Delusione

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Cap. 38

Ross:

Si stava avvicinando la data del concerto, avevo fatto quindici giorni di straordinari per avere libero il sabato mattina, per riprendermi da quella che mi auguravo sarebbe stata una serata indimenticabile.
La pasticceria aveva iniziato a tenere aperto anche la domenica e mi ero sorbita le ultime due.
Dopo tanto tempo, però, avrei avuto un fine settimana completamente libero, progettavo anche di fare una sorpresa ad Alessio ed andare a Torino per la partita.

Alessio:

Fu proprio una settimana impegnativa, arrivavo a casa così stanco che non vedevo l'ora di buttarmi sul divano.
L'indomani avrei dovuto anche accompagnare Ross al concerto, l'idea di ritrovarmi compresso in mezzo ad una calca di persone, non mi attirava per niente; perciò ripensai alla proposta di Castillejo e senza esitazione lo chiamai al telefono.
La gelosia dei mesi scorsi si era assopita dopo le vacanze ad Ibiza. Da allora il mio rapporto con Rossana si era fatto più forte, più sicuro, forse perché anch'io ci avevo messo più impegno, lasciando perdere tutte le altre distrazioni. Ma l'indomani non ce l'avrei proprio fatta, speravo mi perdonasse in fretta, anche perché il sabato sarei partito per la trasferta con la Juve.
Giunto a casa, la portai con me sul divano e con tutto l'amore che provavo le spiegai la mia stanchezza e che avevo solo voglia di riposare in vista del campionato, e che quindi non me la sentivo di accompagnarla.
Nel suo volto non vidi la rabbia che mi aspettavo, ma solamente delusione e rassegnazione, come se in fondo se lo aspettasse.
In quel momento chiesi aiuto all'unico in grado di tirarle su il morale. Mi abbassai a mandare un messaggio a Samuel chiedendogli di chiamarla.
Pochi minuti dopo lo squillo del telefono, la vidi rasserenarsi e sedutasi accanto a me, mi diede un tenero bacio e mi disse grazie.
Non sapevo cosa lo spagnolo le avesse detto, ma ora come ora mi bastava vederla cosi.

Samuel:

La telefonata di Alessio mi sorprese e non poco, non riuscivo a credere che non l'avrebbe accompagnata, già mi immaginavo la delusione sul volto di Ross, nel momento in cui glielo avrebbe detto.
Non mi sbagliavo, perché un messaggio del capitano mi chiedeva aiuto per spiegare cosa era successo.
Quando sentii la voce di Ross così triste, avrei voluto soltanto correre da lei ed abbracciarla, ma non so come la rassicurai e le dissi che Alessio mi aveva già chiamato per chiedermi di accompagnarla, visto che ero infortunato e non potevo giocare la partita di domenica.
Rincarai la dose su quanto mi avesse supplicato di farlo, ne feci un "eroe", il suo eroe.
Avevo raggiunto lo scopo, si sentiva meglio e a me bastava.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora