Sfida

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La serata al bowling si concluse con la vittoria di Thomas su Mya per pochi punti.
Sbranato l'hamburger e salutato Rogers, lasciarono la periferia con un viaggio molto diverso rispetto all'andata. Il tram era deserto e l'autista era di una lentezza esagerata.

Per la sfortuna di Thomas, Mya si sedette in un posto singolo vicino al finestrino e lui non poté far altro che sedersi in quello di fronte.

"Hai barato Thomas, questo è palese", affermò Mya con un tono che non ammetteva repliche.

"E come avrei potuto farlo, Miss campionessa di Bowling", le aveva domandato di rimando, sfidandola apertamente.

Ora, la serata si stava concludendo e passeggiando per le vie del centro, i due ragazzi stavano raggiungendo una meta sconosciuta.

Le stelle erano sopra di loro, perse in un mare infinito di cielo. Spensierati e allegri, circondati da una miriade di luci e nastri rossi.
Columbia aveva trasformato il suo volto grigio, mostrandosi in un oggetto ammirato tramite un caleidoscopio.

"Tu lo sai come hai barato, ed anch'io, quindi come conseguenza della tua cattiva condotta non potrai esaudire il tuo desiderio", commentò riprendendo il discorso di prima.

Thomas sorrise per la faccia buffa di Mya e bloccandole la strada avvolse quel piccolo corpo fra le braccia.
Con due dita le alzò il mento e posò lo sguardo nei suoi occhi.

"Sei bella, Mya. Sei veramente bella", le mormorò accarezzando la guancia fredda.

"Non mi incanti", gli replicò arpionandosi alle braccia forti.

Poteva fingere di non morire ogni volta che il tocco, la voce e lo sguardo di Thomas la facevano sentire nuda, ma non poteva negarlo.

"Ho detto solo la verità", le soffiò sulle labbra prima di baciarla.
Un bacio delicato depositato su labbra fatte solo per baciare; e la sua mocciosa lo sapeva fare.

"Sei congelata", le disse non appena il suo piercing fu rilasciato, preso in ostaggio dalle labbra rosa.
"Spero che ritorni presto l'estate, anche se adoro il Natale".
"Patisci il freddo?", domandò Tom prendendole la mano e trascinandola verso la prima caffetteria che avevano incrociato sul loro cammino.

"Che cosa bevi di solito?", le chiese mentre richiamava l'attenzione del barista dal vetro aperto della vetrata. Un fungo gigante emanava calore attraverso le fiamme, circondate dalla gabbia di acciaio.

Mya guardò velocemente la lista dei cappuccini e scelse il suo preferito. "Cappuccino con un po' di caramello, grazie".
"Ok e per me un caffè forte e lungo, per favore", ordinò Tom al barista.

Il bicchierone di plastica bianco, con la scritta nera, era come un piccolo fuoco fra le mani guantate di Mya.
Un piccolo piacere che allontanava la notte gelida di Columbia.

"Tu non soffri il freddo, vero? Io lo odio".
"No, io ho i muscoli che mi fanno da corazza!", scherzò posando un braccio sulle piccole spalle.
"Bè che dire, su questo non ti posso dar torto!", convenne Mya punzecchiandolo un pochino.
"In ogni caso anche il tuo amico Jousha ha un bel fisico", esordì notando il sorriso furbetto sparire dalla bocca permalosa.

"Cosa c'entra lui?", le chiese bevendo il caffè come se quelle parole non lo toccassero minimamente.

"Semplice constatazione signor permaloso".
"Non sono permaloso", esclamò lanciando il bicchiere vuoto in un cestino.

"No? Allora che cosa sei?", lo provocò ancora Mya.
Thomas le guardò prima le labbra insolenti e poi gli occhi splendenti.

"Mah vediamo", iniziò a dire facendo scivolare le mani lungo le braccia fino al collo avvolto dalla sciarpa.
"Sono il tuo fidanzato Mya ed è da quando ti ho conosciuto, in quella mattina d'estate, che vorrei tapparti la boccuccia insolente che hai".
"Che cosa aspetti allora?", lo incalzò lei con i brividi in tutto il corpo.
"Ogni tuo desiderio è un ordine per me", le sussurrò baciandola.

Peccato che erano per strada, al freddo e con un bicchiere bollente di cappuccino fra di loro.
"Vieni, ti accompagno a casa, dato che sostieni che ho barato".
"Perché non è così?!", scherzò lei ricordandogli come l'aveva distratta per farle sbagliare il lancio; le aveva stretto i fianchi con le sue mani forti.

Le loro gambe ricominciarono a passeggiare lentamente, come se una forza misteriosa cercasse di arrestare il loro cammino.

"Per il progetto della palestra, tu ed il tuo socio avete mai pensato di trovare dei fondi tramite un sito di crouwfunding?"
"Sinceramente no. Di cosa si tratta?"
"È una piattaforma su internet, dove chiunque ha un progetto da realizzare ma non ha i fondi necessari, illustra tale progetto alla comunità e chi vuole può contribuire con una donazione libera".
"Interessante davvero, ma non saprei da che parte iniziare!", affermò notando come le labbra rosa accarezzavano il bicchiere bianco. In quel momento desiderava ardentemente essere quel pezzo di cartone arrotolato.

"L'ha fatto un mio amico. Il suo progetto era quello di restaurare un monumento e c'è riuscito".
"Ma dai! Fantastico. E tu mi aiuteresti?", le chiese sperando in una risposta positiva.
"Certo, solo per quei ragazzini che non sanno dove poter giocare a pallacanestro tranquilli o per i corsi di autodifesa per le donne", spiegò buttando il bicchiere vuoto e torturato, in un cestino.
"Ah ok, non per me?", brontolò Tom con un finto tono offeso.

"Mmh non saprei", affermò ridendo scappando verso il portone del suo palazzo, posizionato a due passi da lì.
"Sei proprio la mia mocciosa", le urlò inseguendola e stringendola forte fra le braccia.

La labbra impertinenti vennero punite con un morso dai risvolti sessuali. Mya ne voleva ancora, voleva sentire i suoi denti su tutto il corpo.

"Sono arrivata", mormorò quando riprese fiato.
"Ti accompagno su", gli rispose Thomas con voce strozzata.

Mya prese le chiavi e le infilò nella serratura senza replicare, solo con il cuore impegnato in corsa ad ostacoli.

Spazio Autrice
Tranquille.. sto scrivendo quello che vi interessa! 😎😎😎😎😎😂😂😂😂🔝🔝🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🔥🌶🌶🌶🌶❤️❤️❤️❤️😍😍😍😍😘😘😘💋💋💋💋💋💋

Un irresistibile arrogante - The Sommers brothers series (Completa) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora