Tutto Perfetto

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Cap. 103

La settimana era volata, non avrei voluto dover partire il giorno dopo, stavo troppo bene con lei.
Lei, poi, sembrava provare le stesse cose, perché quel lunedì mattina era nervosa, non aveva voglia di niente e anche se non potevamo stare troppo tempo, in due stanze diverse, scansava ogni mio contatto.
La conoscevo abbastanza bene per poter dire che stava pensando solo a quando ci saremmo lasciati.
Decisi perciò di organizzarle qualcosa di speciale, qualcosa che tra noi non c'era mai stato.
Eravamo passati dall'essere amici alla convivenza, senza che tra noi ci fossero un primo appuntamento e tutta la trafila del corteggiamento.
Le piacevano così tanto le commedie romantiche...
La lasciai stare tutto il giorno, prenotai in un ristorante che mi aveva consigliato Davide; un po' fuori Milano, ma a dir suo, molto romantico. Ordinai al fiorista una rosa rossa e scesi in macchina a preparare la play list più romantica che avesse mai sentito.
Poi al momento giusto, le dissi della cena. Non ne era per niente entusiasta, credo che in quel momento mi avrebbe fulminato, ma poi quando uscì bellissima dalla sua stanza e mi vide, restò immobile, non si aspettava la rosa, non si aspettava quel lato più romantico di me, che se ne usciva solo per lei.

Il ristorante era davvero perfetto per quella serata.
Fortunatamente era poco affollato e il nostro tavolo, come avevo chiesto, era il migliore. Un po' in disparte con il tramonto e i suoi meravigliosi colori sullo sfondo.
Quando si fece buio, vennero ad accendere la candela, che le illuminava il viso, che non aveva mai smesso di sorridere da quando le avevo dato la rosa.
Ero felice anch'io, lei era la mia Felicità!

"Samu, ricordi quando ci incontrammo per caso in quel bar?"

"Il destino direi."

"È lì che le cose tra noi sono cambiate, vero?"

"Non lo so, per me non era cambiato nulla, tu mi eri piaciuta fin da subito!"

Trattenne il fiato per qualche secondo, come se le avessi mostrato chissà quale meraviglia.

"Perché allora abbiamo aspettato così tanto?"

Non sapevo cosa risponderle, non avrei potuto dirle che la colpa era sua, del suo caratteraccio, del suo modo di vedere i rapporti, la fedeltà, non avrei potuto dirglielo perché facevano parte di ciò che mi piaceva di lei, del suo essere unica e speciale.
Del suo essere la donna giusta per me!

Ritornati a casa, mi fermai un attimo prima di aprire la porta.

"Che succede?"

"Di solito al primo appuntamento, segue il primo bacio. So che tra noi non è il primo, ma..."

Non riuscii a finire la frase perché, mettendomi una mano dietro la testa, mi avvicinò a lei e mi bació. Ci baciammo finché...

"Ora puoi aprire quella porta che sto gelando?"

La caricai come un sacco sulle spalle e la portai dentro, mentre fingendo mi urlava di lasciarla andare e cercava di picchiarmi, proprio come fece ad Ibiza dopo che l'avevo buttata in acqua.
Mi fermai solo davanti alla porta della mia camera, eravamo uno di fronte all'altra. Aprii la porta dietro di lei ed avanzammo lentamente fino a cadere sul letto.

"Questo non sempre succede al primo appuntamento!"

Mi fece ridere, non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.
Mi stava facendo impazzire, ma forse aveva ragione lei, non era da primo appuntamento, ed io volevo che fosse tutto perfetto.
Per cui mi alzai e la aiutai a fare altrettanto, solo ora il mio sorriso si era un po' spento.

"Dormi ugualmente con me?"

Glielo stavo quasi implorando.

"Se me lo chiedi così! Dammi dieci minuti e sono da te."

Mi disse sfiorandomi le labbra con un tenero bacio.

"Ti amo, Samuel!"

Si morse subito le labbra, quelle parole le erano uscite dalla bocca senza averle programmate. Si girò e scappò in camera sua.
Forse sperava che non le avessi sentite, ma non fu così.
Erano anni che le aspettavo!
Mi spogliai e mi stesi a letto chiedendomi se sarebbe tornata, torturandomi il dito con l'anello.
Per fortuna, fece capolino dieci minuti dopo, sdraiandosi accanto a me.
Non ero mai stato così felice, non desideravo altro.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora