Come Tua Sorella

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Cap. 137


Dopo i festeggiamenti di capodanno, quando iniziai a stare male, pensai subito al Covid, eppure eravamo stati sempre attenti.
Mascherina e gel sempre a portata di mano.
Purtroppo era successo, non potevamo farci niente. Essere tutti vacinati, sicuramente ci aiutò, nessuno ebbe gravi problemi.
E sarebbe stato tutto tranquillo se proprio in quei giorni, non mi accorsi di avere un ritardo.
Una paura folle mi prese, e se ero incinta? E come avrebbe influito questo virus sul bambino?
Non me la sentivo di parlarne con Samu, non vedevo l'ora di contattare la mia dottoressa. Quando finalmente mi ritrovai da sola la chiamai, lei mi tranquillizzó. Appena finita la quarantena, avrei dovuto richiamarla per fissare una visita.
Nel frattempo ritornarono le voci su una possibile cessione di Samuel già a gennaio. All'inizio la situazione sembrava evolversi verso il Genoa di Shevchenko, poi però, con l'esonero dell'allenatore ucraino, quella strada sembrò impercorribile.
Alcune squadre spagnole erano sulle sue tracce, tutto sommato non sarebbe andata male: Italia o Spagna, erano le mete preferite! Inutile negare però, che la riconferma al Milan era la soluzione che entrambi desideravamo di più.
Il 13 gennaio finalmente tampone negativo! Samuel andò subito a Milanello per unirsi al resto della squadra e ricominciare gli allenamenti.

Appena uscì di casa, mi precipitai al telefono e presi appuntamento con la ginecologa, lo stesso giorno avrebbe potuto visitarmi.
Non mi accorsi però, della presenza di Noemi nella stanza.

"Cosa succede Ross?"

"Niente!"

"Perché hai preso appuntamento con una dottoressa? Stai male?"

"No, tranquilla. È tutto ok!"

"Non ci credo! Dimmi che succede. Sono giorni che sei preoccupata per qualcosa. Se ne è accorto anche Samuel."

Non sapevo che scusa inventarmi, alla fine mi arresi e le raccontai la verità.
Insistette per accompagnarmi.
La visita andò bene e confermò la mia ipotesi sul ritardo: ero incinta, aspettavo un bambino!
La notizia sembrava non rendermi felice, ma non era così! Noemi se ne accorse.
Nel frattempo, la dottoressa mi tranquillizzó, era tutto a posto, avrei dovuto fare le analisi del sangue ed iniziare il percorso dei controlli di routine.
Per lei, non c'erano e non ci sarebbero state, conseguenze dovute al covid, anche la vacinazione mi era d'aiuto in questo.

Uscimmo dallo studio che ancora tremavo, non riuscivo a parlare, la mia amica accettò questo silenzio solo fino a casa, poi inizió.

"Perché non sei felice? Non volevi questo bambino? Pensavo che tu e Samu ne aveste parlato!"

"Non è che non sono felice, anzi. Ho il cuore che batte a mille per la gioia, ma ho paura Noemi, tanta paura!"

"Di cosa?"

"Di perderlo!"

"E perché dovresti perderlo?"

"Perché mi è già successo!"

Nella stanza piombó un silenzio assoluto. Dopo un po'...

"Non mi hai detto niente. Quando?"

"Un anno e mezzo fa!"

"Alessio?"

"Già!"

"E Samu lo sa?"

"Era con me quando è successo. Se non ci fosse stato lui, non so se ce l'avrei fatta!"

Teneva lo sguardo basso e aveva quasi paura di parlarmi.

"Cosa vuoi fare?"

"Ho bisogno di tranquillizzarmi un po'!"

"Hai intenzione di dirglielo?"

"Certo che lo voglio! Ho sognato tanto questo momento! È solo che il covid ha peggiorato le mie paure e non posso dirlo a Samu."

"Lui ti ama, ti starà vicino..."

"Lo so! Vorrei solo avere meno paura per godere appieno di questo momento."

"La dottoressa ha detto che non ci dovrebbero essere problemi."

"L'ho capito! È solo una questione di paura mia, interiore. Per favore, non dire niente a nessuno."

"Certo!"

"Mi aiuterai?"

"Di qualunque cosa avrai bisogno, io sono qui, sono tua sorella..."

Ci abbracciammo e con quel calore, sentivo già un po' di paura allontanarsi.
Presto sarebbe stato il compleanno di Samuel e le dissi che mi sarebbe piaciuto dirglielo proprio quel giorno. Sorrise, era perfetto, nessun regalo avrebbe mai superato questa notizia meravigliosa.
Conoscendo Samu sapevo che avrebbe accolto la notizia con una gioia immensa.
Poi sarebbe stato tutto più facile anche per me.
Quando lui tornó a casa, noi cercammo di essere il più normali possibile, pochi giorni e poi gli avrei detto tutto.
Quella stessa sera, mi ricordai del compleanno di Alessio e decisi di chiamarlo.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora