Casa NOSTRA!

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Cap. 113

Ross:

Ricevere quella risposta mi sorprese, ma al tempo stesso gliene fui grata. Non riuscivo davvero a stare senza di lui.
Non me lo feci ripetere e tornai subito a casa, a quella, come l'aveva definita lui, che era diventata la NOSTRA casa.
Come Biancaneve che pulisce la casa dei sette nani, presa dall'emozione, accesi la radio e sistemai il caos che avevamo lasciato quella mattina.
Mentre rifacevo il letto, mi chiesi se sarebbe stato sempre così, se noi saremmo stati sempre così.
Se provavo a guardare indietro, al passato, vedevo tutti i momenti che avevamo vissuto insieme.
Tanti erano stati belli, ma anche momenti duri, difficili. Tra noi sarebbe durata o alla prima difficoltà ci saremmo sciolti come neve al sole?
Quello che avevamo superato era tanto, capii che noi saremmo durati, noi stavamo già durando.

Samuel:

Non ci fu risposta al mio messaggio, aveva solo visualizzato.
Ero in ansia, cosa avrebbe deciso? Avevo il terrore di rientrare a casa e non trovarla.
Ma non c'era tempo, tutti erano finalmente arrivati, ci aspettavano il pranzo e la prima seduta di allenamento.
Avrei rivisto Alessio, e se sapeva?
Ma come? Apparte noi e Theo, non lo sapeva nessuno. Forse Davide? No, non era il tipo da raccontarlo in giro.

Il clima era sereno, anche Alessio sembrava tranquillo.
Tutto filó liscio fino al termine della seduta, mi accorsi però di sguardi strani da parte di Alessio, una strana sensazione, come se volesse parlare con me.
Mi infilai sotto la doccia per evitarlo, ma lui mi si mise accanto.

"Allora, come sta?"

"Chi?"

"Come chi, Samuel! Come sta Rossana?"

"Bene, credo!"

"Come credi? Vuoi farmi credere che in tutto questo tempo, non l'hai mai vista?"

"L'ho vista!"

"Come sta?"

"Perché me lo chiedi?"

"Ho bisogno di parlare con lei e non mi risponde al telefono."

"Un motivo ci sarà..."

"Grazie al cazzo! Puoi dirle che ho bisogno di parlarle?"

"Perché dovrei? Non l'hai già ferita abbastanza?"

"Cosa vuoi dire?"

"Sei andato con un'altra, no?"

"Tu parli? Quante te ne sei fatte, Samuel?"

"Meno di quel che credi e comunque anche se fosse, io non stavo con nessuna!"

"Ti sarebbe piaciuto, però?"

"Cosa vuoi dire?"

"Voglio dire che hai fatto il filo alla mia ragazza fin dall'inizio! O siete andati oltre, visto il feeling che avevate?"

"Quanto sei stronzo! Tu sei quello che è andato a scopare in giro, e accusi noi che eravamo soltanto amici?"

"Siiii! Amici un cazzo!"

Avrei voluto rifilargli un pugno, spaccargli la faccia, per quanto stava dicendo. Niente di più distante dalla realtà e nessuno sa quanto mi sarebbe piaciuto.

"Lei, a differenza tua, non ti ha mai tradito. Mai, nonostante tu, non ci fossi mai, quando aveva bisogno di te!"

"Cosa intendi dire?"

"Dov'eri quando è stata male? Quando ha perso vostro figlio? Dov'eri? A scopare un'altra! Tu non hai visto come stava quella sera. Io si! Ero al suo fianco, ho visto quanto ha pianto fino a non avere più lacrime. Quanto dolore provava in quel momento. La sua disperazione e il suo sentirsi in colpa per quello che era successo. Tu dov'eri? "

" Cazzo Samuel? "

" No, no, Samuel un cazzo! Io ero accanto a lei! Io sono andato in piena notte a prenderla alla stazione, quando aveva scoperto che la tradivi. Io sono andato a cercarla dopo che se ne era andata da casa tua. Io ho preso un aereo per tornare da lei il giorno che dovevi parlarle per dirle di lasciare il tuo appartamento! Io, io, io! "

Forse avevo alzato un po' troppo la voce, perché arrivarono sia Theo che Davide.

" Che succede ragazzi?...

... Glielo hai detto? "

Mi chiese Theo incautamente.

" Detto cosa? "

" Niente! "

" Detto cosa, Samuel? "

" Niente, cazzo! "

" Cazzo voi Due! Hai detto eravate! Voi due state insieme! Già! Me lo dovevo immaginare!"

Anche Davide cercó di calmarlo e Alessio capì che anche lui lo sapeva.

" Davide, cazzo lo sapevi anche tu? "

" Si! "

" E non mi hai detto niente? "

" Perché avrei dovuto. Alessio, sei tu che hai sbagliato! "

Il capitano accusò il colpo e si sedette, ma non aveva finito...

"Si! È tutta colpa mia! Ho rovinato tutto!"

Restavo zitto e lontano, poi si rivolse a me...

"L'ho amata sai?"

"Forse non abbastanza!"

"Già! Non abbastanza! Non quanto te, almeno. Tu riuscivi sempre a farla ridere, a tranquillizzarla, mi dava su i nervi questa cosa! Vi pensavo sempre insieme, ero geloso! Ho usato questa sensazione tante volte come scusa. Anche se sapevo che fisicamente lei non mi avrebbe mai tradito, io sapevo che mentalmente ed emotivamente, con te era già successo. Dopo la perdita di nostro figlio, lei non mi voleva più vicino. Le dava fastidio che la toccassi, non facemmo sesso per molti mesi, fino alla sera in cui ti vide con Viviana e dopo nuovamente il nulla! Questa tortura non poteva continuare, avevo bisogno di qualcuno che mi desse quello che lei non voleva più darmi. E anche se l'amavo, non sono più riuscito a resistere, ogni scusa era buona. Ma avrei voluto smettere, purtroppo fu troppo tardi!
Spero siate felici, ma ti chiedo la cortesia di dirle che ho bisogno di parlarle, ha lasciato alcune cose da me."

E alzandosi in piedi, mi porse la mano.

" Farò in modo che ti chiami. "

" Grazie"

E lasciò la stanza accompagnato da Davide.
Theo rimase con me, ci guardammo negli occhi, ero felice.
Ora sapevo che anche i mostri del passato che avrebbero potuto frapporsi tra di noi, non avevano più senso di esistere. Ora eravamo solo noi, casa unica o forse due, ma pur sempre noi!

Il viaggio verso casa, sembrava non finire più, avevo il pensiero fisso!
Scesi di corsa dalla macchina, il cuore mi batteva all'impazzata, ma trovai l'allarme staccato: era in casa, in casa NOSTRA!

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora