ti avrebbe sicuramente odiato".
La mascella di Lis si aprì dallo sconforto, dal nervoso e dall'irritazione.
"Mi stai prendendo in giro, Jamie?".
"Lungi da me dottoressa" disse cercando di non ridere. "Ergo, se riesci a camminare me ne vado, se no voglio davvero sdebitarmi per la sfortuna che ho portato nella tua perfetta esistenza".
Si alzò in piedi sistemando la sua bella figura esattamente davanti a lei. Porgendole le mani, la incoraggiò a provare.
Lis che era davvero alterata per la presa in giro da parte di un irriverente arrogante si alzò decisa, cercando di non manifestare apertamente il suo dolore.
Ignorò le sue calde mani ed alzandosi appoggiò il peso del corpo sul piede sano cercando in qualche modo di non sforzare la caviglia, ormai davvero gonfia.
Ci provò con tutta la sua buona volontà di sbattere in faccia a quell'uomo una bella vittoria ma non fu così.
Appena provò a camminare verso di lui, il dolore fu acuto e non riuscì a mantenere l'equilibrio, tanto che cadde tra quelle braccia possenti.
In un secondo Jamie l'afferrò in modo che non si facesse ulteriormente male e con la vittoria sulle labbra la strinse forte, rimanendo in un religioso silenzio.
Sentì di nuovo il suo profumo delicato e la morbidezza dei lunghi capelli sul petto.
Stringerla gli venne naturale ed il petto diede un battito più forte.
Anche Lis risentì il suo profumo ed i suoi muscoli avvolgerla, non sapeva cosa dire o cosa fare. Sentì il corpo di Jamie avvolgerla e di colpo il suo respiro divenne più accelerato.
Chiuse gli occhi e sentendo il rossore sulle guance abbasso più che poté lo sguardo.
"Lis" Accarezzò di nuovo quel dolce nome con la lingua. L'avrebbe di nuovo baciata.
Abbassò il viso verso il suo e mettendole un dito sotto il mento cercò di rivedere quei stupendi occhi azzurri. L'avrebbe baciata in quel preciso momento, senza pensare a niente, a nessuna conseguenza.
Avrebbe di nuovo assaporato quelle labbra di zucchero e giocato con la sua lingua, vogliosa.
L'avrebbe fatto ma Lis si staccò risedendosi sul divano chiedendogli per favore un po' di ghiaccio, visibilmente in imbarazzo.
Sorrise e trattenendo lo stupore per aver visto le sue guance infuocate andò dritto in cucina per prendere un po' di ghiaccio.
Il suo petto si gonfiò dall'emozione perché non le era indifferente.Il temporale non accennava a smettere ed ogni tanto, qualche tuono, rimbombava nell'aria.
Jamie aveva accompagnato la sua paziente al piano di sopra, in camera sua.
Ed ora, mentre lei era in bagno a cambiarsi, stava curiosando tra le sue cose.
Ogni cosa aveva un posto preciso, come le fotografie sulla mensola bianca del caminetto o il suo profumo sul comò. I cuscini bianco perla, argento e grigio riempivano il lettone mentre libri di chirurgia erano appoggiati sulla chaise long.
Quella camera rispecchiava la sua giovane padrona. Era decisamente incantevole.
Si sentiva un intruso, l'unica cosa fuori posto, in totale contrasto con quel luogo. Con la sua camicia scura ed i jeans strappati era in netto contrasto con il tappeto bianco e le tende di organza.
Un sorriso divertito gli dipinse il volto. Invece di sentirti in soggezione, era a suo agio e senza pensarci due volte, decise di violare quella sacra stanza.
Miss dottoressina aveva di sicuro qualche segreto. Si sdraiò sul lettone, tra i cuscini e con lo sguardo da birichino aprì tranquillamente i cassetti del suo comodino.
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Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa)
Romance.."Sono proprio offesa! Sorvoliamo sul fatto che ti scopi un figo allucinante, va bè gli ormoni sono ormoni e Dio solo lo sa da quanto che non ti fai sbattere, ma almeno il giorno dopo chiama la tua migliore amica, raccontale tutti i dettagli piccan...