Areoporto II

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La Mustang blu si fermò davanti all'entrata dell'Aeroporto Internazionale di Charleston, con un rumore tremendo di ruote bloccate dal freno. I pneumatici avevano appena sofferto, spalmandosi sull'asfalto caldo.
Jamie parcheggiò la macchina sul marciapiede con le quattro frecce e prese il cellulare.

Corse all'impazzata fra la gente, valigie e visi tristi e felici. Un fiume di gente e solo lui a combattere contro il tempo.
Lesse il Gate sul tabellone delle partenze e senza rallentare la sua corsa si precipitò verso le scale mobili che vennero salite a più scalini per volta.

Si ritrovò al primo piano dell'aeroporto balzando, in una frazione di secondo, su un cesto pieno di valigie, trasportate da una piccola macchinina bianca.
I numeri dei diversi Gate scorrevano veloci davanti ai suoi occhi, mentre con il cuore trafitto dall'ansia, pregava in tutte le lingue di non essere arrivato troppo in ritardo.

Arrivò al Gate giusto, saltando dal cestello in movimento, senza procurare nessun danno alle povere persone che assistirono alla sua bravata. Mormorii di disapprovazione si levarono forti tanto che l'attenzione di tutti rimase su di lui, che correva a slalom fra i vari bagagli, appoggiati a terra.
Tutto quel baccano attirò l'attenzione di Lis che con lo stupore sul viso e le lacrime negli occhi, si congelò all'instante.

"Jamie", mormorò vedendolo correre da lei con i capelli bagnati ed il viso stanco.
Le occhiaie erano evidenti come le sue mentre il cuore nel petto doleva.

"Lis", urlò Jamie con tutto il fiato che aveva in corpo, raggiungendola con un ultimo scatto.

Si rincontrarono così, confusi e pieni di dolore davanti al Gate numero 15.

I loro occhi si fusero insieme mentre i rispettivi sospiri si mescolarono.
I cuori esplodevano contro la cassa toracica mentre l'ultima chiamata per Washington DC, raggiunse l'ultimo passeggero atteso.

"Devo andare", mormorò con il respiro quasi inesistente mentre Lucy e Chris piangevano e speravano.

"Allora quindi è vero? È proprio vero che parti!", le urlò con la collera che gli scorreva nelle vene.
"Devo andare Jamie", si allontanò di un passo.

Un passo guadagnato dalle gambe di Jamie che veniva attratto da una forza inspiegabile, verso di lei.

"Auguri allora, ti auguro una gran bella vita", ansimò ossigeno contaminato dal veleno.

"È la scelta giusta", ribadì Lis sconvolta dal suo attacco.

"Se la scelta è questa ed è giusta lo sai solo tu, perché io non vedo niente di giusto in tutto questo", ribadì con sofferenza.
Il suo cuore venne stritolato da una lunga mano nera, con lunghi artigli di lame.

"Vuoi affrontare da sola una nuova vita, una nuova città? Sei liberissima di farlo", le urlò in mezzo all'aeroporto, in
mezzo ai bagagli, davanti a tutti i passeggeri in transito. Il suo orgoglio venne ferito dall'insensibilità che dimostrava.

"Ti prego Jamie, hai altro a cui pensare adesso", cercò di spiegare senza svenire dal malessere che aveva attaccato ogni cellula del suo corpo.

"Non lo so, non lo so più a che cosa devo pensare! Non posso stare qui vicino a te, al tuo mondo, e non averti fra le braccia".

Goccia a goccia, il sangue fuoriuscì  dall'unico organo che si era personalmente strappato per donarlo a lei.

"Io sono disposto a fare qualunque cosa per te, qualsiasi. Ho lasciato la mia di vita, la mia di famiglia per te".

Lacrime amare e roventi tagliarono il viso di Lis perché quelle parole erano vere. Era esausta, sfinita e martoriata.
Lei lo amava ma ora non poteva stargli vicino. 

"Non posso Jamie, cerca di capire, ti prego".
"E l'unica cosa che mi resta da fare è dimenticarti, allora?", le ringhiò contro.
"Non ci posso credere, non posso credere a tutto questo, a quello che sta succedendo".

Si lanciò contro di lei abbracciandola forte. Un lama tagliava il suo cuore e gli impediva di respirare.

Labbra umide raggiunsero il suo viso mentre le mormorava tutto il suo dolore.
"Non partire Lis, non lasciarmi ti prego. Il tuo posto è qui vicino a me, vicino al mio cuore".

"Ti prego Jamie, lasciami partire", gli chiese cercando di allontanarsi da lui.
"La mia pelle sarà un riparo per te, il mio corpo il tuo letto. Perché ti chiedo Lis? Perché fai tutto questo a noi?"

"Lo faccio solo per il bambino", rispose piangendo.

"Ti prego non partire Lis, io ti amo", le urlò strattonandole le braccia e cercando i suoi occhi che continuavano a sfuggirgli.
"Ti amo anch'io Jamie ma non posso strapparti ad un bambino. Non sono egoista fino a questo punto, non contro di lui. Un piccolo Sommers dai bellissimi capelli scuri e grandi occhi neri".

Si staccò da lui, a forza, asciugandosi le lacrime. Chris e Lucy erano bianche come lenzuoli mentre Rik non sapeva come consolare la propria fidanzata.

"Avrei tanto voluto darti io un figlio ma la vita è così, il destino è crudele", singhiozzò pesantemente.
"Non ti dirò addio Jamie, ma semplicemente che ti amo e non ti priverò di una cosa così bella".

Jamie espirò la rassegnazione capendo che niente e nessuno avrebbero convinto Lis a non partire, puntando lo sguardo per terra lontano dal suo essere.

"Non ti dirò neanch'io addio Lis, ma sarà sicuramente un giorno lontano, quello in cui i nostri occhi si rivedranno e magari le nostre anime si toccheranno di nuovo, perché forse partirò anch'io".

Il cuore di Lis subì una vera e propria mutilazione, appena realizzato il significato di quelle parole.
"Signorina Lawrence", disse l'hostess che doveva staccarle il biglietto, "non possiamo più attendere".

Lis acconsentì con il capo mentre Jamie alzò, per l'ultima volta, lo sguardo freddo e ferito puntandolo in quei zaffiri blu, tanto amati.

"Se mai ci rivedremo non so se sarò più lo stesso, perché mi hai ucciso Lis, mi hai ucciso", le gridò contro.

Si allontanò da lei di due passi preso dalla nausea. Si girò per l'ultima volta a guardarla.

"Mi hai ucciso".

Spazio autrice
❤️😭😭❤️ Sto piangendo. Ho pianto mentre lo scrivevo e sto ancora piangendo.

Comunque... AAA cercasi storia d'amore dal gran finale ... sperasi.❤️

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora