Vigilia

2.5K 148 6
                                    

"Ma quante cavolo di cose si possono infilare in una casa?", domandò ingenuamente un Thomas in versione traslocatore.

Lui e Ian raggiunsero Charleston in mattinata sorprendendo i due padroni di casa, sommersi dalle scatole.

"Non puoi immaginare quante cose può conservare una donna negli anni", replicò un sorridente Jamie mentre passava uno scatolone molto pesante ad Ian.

"Per non parlare delle scarpe e delle borse", replicò quest'ultimo sistemando uno sopra l'altro, gli scatoloni marroni.

"Nel mio appartamento non c'è neanche un millesimo di quello che avete qui".
"Se per questo nel tuo appartamento non ci sono neanche i viveri".
"Per questo ci sei tu fratello".
"Il mio frigo è il tuo supermercato", precisò Ian accatastando l'ultimo scatolone.

"Abbiamo finito?", chiese Thomas guardando il fratello maggiore controllare la stabilità di quella nuova montagna di cartone.

"Stai scherzando vero? Queste erano solo le scatole chiamate dubbio".
"In che senso dubbio?"
"Nel senso che Lis deve decidere che cosa farne di tutta questa roba!"

La bocca di Thomas iniziò a boccheggiare cercando di capire in che cosa consistesse una scatola dubbio: una realtà parallela rispetto al suo universo.

"Non ci conviene farci determinate domande Thomas. La mente delle donne è estremamente complicata o semplicemente, noi non possiamo comprenderla, ma ci dobbiamo solo limitare a venerarla".

La risposta del giovane Sommers non arrivò mai perché il suono del campanello ed un urlo, anzi più di uno urlo, si intromisero nella loro conversazione.

Le urla di gioia di Lis e Chris riempirono il salotto ed attirarono gli sguardi di tutta la squadra al completo dei fratelli, appena riemersi dalla cantina, ormai diventato uno pseudo magazzino.

La loro curiosità raggiunse l'apice quando una perfetta, quanto assurda, danza venne elegantemente danzata, per ringraziare qualche antica divinità per la gioia di quel dono, quasi inaspettato.

Le braccia delle due ragazze, ormai simili ad un polipo gigante stritolavano in un abbraccio, più che caloroso, una povera vittima indifesa.

"Ragazze mi state soffocando!", squittì una piccola voce delicata.

"Lis tutto bene?", chiese Jamie raggiungendo l'ostaggio di quell'abbraccio infinito.

"Certo Jamie! Ora siamo quasi al completo", sentenziò spostandosi rivelando ai suoi ospiti l'oggetto, o meglio il soggetto, che ha calamitato tutta la loro euforia.

"Mya è qui finalmente!"

Mya. Mya. Mya. Mya.

Un'unica parola, un unico nome si creò nella mente di Thomas, mentre nei suoi occhi blu, si scolpì quell'incontro inaspettato, tanto desiderato, totalmente agognato.

Un'unica visione, un'unica immagine di una dolce Mya con i capelli arruffati, il sorriso rosa sulle labbra, le guance rosse e nelle mani mille e più buste della spesa.

Un respiro spezzato fa le labbra di Thomas, un respiro affannato notato dai suoi due fratelli.

A livello di respirazione anche Mya subì un vero e proprio attacco imprevisto, rispetto alla normale attività svolta dai polmoni.

L'immagine di un Mr. Darcy, sorridente e scherzoso con i suoi fratelli, era l'ultima apparizione che si aspettava di vedere.

È lui pensò quasi svenendo mentre qualcosa o qualcuno le toglieva le buste della spesa.
Lui, col suo sorriso, con il suo corpo, con il suo passo che muovendosi spostava l'aria intorno a lei, impregnandolo adesso di profumo, facendole esplodere il cuore.

Il cuore esplose dall'agitazione, la gola sì secco all'istante mentre la lingua si asciugò ed infine, il petto si fermò. Lo stesso corpo subì un vero attacco, un bombardamento di emozioni, colpito in pieno da un'asteroide di sentimenti.

Un attacco che le restituì la linfa vitale necessaria per vivere, che la catapultò fuori dal letargo in cui si era rinchiuso.

Letargo.

In quel preciso istante, mentre i loro occhi si guardavano e le loro iridi si fondevano, Mya capì che dalla sera di Halloween la sua anima si era addormentata.

Non capì il vero motivo ma qualcosa le diceva che era per preservare il suo giovane cuore.

Devastante fu rivederlo, lacerante fu percepirlo di nuovo, agghiacciante fu sentirlo di nuovo vicino a sé.

Tutti si offrirono di aiutarla con le buste della spesa ed anche lui si avvicinò a lei.

E con lui così vicino era giunta di nuovo la primavera, accorgendosi di quanto le fosse mancato il suo sorriso, seppur impertinente. Era di nuovo in balia del suo predatore ed il suo corpo, la sua anima, la sua mente ed il suo cuore, ringraziarono.

Un ultimo passo e quel piccolo cucciolo era di fronte a lui. Con un sorriso gioioso, per nulla impertinente mormorò un semplice "Ciao".

"Ciao", replicò con un nodo in gola Mya.
"Mya lo conosci Thomas, vero?", chiese Lis osservando i due ragazzi, con finta innocenza.
"Sì, ci conosciamo", rispose Thomas per lei senza staccargli gli occhi di dosso.
"Non pensavo di incontrarti qui", soffiò nell'aria.
"Neanch'io", riuscì solo a rispondergli.

In quel momento stavano ringraziando tutte le stelle del cielo, tutti i granelli di sabbia, tutte le goccioline dell'oceano.

Thomas si sentiva l'uomo più fortunato del mondo, perché il fato, il destino e la fortuna mascherata l'avevano inspiegabilmente premiato; la ragazza dei suoi sogni aveva appena bussato alla sua porta.

"Ah già, vi siete conosciuti all'inaugurazione dell'ufficio di Jamie", commentò Lis strizzando l'occhiolino al suo uomo.
"Malefica", le mormorò tirando fuori la spesa dalle buste.

"Chiamami cupido", bisbigliò sorridendo, "è ora per qualcuno di fidanzarsi!"
"Che cosa hai qui dentro di così pesante?", chiese Chris, notando il momento imbarazzante.

"Il tacchino", rispose Mya togliendosi la giacca dato che il calore del suo corpo era ormai insopportabile.

"Bene allora possiamo iniziarlo a farcire!", gridò felice Chris.

Era una tradizione, era un rito comune ma molto importante per loro. Lis viveva quel periodo dell'anno con grande emozione sommersa dai ricordi, vissuti insieme ai suoi genitori.

Sua mamma adorava le festività natalizie e proprio dal giorno del ringraziamento, in casa Lawrence, partivano ufficialmente i preparativi per il Natale.

Ghirlande, pigne, nastri, fiocchi colorati, glitter, lucine e tanto altro ancora, veniva con amore unito ed intrecciato, per creare piccole perfezioni natalizie.

"Non ancora", sorrise Lis spostando il suo sguardo sul portoncino di casa; avevano di nuovo suonato il campanello.

"Sarà la mia piccolina", esclamò Ian.

Tuttavia, la speranza di rivedere la sua rossa fuoco venne distrutta quando vide Mya aprire la porta di Lis e sentire una voce di uomo.

"Ciao", sentirono tutti. Una voce delicata e giovane.
"Ciao", replicò Mya spostandosi leggermente per far entrare in casa un ragazzo dai capelli castani e dal sorriso piacevole.

"Valutazione errata", disse Jamie, guardando un William attratto dalla ragazza che gli aveva aperto la porta.

"Entra William", esordì incitandolo ad entrare.

"Ragazzi, lui è William. È un architetto e lavora con me", lo presentò.
"William loro sono tutta la mia famiglia".

Un coro di saluti si alzò all'istante.
Lis sorrise e notando lo sguardo attirato da Mya e quello di pericolo di Thomas, non riuscì a trattenersi.
"È un piacere William, averti qui".

"È un piacere anche per me Alice", rispose solo sorridendo, completamente folgorato da due occhi da cerbiatto.

Spazio autrice
Ops..... Thomas attento!😁😁😁
Ciao lettrici! Buon martedì! ❤️🌹

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora