Kayak Tour

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"Li ho trovati Lis! Ho trovato i biglietti per il Patriot Points", urlò Chris al cellulare.
Era ormai sabato pomeriggio, la vigilia del giorno dell'indipendenza, ed era seduta alla sua scrivania. Aveva passato tutta la mattinata a vendere i biglietti per la Uss Yorktonw, il punto più suggestivo dove vedere i fuochi d'artificio. Biglietti già prenotati ed esauriti due mesi prima.

La città era in pieno movimento, tutti impegnati con gli ultimi preparativi per il grande evento.
Ogni ricorrenza è quella giusta per rinnovare il proprio orgoglio a stelle e strisce, innalzando stendardi e cantando a squarciagola l'inno nazionale.
Tuttavia, il 4 luglio, il giorno dell'Independence Day, è molto di più che una semplice festa: è una vera e propria celebrazione dell'essere americani.
Per ogni Yankee che si rispetti è prima di tutto un obbligo, un dovere e poi un piacere.

"Ma dai davvero? Sei una grande, ma come ci sei riuscita?"
"Si beh ho letteralmente pedinato, torchiato e minacciato Franklin, il mio amico dell'agenzia di viaggi *La meta* dell'altra parte della città".
"Posso solo immaginare la sua brutta mattinata", le rispose scoppiando a ridere.
"No beh dai, mi doveva un favore quindi la faccenda è stata tutta molto soft! Tu dove sei?"
"Sto finendo di riempire di stendardi e bandiere la locanda di Lucy".
"Brava, immagino la mole di bandierine che hai da infilzare ovunque".
Lucy, moglie di un veterano della guerra e madre un militare della Marina, portava la bandiera americana nel cuore prima che nell'alzabandiera.
"Si Chris sono letteralmente sommersa da stelle e strisce".
Aprì un altro scatolone e tirò fuori mini bandierine con tanto di asta argentata, da posizionare come centro tavola, su tutti i tavolini del ristorante.
"Ti ringrazio davvero tanto per questo favore, sono contenta di riuscire a far vedere i fuochi direttamente dalla nave a Jamie ed agli altri, insieme a te naturalmente".
"Figurati, a questo servono le amiche, no? Avete già parlato del suo rientro a Columbia?".

Un silenzio innaturale aleggiava tra di loro, due cornette attive ma senza voce.
Un senso di tristezza riempiva il cuore di Lis e la sua mente partiva per la confusione più totale.
"No Chris, non voglio neanche pensarci, ma lo so che prima o poi dovremmo affrontare quel discorso".
"Beh dai adesso godiamoci questo week-end di festa e poi si vedrà".
"Si, farò così, ti voglio bene Chris".
"Anch'io Lis, un mondo".
Con il sorriso sulle labbra ed un velo di tristezza negli occhi, Lis chiuse la telefonata ed iniziò a sistemare le bandierine su tutti i tavoli del ristorante.

Dalla cucina sentiva la voce di Lucy cantare l'inno americano e nell'aria il profumo della marmellata, fatta in casa. Delizioso.
Tutto era in perfetto ordine, le tazze bianche, i bicchieri lucidi, i piattini pronti per il pranzo.
Tutto perfettamente organizzato e preciso come la loro proprietaria, quella dolce donna che le ricordava sua madre.

Come farò senza di lui? pensò con il cuore gonfio di emozioni.
Sospirò e prendendo bene la scatola tra le mani, uscì sulla veranda, dove ricominciò a riposizionare le bandierine.
Ultimo tavolo e la scatola era quasi vuota. Prese in mano le bandierine con l'asta dorata e scendendo dalla veranda infilò una ad una, le bandiere tra un vaso e l'altro sul bordo della ringhiera.
Lucy ci teneva tantissimo e tutto sarebbe stato davvero impeccabile.
Stava contemplando l'ultima bandiera, posizionata tra deliziosi fiori lilla, rosa e bianchi, quando due braccia calde e muscolose avvolsero il suo corpo.
"Lis", una dolce voce roca pronunciò quelle semplici tre lettere. Era il suo soprannome, chiamata così da amici e parenti ma nessuno mai, nella sua giovane vita aveva mai pronunciato quelle semplici lettere con voce dolce e sensuale.
Mai nessuno le procurava lunghi brividi di piacere solo nominando il suo nome.
"Jamie", riuscì a mormorare prima di sentire quelle dolci labbra di fuoco sul suo collo.
Ed eccola la scintilla di puro piacere accendersi, quasi automaticamente come se Lis fosse un falò e Jamie un fiammifero.
"Mi sei mancata ieri sera".
"Anche tu", si girò verso di lui ed entrando nel suo abbraccio posò le sue labbra tremanti su quelle irriverenti. Un lento e gustoso bacio, il preludio di estasi e lussuria, l'emozione concreta di quello che avevano nel loro cuore.

La voglia di stare insieme, il bisogno di toccarsi, il desiderio estremo di possedersi.

Jamie si staccò a forza da quel miele stregato ed infilando le mani fra i morbidi capelli le parlò dolcemente, "Stasera non la lascerò da sola dottoressa Lawrence".
"È una promessa architetto Sommers?"
"Si amore mio è una promessa", la strinse forte a sè, la strinse forte sul cuore.

"Hey piccioncini dai andiamo, non le effusioni d'amore in pieno giorno!", scherzò Tom dalla Mustang.
Lis e Jamie scoppiarono a ridere ed ignorando le lamentele del Sommers più piccolo si salutarono di nuovo, questa volta con un bacio un po' più spinto.
"Jamie", lo trattenne Lis prima di lasciarlo andare, "queste sono le chiavi di casa mia".
Un rossore acceso invase le sue guance.
"Mmh dottoressa, un mazzo di chiavi eh? È praticamente una dichiarazione".
"Non fare lo scemo Jamie, le vuoi le mie chiavi o no?", lo schiaffeggiò sul petto.
La sua mano venne letteralmente bloccata sui suoi pettorali ed il riflesso del sole, che colpiva il braccialetto, esaltava la naturale bellezza di occhioni azzurri.
"Certo che le voglio le tue chiavi Lis, ti regalerai le mie, ma sono già in tuo possesso!"
"Mi sta bene come risposta, per adesso", un sorriso malizioso gli fece intendere dove voleva andare a parare.
"Ma stanotte ti dovrò convincere in un altro modo".
"Ben detto, ci siamo capiti, quindi non ti stancare molto sul kayak e divertiti".
"Tranquilla, devo solo annegare Thomas e poi torno indietro".
Le ultime parole furono letteralmente annunciate come una minaccia, dato che il diretto interessato non la smetteva di lamentarsi.
"Ok, ma fai attenzione agli alligatori o dovrò farti distendere sul tavolo d'acciaio della mia clinica per disinfettarti le ferite sul tuo bel di dietro".
"Mi sdraierò volentieri sul tuo tavolo ma ti farò io qualcos'altro sul tuo bel di dietro", le sussurrò nell'orecchio prima di scappare.
Il respiro di Lis era ormai perso fra i polmoni e qualche vena. Bloccato, torturato e finito, tanto da non poter più neanche rispondergli a dovere.
Lo salutò, salutò i suoi fratelli e ritornò ad aprire altri scatoloni, ma con una gioia infinita nell'anima ed un fremito di puro piacere nelle vene.

La promessa di piacere ed estasi nel cuore.

***

"Thomas se non la smetti ti giuro che ti annego veramente", esclamò Ian tra i grandi alberi, immersi nell'acqua scura.
Sbattè la pagaia arancione nel fiume schizzando acqua e fango in direzione del gemello.
"Oh cavolo così mi sporchi, ma scusa che cosa ho detto di male?".
"Lo sai benissimo stupido".
"Ah si ora ricordo, Rachel passerà il giorno dell'indipendenza con noi e tu caro signorino ti sei preso una sbandata da paura".
"Non mi sono preso nessuna sbandata", gli rispose superando Jamie facendo scorrere il kayak, leggero, sulla superficie dell'acqua.
"O lo anneghi tu o ci penso io", gli disse al fratello maggiore prima di superarlo e posizionandosi dietro alla loro sfortunata guida.
"Dai ragazzi, non fate tutto questo baccano o non vedremo neanche un animale", si lamentò Jamie mettendo fine al battibecco.

La palude era grande, umida ed immensa. Enormi cipressi si scagliavano contro il cielo azzurro, immobili.
Solo qualche foglia verde si muoveva grazie al leggero vento mentre il fiume Ashley si spostava silenzioso tra di essi.
Le loro grandi radici nere, uscivano dall'acqua, da quello specchio nero e verde scuro. Jamie cercava di evitarle ma di non guardarle molto perché un senso di ansia e di impotenza si impossessava di lui.

Non era ansioso di natura perché aveva un carattere piuttosto strafottente ma lì, in quel preciso momento, la natura che lo circondava era più forte di lui.
Erano partiti quasi un'ora prima dalle sponde del fiume vicino a Middleton Place ed ora stavano risalendo il fiume. Un tratto di ventidue miglia completamente incontaminato.
Questa sconfinata distesa di acqua accoglieva una fitta vegetazione, che in alcuni casi galleggiavano sul filo dell'acqua ed a volte toccavano il kayak.

In quel caso l'adrenalina viaggiava a mille e profondi pensieri di mistero e paura si fondevano con l'unico consiglio che la guida aveva più volte ribadito, mantenere la calma e cercare di tenere ferma la nostra piccola imbarcazione.
Lo strato scuro dell'acqua alimentava la suggestione di incontri indesiderati rendendo la navigazione incerta ma allo stesso tempo eccitante.
Il silenzio era religioso e veniva interrotto solo poche volte da un battito di ali, da un volo di aironi.

Jamie si sentiva completamente immerso nella natura, a contatto con la parte più selvaggia del mondo, a contatto con il suo vero io.

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora