Il Primo Appuntamento

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Cap. 102

I giorni successivi, furono la stessa storia: continue provocazioni da una parte e dall'altra, tante risate, tanti baci, un unico letto.
Quella convivenza ci stava mostrando come sarebbe potuto essere il nostro futuro.
Ci sforzavamo di uscire a fare una passeggiata, ma in realtà, ad entrambi, bastava essere insieme, non ci importava niente di tutto il resto.

Ogni tanto c'erano le telefonate, quelle degli amici, dei parenti, che iniziavano ad intuire qualcosa, che volevano sapere di noi.

La prima fu Noemi, ci videochiamó un pomeriggio, mentre eravamo sul letto a guardare l'ennesimo film insieme.
I nostri sguardi ed i nostri sorrisi non lasciavano che trapelare il felice momento che stavamo vivendo.

"Allora, non mi dite niente? Mio fratello e la mia migliore amica, mi tengono all'oscuro di tutto?"

"Non c'è niente da tenere all'oscuro, va tutto bene!"

"Lo vedo che va tutto bene, riconosco il letto di mio fratello sai?"

"Solo perché stavamo guardando un film..."

"Ma non potevate guardarlo sul divano?"

"Il letto è più comodo!"

"Si, ok Samu! Ricordati che tra due giorni torni a casa, non avrai scampo, voglio sapere tutto!
E tu signorina, non credere di scapparmi, alla prima occasione riceverai lo stesso trattamento!"

Era minacciosa, ci fece ridere, sapevamo entrambi, che non l'avremmo passata liscia con Noemi.

Con Theo si sentiva tutti i giorni, tanto che iniziavo ad essere gelosa!
" Non possiamo stare lontani, sai com'è... "
Era così divertente vederli insieme; ogni tanto poi, si inseriva anche Brahim, così parlavano in spagnolo e non li capivo più. Dovevo proprio impararlo!
Anche Ilaria, che era tornata dalle vacanze con Davide, si fece viva e mi ricordò le sue parole ad Ibiza.

Era chiaro che tutti facevano il tifo per noi!!!

Lunedì arrivó troppo velocemente, non sopportavo l'idea che l'indomani sarebbe partito di nuovo.
Rimasi nervosa ed apatica per tutta  la giornata.
Verso le 19.00, forse stanco di vedermi così, Samuel mi disse:

"Allora che fai? Vatti a cambiare che usciamo!"

Lui voleva uscire? In questi giorni, ogni volta che ero io a proporlo, sbuffava.

"E dove dovremmo andare?"

"Ti porto fuori a cena. È dal primo giorno che te lo prometto!"

"Se proprio vuoi..."

Non ero entusiasta, avrei preferito rimanere a casa, solo noi due.
Mentre mi stavo cambiando sentii suonare il campanello, poi più nulla.
Non sapevo cosa indossare, fosse stato per me, sarei uscita sempre con jeans e maglietta.
Alla fine decisi per la gonna di Ibiza, ma invece del top, ci misi una camicia nera senza maniche, molto leggera, sandali, niente tacchi, e un giubbino leggero se fosse rinfrescato.
Uscii dalla camera in cerca di Samuel che mi stava aspettando in salotto.
Era bellissimo, come al solito.
Camicia e pantaloni color sabbia e una maglia bianca, in mano una rosa rossa.
Ecco a cosa era dovuto il campanello.
Si avvicinò, mi guardò, mi bació e mi diede la rosa.

"¡Por ti mi amor!"

Mi si bloccò il respiro, avevo capito bene?
Ok che non conoscevo lo spagnolo, ma quelle parole sembravano proprio essere... 
... mi aveva chiamato amore? Per la prima volta?
Mi prese la mano per uscire, altrimenti sarei rimasta ancora lì, paralizzata.

In macchina una play list di canzoni romantiche, aveva organizzato tutto.
Il ristorante era fuori Milano, ma ero troppo emozionata per capire la strada.
Il posto era bellissimo, con una terrazza che si affacciava sulla pianura lombarda, ancora verde in quell'inizio di estate.
Non poteva mancare la cena a lume di candela, stavo vivendo la mia favola.

"Cosa significa tutto questo, Samu?"

"Volevo che tra noi ci fosse un primo appuntamento fatto come si deve, che avresti ricordato per tutta la vita!"

"Ogni istante passato accanto a te, è da ricordare. Ricordo ogni minuto al tuo fianco, ricordo le risate, le lacrime, la gelosia che cercavo di scacciare, le sorprese, il nostro voler allontanarci, il continuo cercarci. Ricordo quel bacio che mi ha scosso più di ogni altra cosa!"

Lo guardavo e lui era felice, felice come forse non l'avevo mai visto. Davvero ero io l'artefice di quella felicità?

MAMILHAPINATAPAIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora