La Prima Volta

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Cap. 7

San Siro, domenica 23/09/'18 ore 16.30

Ero così emozionata che non riuscivo a smettere di sorridere. Finalmente potevo andare allo stadio a vedere il mio Milan. Ero già stata una volta a San Siro, qualche anno fa per un Milan - Udinese, ma ero nel terzo anello, invece quel giorno sarei stata in tribuna! Non ci potevo ancora credere, avevo anche paura di arrivare e non trovare nessun biglietto.
Così, dopo essermi cambiata non so quante volte, infilai il mio giubbotto di pelle e mi incamminai in direzione stadio. Tram e in poco tempo ero lì allo sportello, quando chiesi il mio biglietto era bello pronto che mi stava aspettando.

Fuori dallo stadio si respirava già aria di partita, le curve erano cariche di spettatori, mentre le tribune erano quasi deserte. Quando entrai capii di essere proprio fuori posto; le tribune erano per le persone importanti e io decisamente non lo ero! Quindi decisi di godermi il momento, quando mi sarebbe ricapitato?...

Approfittai  della poca gente per gironzolare tra le poltroncine ed ammirare ogni particolare di questa "cattedrale" del calcio, ad un tratto sentii un boato provenire dalla curva, la squadra stava entrando in campo per il riscaldamento.

Mi avvicinai alle protezioni per vedere meglio i giocatori. Con mia grande sorpresa scorsi Alessio, il suo sguardo vagava per le tribune fino a che i nostri occhi non si incontrarono. Un occhiolino ed un sorriso mi fecero capire che ci teneva davvero che venissi.

I cori, la formazione, la squadra che rientrava e le persone che contano che iniziavano ad arrivare; perciò con la massima velocità ritornai al mio posto in attesa del fischio d'inizio.
Mi guardai intorno e vidi mogli, fidanzate, nomi noti della TV e...
.

.. oh mio Dio! C'era anche lui, il mio idolo, da bambina avevo la camera tappezzata di sue foto e poster, forse ancora uno era rimasto appeso a casa dei miei genitori: Paolo Maldini!
Si sedette a pochi posti da me accanto ad altri dirigenti. Sentivo tremare le gambe, avrei voluto muovermi verso di lui, ma spostandomi persi l'equilibrio e mi sarei certamente sfracellata a terra se non fosse stato per la prontezza di due braccia forti che mi sostennero. Mi girai e due splendidi occhi neri, un ciuffo biondo e un dolcissimo sorriso mi sorpresero.

"Ciao! "

Ero così in imbarazzo che non riuscivo a far uscire nessuna parola dalla mia bocca.
Lui dopo avermi aiutato si sedette accanto a me ed iniziò a parlarmi. Il forte accento spagnolo lo tradì e quando fece per presentarsi lo fermai, dicendogli che sapevo perfettamente chi fosse.

"Samuel Castillejo!"

"Esatto e tu?"

"Rossana Annone, piacere."


Ma non ci fu tempo per altro, le squadre entrarono, così seguimmo solo la partita fino all'intervallo. Poi mi voltai e lui inizió a farmi un sacco di domande, da dove venivo, cosa facevo nella vita ed altro, ma ancora il suo italiano non era perfetto e così ridemmo, ridemmo fino quasi alle lacrime per quel suo modo di parlare, per la mia goffaggine e per tutte quelle persone che sembravano essere lì solo per fare bella mostra di sé, ma di calcio proprio non ne capivano nulla.
Le squadre rientrarono...

... la partita finì 2-2.
Era ormai buio a Milano, anche se Alessio mi aveva chiesto di fermarmi, non credevo fosse una buona idea e quindi mi avviai verso l'uscita. Nella ressa che si era creata non riuscì nemmeno a salutare Samuel, che presumevo avesse raggiunto i compagni negli spogliatoi. La coda era lunga e ci volle un bel po' per raggiungere l'uscita. Ero  quasi alla fermata della metro quando il mio telefono squilló. Alessio mi chiese di aspettarlo, provai a dire di no, ma fu così convincente che alla fine accettai.
Dieci minuti ed una macchina nera accostó per farmi salire; quando scese  era così bello che non mi sembrava nemmeno lui. Un bacio sulla guancia e mi aprì lo sportello. Una volta saliti gli spiegai che non potevo fare tardi perché l'indomani avrei dovuto svegliarmi presto per andare al lavoro. Così ci concedemmo una pizza al taglio ed una coca-light in due.
Non voleva lasciarmi andare e mi tempestava di domande (era la seconda volta oggi), il tempo passava senza che me ne accorgessi. Non potevo restare era davvero tardi, così mi accompagnó a casa strappandomi la promessa che ci saremmo rivisti il giorno dopo.

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Sono felice di riuscire a pubblicare oggi questo pezzo, dopo la grande prestazione di Samuel ieri sera. Comunque andrà a finire con la società, non potremmo mai scordarci di un giocatore di cuore come lui😍

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora