Una Sensazione

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Cap. 122

Il Milan aveva ripreso il campionato proprio come l'aveva lasciato.
Partite non troppo belle, ma vittorie pesanti, ma soprattutto infortuni uno dietro l'altro e positività al covid, non sembravano dar tregua alla squadra.

E noi? Beh! Io e Samu stavamo vivendo un momento bellissimo.
Io personalmente riscoprivo in lui, tutte le cose che ne avevano fatto il mio migliore amico, queste stesse cose lo rendevano il ragazzo migliore del mondo.
Attenzioni e premure erano all'ordine del giorno, non avevo mai vissuto quello che stavo vivendo con lui.

La prima settimana di ottobre, ci separammo per qualche giorno. Samuel tornò a Malaga, credevo a trovare i suoi, ma mi si geló il sangue quando scoprii la verità su Instagram.

 Samuel tornò a Malaga, credevo a trovare i suoi, ma mi si geló il sangue quando scoprii la verità su Instagram

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"Samuel Castillejo Azuaga, vuoi farmi morire d'un colpo?"

"Lo so Niña, avrei voluto dirtelo, ma non volevo farti preoccupare."

"Lezioni di volo? Ma dove ti è venuta questa idea?"

"Sai che mi è sempre piaciuto volare. Ho deciso di fare qualcosa che mi rendesse felice in questo periodo un po' così!"

"Ah! Così io non ti rendo abbastanza felice?"

"Amore mio, tu mi rendi stra felice, non mettermi in bocca cose che non ho mai detto..."

Eravamo al telefono, altrimenti accorgendosi che lo stavo prendendo in giro, mi avrebbe distrutta con il solletico.

"... Stai ridendo? Sei una stronza!"

"Mi piace prenderti in giro!"

"E soprattutto ti piace sentirti dire che ti amo, vero?"

"Non ci sono parole più belle!"

"Ti amo Niña!"

"Ti amo anch'io solcito mio. Stai attento e torna presto!"

Le lezioni di volo e rivedere la sua famiglia, gli avevano fatto bene, aveva ricaricato le batterie.

Era il 16 ottobre, dovevo mantenere una promessa, avrei portato il signor Antonio allo stadio a vedere il nostro Milan.
Quella mattina mi svegliai strana, sarebbe successo qualcosa, ne avevo quasi paura.
Stavo per rinunciare alla partita, per chiamare il mio ex datore di lavoro e informarlo che avremmo dovuto rinviare.
Mandai un messaggio a Samu dicendogli che l'avrei aspettato a casa.
Dieci minuti dopo sentii suonare il campanello, Gian e Vins, gli amici di Samu erano lì davanti a me.

"Che ci fate voi qui?"

"Siamo venuti a prenderti."

"A prendermi?"

"Si! Il tuo ragazzo, hai presente quello che fa sempre panchina al Milan?"

"Scemi! Siete due scemi!"

"Ci ha chiesto di portarti fuori di casa e di ricordarti che le promesse vanno mantenute, e tu avevi fatto una promessa al tuo ex capo."

"Datemi un po' di tempo che mi preparo."

"Non fare come tutte le donne, che ci metti un'ora però!"

E come loro abitudine si misero sul divano per una partita alla play. In questa casa ci avevano passato più tempo di me.
Avevano aiutato Samu in più di un'occasione, forse anche a dimenticare me.
Fin dalla prima volta che li avevo conosciuti, notai quei loro sguardi strani, le frecciatine per Samuel, capii solo più tardi che anche loro sapevano di quello che lo spagnolo provava per me.

Più veloce di una partita alla playstation! Ero pronta e fui io a dover aspettare loro.
Presi la macchina di Samuel con la speranza che mi lasciassero un po' in pace, ma mi seguirono fino alla pasticceria.
Mentre io ero intenta ai saluti con la famiglia pugliese, loro due stavano scegliendo i dolci da comprare, che la signora Maria fu così gentile da regalargli, estorcendo loro la promessa che sarebbero tornati.
Conoscendo la bontà dei dolci e i due amici, ero sicura che sarebbe successo.

A braccetto con il signor Antonio, entrai a San Siro, seguita dalle mie guardie del corpo.
Come al solito Samuel era previsto in panchina. Durante il riscaldamento incrociai i suoi occhi ed un sorriso illuminò il suo volto. Era felice di vedermi.
Dopo la coreografia della curva e la lettura ufficiale delle formazioni eravamo pronti per l'inizio della partita.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora