No Squadra, Famiglia

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Cap. 160

Dopo la sconfitta nel derby di coppa Italia, i ragazzi si unirono ancora di più. Non erano una squadra, erano una famiglia, anche chi non giocava come Samu, era di fondamentale importanza per l'umore e il sostegno alla squadra.
Domenica partirono per l'Olimpico con lo spirito giusto.
Affiatati e concentrati come non mai.
La tensione era alta e all'inizio ne risentirono molto, non a caso vennero beffati subito da un Ciro Immobile in perfetta forma.
Man mano che il tempo passava la consapevolezza di squadra veniva fuori e nel secondo tempo ci fu l'apoteosi.
Dopo il pareggio di Olivier si giocò praticamente ad una porta sola.
Era un tiro al bersaglio che sembrava non avere sbocchi, poi a due minuti dalla fine, finalmente riuscirono a segnare: palla recuperata in modo superbo da Rebic, cross per Ibra, colpo di testa e Sandro che la butta dentro.
Festa allo stadio, dove 20.000 tifosi si erano accollati la trasferta capitolina, e festa anche nelle case rossonere.
Sentii Samu al telefono appena arrivarono nello spogliatoio, erano felici, uniti ed orgogliosi. Come tutti i tifosi del resto, se giocheranno così tutte le gare che mancano alla fine del campionato, avremmo avuto delle buone chances per fare bene.
Tutto dipendeva da quello che avrebbero fatto i "cugini" a Bologna.

Mercoledì dopo l'allenamento Samu arrivó a casa con Gian e qualche altro amico, avrebbero passato il tempo insieme in attesa della partita serale.
Si misero così a giocare a carte fino all'ora di cena, tra le risate generali, perché ancora una volta il mio compagno stracció Gian, che voleva assolutamente la rivincita dall'ultima volta.

Si misero così a giocare a carte fino all'ora di cena, tra le risate generali, perché ancora una volta il mio compagno stracció Gian, che voleva assolutamente la rivincita dall'ultima volta

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Un prequel perfetto per quello che sarebbe stato il resto della serata, perché sorprendentemente il Bologna, privo in panchina del suo allenatore, Sinisa Mihailovich, riuscì a battere clamorosamente gli attuali campioni d'Italia

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Un prequel perfetto per quello che sarebbe stato il resto della serata, perché sorprendentemente il Bologna, privo in panchina del suo allenatore, Sinisa Mihailovich, riuscì a battere clamorosamente gli attuali campioni d'Italia.
Questo significava che il destino del campionato era tutto nelle mani del Milan. I ragazzi avrebbero avuto davanti quattro finali, quattro finali da vincere assolutamente, e con la fame e la voglia che avevano, tutto ciò era alla loro portata.

Mancava poco più di un mese al matrimonio, ormai tutto era organizzato e quasi tutto era pronto.
Avevo fatto una lista di tutte le cose e spulciavo man mano che venivano fatte.
Talvolta mi ritrovavo a fissare l'elenco e pensavo ai miei genitori, alla gioia che avrebbero provato. Mia madre avrebbe adorato Samuel, lo avrebbe viziato con ogni ben di Dio, non so invece se papà avrebbe apprezzato.
Il mio futuro, almeno quello più prossimo, era lontano dall'Italia con un calciatore pieno di tatuaggi e milanista, non avrebbero avuto niente in comune se non il grande amore per me.
Mi scese qualche lacrima che cercai prontamente di asciugare, perché sentii arrivare alle spalle il mio ragazzo.
Ormai mi conosceva troppo bene e non gli sfuggì la mia inquietudine.

"Cosa c'è che non va, niña?"

"Niente"

Cercai di mentire con un sorriso.

"Seeee! Ed io sono Ibrahimovic allora! Dimmi cosa c'è che ti turba."

"Niente amore, stavo solo pensando al passato."

"Ai tuoi genitori? Sarebbero fieri di te!"

"Dici?"

"Sei una persona speciale, meravigliosa ed io sono fortunato ad averti accanto."

"Sei l'uomo migliore del mondo. Come farei senza di te?"

Fece un enorme sorriso e mi abbracciò tenendomi stretta a lui.
Riusciva sempre a farmi stare meglio, da sempre, fin dalla prima volta che ci eravamo visti.
Era proprio il destino che ci aveva unito!

" Potrai sempre contare su di me e su tutta la mia famiglia, tu mi hai fatto capire cos'è il vero amore. Tu sei la mia gioia più grande, tu e quella piccola nanetta che sta crescendo dentro di te. Vi amo alla follia!"

Ogni parola mi faceva battere più forte il cuore, ero grata a Dio per il dono di quest'uomo. Con lui tutte le cose brutte che mi avevano fatto soffrire, passavano in secondo piano. La gioia che provavo era talmente tanta da attenuare il dolore che ogni tanto affiorava nei miei pensieri.

Non mi sentivo più sola da quando lui era entrato saldamente nella mia vita!

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora