Le Isole Borromee

72 1 0
                                    

Cap. 107

Come due turisti qualsiasi, prendemmo il battello da Stresa direzione Isole Borromee.
Prima tappa Isola Bella, magnifica con i suoi giardini, le sue statue e scalinate.
Poi per cena tornammo al nostro albergo, così elegante e romantico.
La nostra camera aveva la vista sul lago, uno scenario meraviglioso.
Prima di scendere nel ristorante, restammo un po' in camera ad ammirare il tramonto e i suoi colori.
Lì abbracciati, solo noi, senza nessuno, senza parole. Non avevamo bisogno di parlare, i nostri occhi comunicavano tra loro.
Tutta l'atmosfera era magica, da favola. Ci potevamo tenere per mano senza nessuno ad interrompere. La serata fu piacevole; una passeggiata nel giardino interno dell'hotel e poi ci ritirammo nella nostra camera. Lì, nulla di peccaminoso, restammo abbracciati tutta la notte.
Il giorno seguente, visitammo l'isola Madre con il suo sontuoso palazzo e i giardini all'inglese ed infine l'isola dei Pescatori, l'unica abitata tutto l'anno, dove pranzammo prima di ritornare a Milano.

Lunedì, ci svegliammo con il rumore della pioggia, un'altra giornata da dedicare alle coccole ed a noi soltanto.
Passammo tutto il tempo a letto, alzandoci solo per mangiare.
Ero così felice, che mai mi sarei allontanata da lui, ma come tutte le cose belle anche questa era destinata a finire.
Samuel doveva tornare a Malaga. Un'altra settimana lontani!

Lasciarlo, mi sembrava, ancora più difficile della scorsa volta, anche perché mi chiese di andare con lui, ma a malincuore non potei accettare. Avevo un altro appartamento da vedere ed aspettavo una risposta per il colloquio che avevo fatto.
Il suo volto esprimeva tutta la delusione e la tristezza che era possibile; l'avevo deluso davvero, ma volevo essere il più possibile indipendente.
Non volevo dipendere da un altro uomo, anche se quell'uomo era lui. Volevo che nessuno pensasse che stessi con lui solo per i soldi o perché era un calciatore famoso. Già mi immaginavo gli articoli dove mi si denigrava per essere passata, in poco tempo, da Romagnoli a Castillejo.
Dove magari, ci avrebbero ricamato su, chissà quale storia, facendomi passare per l'approfittatrice di turno.
Nessuno conosceva la vera storia e nessuno avrebbe potuto capire quello che stava succedendo tra noi. Io sarei stata una capace di passare velocemente da un letto all'altro e lui magari, colpevole di aver rubato la ragazza ad un amico.
L'unica cosa di cui eravamo colpevoli era quella di non esserci accorti prima di quello che c'era tra noi.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora