Più Presente Che Mai

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Cap. 101

Sola nella mia camera, non riuscivo a dormire. Pensavo a Samuel disteso nella stanza accanto.
Avevo voglia di lui, di stare tra le sue braccia, ma non mi sentivo ancora pronta per andare oltre, non sapevo se lui avrebbe capito.

Lo sentii parlare al telefono, ma bussai comunque. Dopo un attimo...

"Avanti!"

Era in piedi davanti a me, indossava solamente un paio di boxer, lo faceva apposta!

"Non riesco a dormire...."

"Siamo in due allora! Ti va di stare un po' accoccolati nel letto?"

E si stese senza darmi la possibilità di rispondere; che poi, cosa vuoi rispondere? Mi strinsi tra le sue braccia.

"Con chi stavi parlando?"

" Gelosa? "

" Figurati, io? No. "

Dissi anche un po' seccata. Lui mi guardò dal basso in alto ed inizió a farmi il solletico sui fianchi, non mi faceva quasi respirare, poi si fermò di scatto e mi strinse a se.

" Con Theo, stavo parlando con Theo!"

"E di cosa? "

"Di te! Di cosa vuoi che parli?"

Mi lasciò senza parole. Il mio viso sul suo petto, con un dito seguivo i segni dei suoi tatuaggi, lui mi accarezzava la schiena con movimenti dolci.
Mi sentivo bene, tanto bene che mi addormentai.

Sentii un movimento e mi svegliai, accorgendomi di essere ancora nel suo letto.
Lo guardai...

"¡Buenos días princesa! "

"Buongiorno!"

Suggellati con un bacio. Samuel all'improvviso si alzò

"Che fai?"

"Il bravo!"

"Il bravo?"

Forse ero ancora addormentata, perché non capivo il senso di quelle parole, tornando dal bagno disse.

"Lo sai che ore sono? Le 11.00!"

Non ci credevo avevamo dormito così tanto?
Mi alzai anch'io, o almeno ci provai, perché Samu mi trattenne ancora sotto lenzuola.

"Dove pensi di andare?"

"A cambiarmi..."

"Ti do una mano?"

"Noooo! Non ci pensare nemmeno!"

Ma non mi sembró di averlo convinto, perché mi seguì iniziando a corrermi dietro per tutta la casa, finché non mi raggiunse buttandomi sul divano e lui sopra di me.
Stavamo entrambi ridendo, ma poi lui con le dita mi tolse una ciocca di capelli dal viso, portandola dietro l'orecchio.
Mi bació, in modo sempre più intenso, le labbra, il viso, il collo, scendendo sempre più in giù.
Mi sentii tremare, alzò lo sguardo su di me per poi alzarsi di scatto.
Mi aiutó ad alzarmi e mi strinse nuovamente a lui.

"Aspetto finché non sarai davvero pronta!"

Mi sentivo sciocca, non lo meritavo, cosa avevo fatto io per lui, in tutti questi anni?
Niente se non offrirgli la mia amicizia. Poteva bastare questo?
No, eppure era ancora qua! Ora più presente che mai!
Cercai di pensare all'ultima volta che ero stata così felice senza di lui, ma la mia mente doveva andare troppo indietro nel tempo, trasferirsi in un altro luogo, in un contesto diverso.
Ripensare ai miei genitori, mi fece, come al solito, rattristare e Samuel se ne accorse.

"Che succede? Ho detto, fatto qualcosa che non dovevo?"

"No, anzi. Tu sei splendido. Sono io che non ti merito. Tu hai fatto così tanto per me, io non ho fatto niente."

"Sciocca!"

E mi bació ancora.

"Che ne dici di vestirsi?"

Lo guardai e riprendendo il controllo, provai a farlo ridere.

"Perché, tu sai cosa sono i vestiti?"

Rise e mi disse:

"Poi mi chiedi cosa hai fatto tu per me? Mi fai ridere, mi fai stare bene!"

Questa volta fui io a baciarlo, perché una risposta del genere non poteva che essere perfetta!

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora