Non Voglio Staccarmi Da Te

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Cap. 95

Mi alzai con un po' di malinconia, sarebbe stato il mio ultimo giorno a Malaga.
Scesi a fare colazione, c'erano già tutti, tranne Samu che era andato a correre.
Approfittai per ringraziarli ancora una volta, per tutto quello che avevano fatto per me. Fu una settimana fantastica, non mi sentivo così tanto bene da molto tempo.

Passai il resto della mattinata in spiaggia con Noemi.
Mi raccontò dell'appuntamento che avrebbe avuto quella sera, poi nessuna delle due aveva voglia di parlare ancora. Mi sarebbe mancata la mia amica!

Il pomeriggio andai con mamma Rosa al mercato del pesce. Iniziavamo a capirci e con lei stavo bene, mi dava tanto affetto. Una volta a casa, mi insegnò a cucinare le sardine alla malagueña.

Passò a salutarmi anche José, non me l'aspettavo! Restammo un po' insieme a parlare, mentre i suoi genitori si preparavano e poi ci salutammo.
L'aereo sarebbe partito presto l'indomani e non volevo svegliare nessuno, così salutai tutti quella sera, prima che uscissero di casa per i loro rispettivi impegni.

Io e Samuel restammo da soli, ci eravamo parlati poco per tutto il giorno.

"Che c'è Samu?"

"Mi dispiace che tu te ne vada!"

"Davvero?"

"Si, mi mancherai."

"Ci sentiremo spesso."

"Non è la stessa cosa!"

Mi sorprendeva sempre, lo ringraziai per la casa e gli chiesi se voleva rimangiarsi l'offerta.

"No, non ci penso proprio."

Mangiammo in silenzio, il pesce che avevo cucinato insieme a mamma Rosa nel pomeriggio, era ottimo.
Sistemammo i piatti e la cucina, non riuscivamo a guardarci e nemmeno a parlarci.

"Samuel, li facciamo due passi in spiaggia?"

"Se vuoi."

Quella volta fui io a prenderlo per mano.

Era sabato sera, ma la spiaggia era deserta, si sentivano in lontananza, le voci provenire dai locali lungo la strada.
I lampioni infondevano un po' di luce, che si rifletteva nell'acqua, il cielo era pieno di stelle, quelle che a Milano non si vedono a causa delle tante luci. La luna era una piccola falce nel blu. Camminavamo in riva al mare tenendoci per mano.
In alto mare vidi delle luci, probabilmente navi, e mi fermai ad osservarle.
Sentii a malincuore sfilarsi la sua mano, ma subito mi abbracciò ai fianchi.
Sentivo forte il suo profumo e il calore del suo corpo; prima il suo respiro poi il suo naso muoversi sfiorando il mio collo. Il mio respiro mancava, mancavano anche i battiti.
Che sensazione! Restammo così finché le luci non furono più visibili, poi la sua mano cercò nuovamente la mia è proseguimmo fino alla fine della spiaggia.
Lì fu Samuel a fermarsi, io lo abbracciai appoggiandomi al suo petto.
Un bacio sulla testa e ci girammo verso casa.
Arrivati a destinazione, finalmente una parola.

"Ti va di restare ancora un po' qua?"

E si sedette sulla sabbia allargando le gambe, io mi sedetti davanti a lui appoggiando la mia schiena al suo petto, presi le sue mani e le intrecciai davanti a me, lui appoggiò la testa sulla mia spalla.
Rimanemmo così per molto tempo, non sentivo ne il freddo, né l'umidità.

Stavo decisamente bene!

Dopo un po' di tempo, che a me sembró comunque essere poco, si alzó e aiutandomi nel fare altrettanto...

"Forse dovremmo rientrare."

Perché? Stavamo così bene che motivo c'era di rientrare?

"Si ok!"

In casa erano rientrati tutti, allora il tempo non era stato poi così poco.
Stavo per aprire la porta, quando Samuel mi fermò.

"Hai sonno?"

"Ad esser sincera non molto."

"Ti va se rimaniamo ancora un po' qua fuori?"

"Perché no. Ci facciamo un the?"

"Hai freddo?"

"Un po'!"

Così entrammo in cucina e misi su il bollitore, mentre Samuel prendeva le tazze.
Pochi minuti ed era pronto. Presi le tazze con la bevanda fumante, lui una coperta ed uscimmo in giardino.
Lì seduti uno accanto all'altra, sorseggiavamo i nostri the, sotto la coperta.
Avevo un suo braccio intorno al collo e mi sentivo al sicuro.
Non avevo voglia di partire senza di lui, così mi feci un po' di coraggio e chiesi...

"Tu quando torni a Milano?"

Lui sorrise...

"Ho alcune cose da fare qua a Malaga e poi torno due giorni ad Ibiza con Theo..."

Mi sentivo stupida ad averlo chiesto, perché lui aveva la sua vita ed io gliel'avevo già stravolta abbastanza.

"... conto di essere a casa il 16, poi però dovrò tornare ancora a Malaga più avanti. "

Il 16? Dieci giorni senza di lui? Come sarei sopravvissuta? Mi veniva da piangere.

"Ehi, che succede?"

"Niente!"

"Come niente, perché piangi?"

"Non lo so!"

Lo sapevo eccome Samuel, ma non potevo dirtelo, non dovevo dirtelo.

"Mi mancherai terribilmente Niña, tu non sai quanto!"

Mi disse guardandomi negli occhi.

"Fra quattro ore, hai un aereo da prendere, forse dovresti andare a riposare."

"Si dovrei, ma non voglio staccarmi da te, tienimi tra le tue braccia fino al mattino", queste erano le parole che avrei dovuto dire, ma risposi solamente...

"Hai ragione !"

E mi alzai voltandogli le spalle.

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora